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pazione di condivisione, con un impatto incisivo o di trasformazione dei partecipanti (Sharp et al., 2015). Principali forme di food sharing, riscontrate nella web society, appaiono in figura 2. Condivisione di pasti che connettono i viaggiatori/consumatori con i residenti locali per esperienze in home-restaurant Food sharing Attività no-profit in cui è presente uno scambio di prodotti alimentari/servizi o ridistribuzione di beni o esperienze sociali legate al cibo La condivisione delle risorse produttive o stili di vita di collaborazione per la produzione/distribuzione Fig. 2 – Principali forme di food sharing I modelli più diffusi di condivisione di alimenti sono quelli basati sulla donazione, in particolare appaiono come un mercato della distribuzione con scambi di cibo; altri casi evidenziano comunità finalizzata a trasformare i rifiuti alimentari, le eccedenze in “nuovi” valori e per una maggiore efficienza delle risorse. Gli alimenti sono considerati a livello globale, per impedire un sovra consumo o uno spreco, o comunque un riuso e per fornire soluzioni alimentari sostenibili (Davies, Doyle, 2015). Esempi di modelli di condivisione di cibo/pasti sono evidenti in tutte le fasi di produzione e distribuzione della filiera alimentare ovvero “dalla terra al piatto”. Gli esempi di piattaforme di food sharing includono (Tab. I): – piattaforme che riuniscono coloro che hanno una passione per il cibo coltivato nell’area di residenza, che unisce chi possiede la terra con coloro che hanno il piacere per la coltivazione e quindi la produzione di cibo, come landshare; TAB. I – ALCUNI ESEMPI DI PIATTAFORME DI FOOD SHARING, 2015 Nome Anno di fondazione Obiettivo Service fee Mobile Paese di origine I food share, http://www.ifoodshare.org/ 2013 Solidarietà – – Italia Gnammo, http://gnammo.com 2012 Eventi sociali 12% cook X Italia Banca del tempo, 2011 Attività per la comunità – – Italia http://www.bancatempo.com S-cambia cibo, http://www.scambiacibo.it/ 2013 Eliminare eccedenze – X Italia Foodsharing, http://foodsharing.de n.a. Eliminare eccedenze – – Germania Casserole Club, 2011 Aiutare gli anziani 10£ – UK https://www.casseroleclub.com Leftlovers swap 2013 Eliminare eccedenze – X USA Landshare, http://www.landshare.net 2010 Comunità per attività di – X UK produzione Grubclub, http://grubclub.com 2011 Comunità di amanti del cibo 10% ospite X UK Cookening, https://www.cookening.com 2011 Scoprire il cibo locale 20% ospite X Francia Mealsharing.com 2012 Preparazione pasti in casa % ospite X Spagna Zero Percent, https://www.zeropercent.us n.a. Eliminare eccedenze Quota X USA CropMobster, http://sfbay.cropmobster.com 2013 Eliminare eccedenze donazioni X USA VizEat, https://vizeat.com 2014 Eventi sociali 15% ospite X Francia BonAppetour, http://bonappetour.com 2013 Eventi sociali 15% ospite X Francia PeopleCooks, http://www.peoplecooks.it 2011 Eventi sociali Quota annuale X Italia Fonte: rilevazione diretta. – 430 –
– piattaforme ristorante, come “Grub Club” che collegano gli amanti del cibo e gli chef, gourmet creativi, temporanei, in casa o in <strong>luoghi</strong> adibiti; – piattaforme di condivisione come “Casseruola Club” per aiutare ad affrontare i crescenti problemi sociali di solitudine e malnutrizione tra gli anziani. Allo stesso tempo aiutano alla socializzazione tra i vicini di casa; – piattaforme solidali dove si consente agli utenti, rivenditori o produttori di offrire eccedenze alimentari gratuitamente; – piattaforme di eventi sociali, gastronomici, corsi di cucina, ecc. che permettono di organizzare pasti ed eventi a casa o in <strong>luoghi</strong> dedicati per esperienze multiculturali. Un noto esempio è “VizEat”. Sono tutti esempi per creare relazioni all’interno della comunità, ma non solo per vendere servizi anzi in molti casi l’obiettivo è quello di costruire un’alternativa, qualcosa di completamente nuovo e distinto dai sistemi esistenti (DiVito Wilson, 2013) o aiutare a socializzare, a creare aree economicamente attive attraverso lo sviluppo di sistemi alimentari locali. 