Storia popolare della filosofia - prova-cor
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Nel Fedro è esposto il mito <strong>della</strong> biga alata, in cui l’auriga rappresenta la facoltà razionale dell’anima e i due<br />
cavalli la facoltà passionale (irascibile) e quella appetitiva (concupiscibile, principio del desiderio).<br />
Nel Fedone troviamo le famose prove dell’immortalità dell’anima: 1) la generazione reciproca infinita dei contrari:<br />
oc<strong>cor</strong>re che ogni opposto si generi dal suo contrario, per cui “i vivi nascono dai morti”e vi sono “le anime dei<br />
morti” (72); 2) la reminiscenza e la vita anteriore dell’anima (72-73); 3) la semplicità dell’anima: essendo semplice,<br />
l’anima non si può decomporre nelle sue parti; 4) l’affinità tra l’anima e le idee: in quanto l’anima conosce le<br />
idee, la sua natura è affine a queste, cioè è semplice, invisibile, immutabile; 5) l’anima, in quanto principio di<br />
vita e di movimento, non può accogliere in sé il proprio contrario. 172 L’anima è tale che nessun male, né<br />
proprio né proveniente da altro, può distruggerla. 173<br />
Platone ci ragguaglia anche intorno alla sua concezione escatologica. 174<br />
Il bene è, dunque, armonia. Nell’uomo l’armonia genera anche piacere; così come dalla disarmonia si genera<br />
il dolore.<br />
Nel Filebo Platone dimostra che il bene è unione di piacere puro e scienza. Egli sostiene che né il piacere né la<br />
pura intelligenza costituiscono il bene per l’uomo, ma che dalla sintesi di essi deriva questo bene. Infatti<br />
piacere e intelligenza rappresentano per sé due opposti, che nell’uomo devono trovare la loro<br />
conciliazione. 175<br />
Primo bene, dunque, è la stessa misura, cioè la condizione <strong>della</strong> mescolanza; viene poi il risultato <strong>della</strong><br />
misura, il misurato che risulta anche bello; e quindi gli elementi che vi con<strong>cor</strong>rono: la mente (intelligenza) e le<br />
scienze e arti e opinioni rette, e infine i piaceri puri delle scienze e delle sensazioni.<br />
Nel Convito la vita dell’uomo è presentata come tensione continua verso la bellezza del mondo ideale, come<br />
desiderio di immortalità e progressiva ascesa dal mondo delle forme belle alle realtà ideali e archetipe.<br />
La struttura dell’anima, attuata secondo le virtù proprie di ciascuna facoltà (la temperanza, il <strong>cor</strong>aggio o<br />
fortezza, la sapienza) e la giustizia, che è la struttura unificante delle virtù, costituisce la stessa natura umana.<br />
Lo stato non è che la proiezione ingrandita <strong>della</strong> costituzione dell’uomo ed è la dimensione in cui l’uomo<br />
stesso si attua. Perciò lo stato comprende tre classi (produttori, guerrieri, reggitori), <strong>cor</strong>rispondenti alle tre<br />
funzioni dell’anima.<br />
La giustizia è condizione <strong>della</strong> felicità. Nello stato si attua il bene di tutti, mentre l’interesse privato è<br />
motivo di disgregazione <strong>della</strong> compagine politica.<br />
Nella concezione politica di Platone si distinguono due fasi: a) il governo è superiore alla legge (fonte di<br />
legislazione); 2) la legge esercita la sua supremazia sui governanti (nelle Leggi).<br />
Nella Repubblica Platone esamina le forme di governo, le loro derivazioni e le progressive degenerazioni.<br />
Vi sono cinque forme di governo, <strong>cor</strong>rispondenti a cinque tipi di anima. La prima forma è quella che prende<br />
il nome di monarchia se a governare è uno solo, di aristocrazia se sono i migliori. 176 Allorché nei governanti<br />
prevale la sete di potere si ha la timocrazia: questa forma di governo <strong>cor</strong>risponde allo stato dell’anima in cui si<br />
ha il dominio <strong>della</strong> facoltà passionale, cioè predominano la volontà di potere, le ambizioni, le invidie, la<br />
megalomania. 177<br />
Quindi viene l’oligarchia, il governo basato sul censo, in cui i ricchi comandano. In tal caso si ha una<br />
contrapposizione tra i ricchi e potenti e i poveri: si ha che “siffatto stato sarà per forza non uno, ma due:<br />
quello dei poveri e quello dei ricchi, coabitanti in esso, ma sempre tendentisi reciproche insidie”. 178 In tal<br />
caso si ha un predominio <strong>della</strong> funzione appetitiva dell’anima (rivolta ai beni materiali). Viene quindi la<br />
democrazia, nella quale il principio <strong>della</strong> ricchezza e <strong>della</strong> ricerca dei beni materiali investe tutta la<br />
cittadinanza. 179 Dalla democrazia si genera la tirannide. Il tiranno si erge a difensore degli interessi del<br />
172 Nel Fedro e nella Repubblica si aggiunge l’argomento che l’anima è principio di moto che muove se stesso.<br />
173 Rep., X, 608-11.<br />
174 Cfr.: Gorgia, 523-26, dove è riportato il mito del giudizio delle anime nude davanti a Minosse, Eaco e Radamante;<br />
Fedro, 248, dove è fissato in diecimila anni il ciclo delle trasmigrazioni per l’anima che non si sia liberata attraverso la<br />
vita filosofica; Fedone, 81, dove si parla <strong>della</strong> beatitudine che tocca all’anima del filosofo.<br />
175 “E ora come a coppieri ci stanno dinanzi le fonti: quella del piacere somiglia a fonte di miele, quella<br />
dell’intelligenza, sobria e priva di vino, a fonte d’acqua austera e salutare: dobbiamo studiarci di mescolarle nel modo<br />
migliore” (Filebo, 61).<br />
176 “Buono e retto chiamo tale stato e governo e l’uomo di tale tipo; cattivi e sbagliati gli altri […] e li includo nelle<br />
quattro specie di vizio” (Rep., IV, 449).<br />
177 Rep., VII, 546-48.<br />
178 Rep., VIII, 550-51.<br />
179 Questa forma di governo si genera dalla oligarchia, allorché i poveri si rivoltano contro i loro governanti e<br />
intendono così esercitare il potere. “I capipopolo, spogliando gli abbienti delle ricchezze, ne distribuiscono al popolo,