22.05.2013 Views

Storia popolare della filosofia - prova-cor

Storia popolare della filosofia - prova-cor

Storia popolare della filosofia - prova-cor

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

valicando i limiti provvisori via via posti e, infine, fare ritorno in patria e chiudere, così, circolarmente<br />

l’esperienza del suo avventuroso viaggio attraverso i possibili territori dell’esistenza.<br />

Il mondo omerico e la formazione dell’ideale greco dell’umanità<br />

In Omero troviamo, come in nessun altro testo, la rappresentazione dell’umanità come destino storico, soggetto<br />

spirituale che è alla continua ricerca di sé.<br />

Nei poemi omerici troviamo una rappresentazione dell’uomo che costituisce un indubbio superamento<br />

<strong>della</strong> concezione magico-misterica e prelude a una vera e propria “liberazione” dai condizionamenti <strong>della</strong><br />

ritualità tradizionale. Nella sfera magico-misterica tutto ciò che è compiuto dagli uomini rientra in un ambito<br />

definito di comportamenti e azioni rituali: agli individui non rimane altro che ripetere ciò che è stato<br />

compiuto dai loro predecessori, secondo procedure e modalità fissate una volta per sempre. Si può dire che<br />

il mondo omerico è, invece, ormai il mondo delle azioni libere, anche se an<strong>cor</strong>a domina il concetto di un<br />

principio che è al di là di ogni volontà e si identifica con la necessità fatale cui tutte le cose sono sottoposte, il<br />

campo delle azioni umane presenta una varietà e una mobilità che preludono alla scoperta <strong>della</strong> libertà<br />

spirituale. L’atto eroico è quello che consegue nuovi obiettivi e arricchisce la sfera storico-sociale di elementi<br />

che prima non erano presenti, assicurando ad essa sempre nuovi orizzonti e possibilità di sviluppo. La sfera<br />

umana è identificata in un processo di continuo sviluppo, il cui principio, la cui regola e la forza propulsiva sono interni<br />

ad essa. Così si afferma in una forma esplicita ed esemplare il principio <strong>della</strong> autonoma creatività spirituale: si<br />

suppone che almeno alcuni individui collaborino con gli dèi e ricevano da essi suggerimenti e aiuto a portare<br />

a termine imprese straordinarie, che si concludono non solo con qualche definito vantaggio materiale ma<br />

anche con ‘arricchimento dell’intero patrimonio di cultura e di civiltà con l’acquisizione di nuove conoscenze<br />

e abilità tecniche. Gli dèi omerici esprimono le stesse possibilità umane e simboleggiano le forme esemplari<br />

dell’esistenza. Essi rappresentano, per così dire, la società ideale degli uomini, che comprende i principi e le leggi<br />

per cui una società può reggersi e svilupparsi. La giustizia, la legge, la saggezza, la tecnica, la scienza, la<br />

moderazione, l’intelligenza, la bellezza, e così via, appaiono nella molteplicità delle loro funzioni, come<br />

condizioni di una serena e armonica comunità. Si tratta di una vera e propria scoperta dell’umanità come<br />

universo autonomo, che ha in sé i principi del suo sviluppo.<br />

L’idea di una realtà spirituale che viene formandosi secondo leggi e principi intrinseci è già chiaramente<br />

delineata nella concezione omerica degli dèi come forze attive, che intervengono continuamente a disporre<br />

‘ordine delle vicende umane. Gli dèi rappresentano il patrimonio di spiritualità che si esprime nel mondo<br />

degli uomini, sovrintendendo ad esso, in mood specialmente che sia mantenuto entro i limiti <strong>della</strong> sua<br />

identità peculiare, che sono quelli di una misura che non va travalicata, cioè di una razionalità che riconosce i<br />

suoi stessi limiti. Così abbiamo l’idea dell’umanità come formazione storica. Più che come ripetizione di atti e<br />

comportamenti esemplari, stabiliti una volta per sempre, la vita degli uomini è concepita come continuo<br />

sviluppo, come processo inarrestabile di formazione, dunque come ricerca, cammino inquieto verso se stessa<br />

(come Ulisse in viaggio errante verso la patria). In ciò consiste il superamento <strong>della</strong> visione propria delle<br />

società primitive, fondate sulla ripresentazione di modelli immutabili di vita e d’esperienza. Con l’immagine<br />

di un’energia spirituale supposta come perfetta e in sé compiuta (sul piano divino) ma tale da riversarsi e<br />

manifestarsi sul piano dell’esistenza umana come processo storico, invenzione di cose nuove, strumento di<br />

civiltà operosa, la concezione dell’uomo compie un salto radicale. Ciò che conta è la manifestazione del<br />

divino nella storia, il rapporto tra l’ordine immutabile e il suo farsi evento. L’organizzazione <strong>della</strong> vita<br />

spirituale ha una dimensione temporale: essa è governo e risoluzione di problemi che si presentano nelle<br />

diverse circostanze e che esigono di volta in volta forme di risoluzione, che, pur riportandosi a modelli<br />

esemplari, assumono le caratteristiche dell’esistenza storica. Perciò l’aedo canta il succedersi degli eventi, più che<br />

l’ordine stabilito una volta per sempre. Gli dèi omerici sono le forze attive che agiscono e si manifestano<br />

attraverso gli uomini. In quanto soggetti di eventi, gli uomini dispongono specialmente dell’intelligenza,<br />

come facoltà propria e peculiare. Il patrimonio di sapere di cui, ad esempio, Ulisse dispone è il risultato di un<br />

lungo apprendimento e di una multiforme esperienza. 10 Così abbiamo l’idea dell’esperienza tradotta in<br />

scienza, epistéme, sapere basato sulla multiforme visione delle cose. Ulisse è colui che ha molto visto e<br />

osservato. Dall’interesse per le forme delle cose nasce la conoscenza. Il mondo già appare in Omero come un<br />

10 Polymatis vuol dire: “dall’intelligenza molteplice”, “ricco d’ingegno”, “che sa molte cose”, “che ha molto<br />

imparato”; e polymatia: “sapere enciclopedico”, “conoscenza molteplice”, “esercizio in tante discipline”. Manthano,<br />

“imparo”, deriva da men e dho, <strong>cor</strong>rispondente al latino animum adverto, “rivolgo gli occhi a qualcosa”.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!