3. BREVI RIFLESSIONI CONCLUSIVE. — Le imprese o meglio le start up, considerata l’origine recente, impegnate nelle attività di sharing appaiono numerose e volenterose ad affrontare le sfide innovative nel breve e lungo termine. Si tratta di innovazioni significative sul mercato agroalimentare, ma quest’ultimo non ha subito profonde trasformazioni – se non per le componenti di marketing strategico – considerato che i titolari dei prodotti/servizi rimangono indipendenti e non integrati nella catena del valore. L’apparente beneficio appare essere sia da parte degli utenti che possono guadagnare e lavorare in modo più flessibile sia degli operatori che possono completare i servizi già offerti con modelli di condivisione o imparare nuove abilità o sostenere anche cause etiche. Ma esistono barriere all’entrata o meglio allo sviluppo: la fiducia tra le parti insieme alla privacy insieme alla sicurezza alimentare poiché la regolamentazione non è trasparente e fa riferimento ad altre tipologie di attività similari già disciplinate. Allo stesso tempo, la condivisione come fenomeno economico dipende dall’applicazione della tecnologia (ad esempio, creazioni di applicazioni su mobile, servizi di booking, ecc.) pertanto potrebbe essere di ostacolo alla sua diffusione. Attualmente l’economia della condivisione non è ancora penetrata nel mercato alimentare, ma sicuramente è nella fase di sviluppo con potenzialità di crescita. L’ingresso al mercato delle piattaforme ha portato all’introduzione di prodotti e servizi di qualità ad un prezzo più basso. Si può gustare un local menu al prezzo di un ristorante conveniente e allo stesso tempo ottenere una riduzione dei costi di transazione, perché non è il costo degli ingredienti che costituisce un problema, quanto piuttosto il costo di coordinare la conoscenza, in particolare per i non residenti/turisti, di cui i consumatori hanno bisogno (Allen, Berg, 2014). Gli utenti della condivisione di cibo sono autorizzati, nel senso che essi ricevono i guadagni aggiuntivi per la loro esperienza, e hanno la possibilità di scegliere quando e dove vogliono fare uso di piattaforme. Allo stesso tempo i consumatori possono scegliere ciò che vogliono assaggiare ad un diverso livello di utilità (o valore) poiché dipende dalla corrispondenza con le loro preferenze. Il maggiore accesso alla condivisione ha permesso a modelli di pricing dinamiche innovative che coordinano in modo più efficiente gli attori economici. La condivisione di cibo in veste profit presenta ancora problematiche inespresse: gli home-restaurant sono perlopiù riferiti ad attività economiche informali e in secondo luogo le norme igieniche e di sicurezza non sono necessariamente osservate o comunque non controllate. La pratica al consumo critico implica quindi la partecipazione attiva alle molteplici esperienze di “altra economia”. Le prospettive di ricerca ed analisi sull’argomento sono ampie ed occorre precisare le limitazioni dell’analisi in quanto in questa sede possiamo offrire un’introduzione al dibattito insieme ad approfondimenti preliminari sul fenomeno. – 431 –
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3. I BENI COMUNI LA GESTIONE CONDIV
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Non gestione ⇒ abusoo ⇒ trasfor
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mente orientato alla sostituzione d
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La necessità di gestire le aree ma
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Tali oggettive evidenze delineano u
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RIASSUNTO: Le terre collettive, ess
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distributed framings (Farías, 2011
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TAB. I - PLACE-MAKING VERSUS SECTOR
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Fonte: Morten Mejlhede Rolsted, www
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GEELS F.W., “Regime resistance ag
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Alla luce di questi contributi, le
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Fig. 1 - L’aeroporto di Malpensa
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competitivo dell’area. La recente
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INDICE DELLE PAROLE CHIAVE accesso
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INDICE LIDIA SCARPELLI, Presentazio
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Sezione 6 - Ambiente, natura, socio
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Sezione 15 - Beni comuni e forme di
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geografie luoghi spazi città

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