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La Legge di Stabilità del 2015 ha previsto la creazione di una task force per la valorizzazione e la<br />

dismissione degli immobili non residenziali del Ministero della difesa. Risulta infatti che nel 2014 la<br />

Difesa disponeva di 6.700 infrastrutture, senza considerare gli alloggi, di cui 1.500 ritenute non più<br />

necessarie ai fini istituzionali delle forze armate (ibidem). Tra i beni sono compresi immobili di pregio<br />

e di scarso valore come ruderi della fortificazione permanente e strade militari.<br />

Accanto alla pur importante dimensione fisica, le strutture militari hanno una significativa dimensione<br />

simbolica che spesso travalica il loro aspetto architettonico e le funzioni svolte. Questi <strong>luoghi</strong><br />

trovano infatti la loro principale caratterizzazione, anche all’interno dell’immaginario e della percezione<br />

collettiva, proprio per il loro essere utilizzati a finalità militari.<br />

Le pratiche di commoning delle strutture militari sono, nella maggior parte dei casi, un processo<br />

indiretto. Le azioni che portano alla trasformazione in comune di un bene o di una struttura militare,<br />

infatti, seguono solitamente una fase di dismissione o di cessione ad altri soggetti pubblici. Uno dei<br />

casi più recenti è quello relativo alla <strong>città</strong> di Bologna con il recupero e la trasformazione d’uso dell’ex<br />

area Staveco destinata alla creazione del Campus 1088 dell’Alma Mater. Il progetto mira non solo alla<br />

valorizzazione architettonica dell’area, attraverso la riqualificazione di edifici storico-industriali e il<br />

collegamento tra l’area collinare della <strong>città</strong> ed il centro storico, ma anche la creazione di <strong>luoghi</strong> destinati<br />

al sociale, all’incontro tra la <strong>città</strong> e il triplice polo scientifico e didattico delle Arti, dell’Information<br />

Technology, dell’Economia Management e Statistica.<br />

A scala regionale l’esperienza di recupero e trasformazione coinvolge realtà come la Liguria il cui<br />

Piano Unitario di Valutazione (PUV) prende in considerazione 17 comuni e 32 immobili militari. Uno<br />

degli interventi più recenti riguarda l’ex caserma Giuseppe Garibaldi di Genova in salita della Neve,<br />

edificio realizzato nel 1625 destinato a convento della Clarisse e successivamente passato al Demanio.<br />

Ospitò la caserma dei Carabinieri fino al 1985 e fu concesso nel 2007 a uso della Regione per trasformarlo<br />

in residenza universitaria basata sui principi di risparmio energetico (www.regione.liguria.it/<br />

giornale-della-giunta/archivio).<br />

3. LA CASERMA TESTAFOCHI E LE CARATTERISTICHE DELL’AREA DI PIAZZA DELLA REPUBBLICA. —<br />

La nascita del Regno d’Italia e le gestione dei confini con la Francia portarono alla costruzione nel<br />

1886 della prima caserma per alpini nell’area di Aosta chiamata Piazza d’Armi indicata dagli abitanti<br />

con il nome di “Plot”. La caserma fungeva da reclutamento per le truppe valdostane inviate nel 1896<br />

in Etiopia e nel 1911 quando 110 alpini partirono con il Battaglione Ivrea alla volta della Libia. Esperienze<br />

solo in parte riconducibili alle missioni verso la “quarta sponda” previste in questi giorni. Ma è<br />

il Primo Conflitto Mondiale a segnare la storia della regione alpina. Alla fine della Grande Guerra la<br />

caserma fu intitolata alla Medaglia d’Oro Aldo Beltricco, primo caduto in ordine di tempo del gruppo<br />

di alpini del Battaglione Aosta a cui furono dedicate le altre caserme costruite nel corso degli anni<br />

Trenta le Medaglie d’Oro Ferdinando Urli, Vincenzo Zerboglio e Carlo Giordana. Nel 1935, fu inaugurato<br />

l’intero complesso intitolato al colonnello Ernesto Testafochi. Durante gli anni che precedettero<br />

la seconda guerra mondiale, la Caserma fu il centro di addestramento non solo degli alpini ma,<br />

all’indomani della costituzione della Scuola Centrale di Alpinismo nel 1934, di alpieri e sciatori. Durante<br />

il secondo conflitto, dalla Testafochi partirono gli alpini dell’Aosta, prima assegnati al Piccolo<br />

San Bernardo poi diretti in Iugoslavia nel Montenegro e ancora dalla Testafochi nel dicembre 1940<br />

nacque quel Battaglione Sciatori Monte Cervino impiegato in Grecia nel 1941 e poi in Russia nel<br />

1942. Dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943 e lo sbandamento dell’esercito, la caserma fu abbandonata.<br />

Il 4° Alpini venne ricostituito dal novembre 1943 al giugno 1944, per alcuni mesi la Testafochi<br />

divenne sede del 7° Comando Provinciale. La caserma tornò ad operare ufficialmente come sede di<br />

alpini il 2 settembre 1946.<br />

La riconversione del complesso militare della caserma Testafochi nel nuovo centro regionale universitario<br />

ha richiesto un’indagine archeologica preliminare necessaria per la costruzione del parcheggio<br />

interrato su due livelli. A tale scopo il Comune di Aosta ha approvato il Piano urbanistico di det-<br />

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