08.01.2017 Views

geografie luoghi spazi città

AaVv_Commons_2016_intero

AaVv_Commons_2016_intero

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ealizzare accordi di programma in variante agli strumenti urbanistici per il riuso di beni militari abbandonati<br />

a scopo di edilizia residenziale pubblica e di autorecupero da affidare a cooperative.<br />

4. PROBLEMI DI ATTUAZIONE ED OPPORTUNITÀ PER I PROCEDIMENTI DI RICONVERSIONE DEGLI<br />

IMMOBILI MILITARI. — In Italia spesso prevale la circostanza per cui le amministrazioni locali non riescano<br />

a riusare gli ex beni militari come leva di rigenerazione e di sviluppo urbano e territoriale e gli<br />

impatti derivano, in negativo, dalle occasioni perdute. Il continuo cambiamento di obiettivi e strumenti,<br />

introdotto dalle norme statali, hanno reso il tema così complesso che nella maggior parte dei<br />

casi le amministrazioni locali non sono state in condizione di tenere sotto controllo gli iter procedurali,<br />

generando perciò illusioni e frustrazioni negli attori sociali ed economici e causando uno stato di<br />

perenne indeterminazione. Contemporaneamente, questa situazione ha “frenato” l’operato dell’Agenzia<br />

del demanio, le cui potenziali capacità di esecuzione sono state annullate sia dal repentino cambio<br />

di norme, sia dalle conseguenti diatribe di attribuzione delle competenze tra le amministrazioni coinvolte.<br />

In seguito si metteranno in evidenza tali situazioni nei casi dei procedimenti relativi ai Piani<br />

Unitari di Valorizzazione, al federalismo demaniale e all’attuazione dei protocolli d’intesa. Possibili<br />

elementi innovativi si intravedono nelle consultazioni pubbliche promosse dall’Agenzia del demanio,<br />

un meccanismo volto al coinvolgimento di attori istituzionali, sociali ed economici nell’impostazione<br />

di una solida fase conoscitiva e di progetto per avviare le operazioni di riuso.<br />

Per quanto riguarda i PUV (dal 2012 “Piani unitari di valorizzazione territoriale”, PUVaT), la Finanziaria<br />

2007 li descrive come procedure atte a sfruttare le grandi potenzialità di riconversione economica<br />

degli immobili non più utili ai fini istituzionali dello Stato (soprattutto facenti capo al Ministero<br />

della difesa) e degli enti territoriali e che presentano interesse storico-culturale, ma che potranno<br />

essere oggetto di una progressiva messa a reddito. Da qui sono maturate le condizioni per la formazione<br />

e l’implementazione del programma nazionale denominato “Valore Paese”. In quest’ambito assume<br />

un ruolo rilevante l’Agenzia del demanio, che può finanziare appositi studi di fattibilità per individuare<br />

la migliore valorizzazione dei beni immobili pubblici, previo idoneo cambio di destinazione<br />

d’uso, da attuare mediante concessione d’uso o locazione, ovvero mediante permuta con gli enti territoriali<br />

o mediante alienazione sul mercato. L’ipotesi di base prevedeva che, una volta costituita una<br />

massa critica sufficiente di immobili e condivisa una prospettiva di intervento urbano, i PUV. potessero<br />

rappresentare l’elemento di innesco di un’iniziativa privata in grado di finanziare la riconversione<br />

degli immobili e che garantisse allo Stato il pagamento del canone di concessione.<br />

Tuttavia, tra 2009 e 2010 tali piani si trovano di fronte a diversi elementi di inerzia (Pasqui,<br />

2012). Il primo riguarda le mutate strategie del Ministero della difesa che, per ragioni economiche, rinuncia<br />

alla delocalizzazione e procede alla concentrazione e razionalizzazione delle proprie attività,<br />

cambiando di fatto priorità sui beni da dismettere. Il secondo fa riferimento all’articolo 1, commi 189-<br />

193 della Legge Finanziaria 2010, che introduce la possibilità di conferire i beni militari a uno o più<br />

fondi di investimento immobiliare a cui possono partecipare anche gli enti locali e pubblici (4), integrando<br />

di fatto le modalità di attuazione dei PUV previste dalla Finanziaria 2007. A ciò si aggiungono<br />

ulteriori difficoltà relazionate alle lunghe pratiche sia per la definizione delle modalità di trasformazione<br />

urbanistica dei beni (anche in connessione ai vincoli culturali), sia per il recepimento di tali indirizzi<br />

negli strumenti di pianificazione urbanistica (obiettivi, quantità edilizie e dotazioni pubbliche).<br />

Inoltre sono stati vari i tentativi falliti per l’immissione dei beni nel mercato immobiliare tramite bandi<br />

d’asta (Braccio, 2014). Dovuto a tali aspetti, a partire dal 2012 si sono susseguiti ulteriori accordi interistituzionali<br />

ed attuativi che però non hanno ancora portato a risultati effettivi (5).<br />

(4) In seguito l’articolo 33 del D. Lgs. 98/2011 e l’articolo 6 della Legge 183/2011 e successive modificazioni, porteranno<br />

all’istituzione di appositi fondi di investimento immobiliare da parte delle società di gestione del risparmio “Cassa depositi e prestiti” e<br />

“Invimit” tra 2012 e 2015.<br />

(5) Al momento le <strong>città</strong> che hanno sviluppato tali programmi sono Bologna, Ferrara e Piacenza (dal 2007), Palmanova (2015), mentre a<br />

Orvieto (2013) e Brescia (2015) si è ancora alle fasi preliminari. Tra le Regioni si segnalano Liguria, Lazio (entrambe dal 2007) e Toscana (2012).<br />

– 603 –

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!