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progetti pilota sperimenteranno le ricadute in termini di benefici alla scala macroregionale. Alla strategia<br />

si affianca un dettagliato piano d’azione, nel quale si prevedono le forme di collaborazione fra le<br />

agenzie governative ed i ministeri coinvolti, tra tutti gli attori e le parti interessate, sempre in un’ottica<br />

di integrazione fra i vari Stati e di governance multilivello (internazionale, nazionale, regionale, locale)<br />

senza le quali non è ipotizzabile prevedere concreti miglioramenti in un’area tanto estesa. È altresì auspicata<br />

la cooperazione con i Paesi confinanti (Russia, Islanda, Norvegia e Bielorussia).<br />

Gli altri due obiettivi della strategia riguardano le interconnessioni tra le regioni del Baltico e i<br />

benefici in termini di prosperità. In merito al primo aspetto, anche per ragioni storiche e per caratteristiche<br />

fisiche del territorio (grandi distanze fra gli insediamenti principali) e demografiche (territori<br />

non densamente popolati) i sistemi di trasporto e di approvvigionamento energetico risultano essere<br />

scarsamente integrati fra loro e gli Stati hanno consolidato nel tempo proprie politiche indipendenti<br />

che non consentono di trarre dall’area tutto il potenziale che essa potrebbe offrire. Migliorare le condizioni<br />

di trasporto, efficientare e stabilizzare i mercati energetici, intensificare le relazioni tra la popolazione<br />

dell’area (anche attraverso scambi tra studenti e ricercatori e potenziando i flussi turistici) e<br />

collaborare per la sicurezza sociale degli Stati – in particolare con riferimento all’immigrazione clandestina<br />

– sono traguardi specifici a cui tende il secondo obiettivo della strategia macro-regionale. In merito<br />

al terzo aspetto, infine, la macroregione baltica è una parte importante dell’insieme dei Paesi baltici<br />

(la Norvegia non ne è parte perché non Stato membro della UE), e con le più recenti adesioni nella<br />

UE nuove opportunità commerciali si prospettano per gli otto Stati membri coinvolti, che hanno<br />

grandi risorse da offrire in termini di IT, tecnologie ambientali, foreste e prodotti in legno (Bengtsson,<br />

2009; Joenniemi, 2009; European Commission, 2009b; 2009c; Schymik, Krumrey, 2009; European<br />

Parliament, 2010).<br />

La strategia della UE per la regione del Danubio (EUSDR, nell’acronimo in lingua inglese) è stata<br />

approvata dal Consiglio europeo nel 2011 e riguarda un’area che rappresenta ben un quinto della superficie<br />

europea e che conta oltre 100 milioni di abitanti. La regione danubiana interessata dalla strategia<br />

comprende quattordici Paesi, non tutti attraversati dal corso del fiume Danubio, di cui otto sono<br />

Stati membri UE (Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Bulgaria e<br />

Romania). La macroregione mira a intensificare legami e relazioni tra i Paesi per migliorare i livelli di<br />

benessere dell’area, investendo in particolare nelle risorse umane e salvaguardando l’ambiente naturale,<br />

sensibilmente ricco e articolato, e che comprende non soltanto il paesaggio fluviale ma include catene<br />

montuose che presentano una grande varietà di flora e fauna, come i Carpazi, i Balcani e una<br />

parte delle Alpi. Le finalità della strategia tendono a perseguire istituzionalmente il coordinamento<br />

delle politiche e delle iniziative dei singoli Paesi, in vista di questo enorme bacino idrologico che è il<br />

Danubio, il corso d’acqua più lungo in Europa (e secondo nel continente) con i suoi quasi 2.900 km di<br />

lunghezza. Il fiume costituisce anche un immenso corridoio ecologico – in senso proprio, come parte<br />

fondamentale di una rete ecologica (Scarlata, 2015) –, e per questo necessita di un approccio a scala<br />

macroregionale (e non solamente locale) che deve includere un’attività di pianificazione territoriale e<br />

di gestione delle acque, tesa a controllare le attività antropiche che hanno un impatto molto forte (gli<br />

inquinamenti, ad esempio) ed arginare i fenomeni naturali come le inondazioni e le siccità a cui il corso<br />

d’acqua può essere soggetto (Assembly of European Regions, 2009; European Commission, 2010a;<br />

2010b; 2011).<br />

Oltre a queste due citate macroregioni, alcune iniziative sono in fase di realizzazione o sono state<br />

di recente implementate. La UE ha già predisposto un progetto, che la Commissione europea si è impegnata<br />

ad elaborare nel dettaglio entro il 2015, concernente una macroregione alpina (EUSALP,<br />

nell’acronimo in lingua inglese), che dovrebbe interessare Austria, Francia, Germania, Italia, Slovenia,<br />

Svizzera e Liechtenstein (ancorché gli ultimi due non siano Stati membri ma Paesi terzi). In questo<br />

caso, la finalità primaria della macroregione si identifica nel potenziamento della cooperazione transfrontaliera<br />

in un’area di difficile insediamento per le specifiche caratteristiche fisiche eppure sostanzialmente<br />

molto ricca di risorse. I tre pilastri, ossia i tre obiettivi prioritari, dovrebbero riguardare la<br />

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