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Storia popolare della filosofia - prova-cor

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Poiché l’orizzonte dell’esperienza è dinamico e non c’è un criterio assoluto di verità, ciò che costituisce un<br />

criterio di conoscenza è un rapporto che si stabilisce tra “logoi” diversi, cioè tra un logos meno valido e un<br />

logos più valido. Il “logos peggiore” si identifica con il contenuto delle percezioni immediate che<br />

<strong>cor</strong>risponde alla materia s<strong>cor</strong>revole nella rudimentalità dell’esperienza in cui confluisce. Il “logos migliore”<br />

invece è un’esperienza più universale che si costituisce attraverso la mediazione e il superamento delle<br />

esperienze immediate. Secondo il Maier, ciò che costituisce il problema di Protagora e di tutti i Sofisti non è<br />

tanto un problema di verità ontologica quanto un problema di valore che si riferisce e si estende soprattutto<br />

al campo etico-pratico. In modo analogo l’Untersteiner pensa che il “dis<strong>cor</strong>so migliore” sia quello che si<br />

stabilisce sul piano etico, mentre sul piano gnoseologico non è possibile uscire dalla frammentarietà del<br />

“dis<strong>cor</strong>so peggiore” e delle esperienze a cui esso si riferisce. Sul “dis<strong>cor</strong>so migliore” sarebbe fondato il<br />

mondo delle leggi e delle istituzioni, l’ordine <strong>della</strong> giustizia, qualcosa che si basa sull’universalità di un logos<br />

che trascende il mobile mondo fisico e instaura un superiore mondo morale. Questo mondo è, secondo<br />

l’interpretazione data dall’Untersteiner al mito di Prometeo nel Protagora, il dono caratteristico che gli dèi<br />

hanno concesso agli uomini. 100<br />

Gorgia<br />

Gorgia ha esaltato specialmente il potere <strong>della</strong> parola. La parola e il dis<strong>cor</strong>so sono al centro dell’esperienza umana e<br />

<strong>della</strong> stessa costituzione del mondo. La storia è determinata dall’influsso persuasivo <strong>della</strong> parola. La parola, infatti,<br />

spinge gli uomini a compiere determinate scelte e ad agire di conseguenza. Lo dimostra l’episodio <strong>della</strong> guerra di Troia,<br />

causata dalla scelta di Elena, indotta dal dis<strong>cor</strong>so di Paride. Esiste solo ciò che può essere ricondotto all’ambito e al<br />

dominio <strong>della</strong> parola. E ciò consiste nel complesso delle esperienze umane, in ciò che gli uomini fondano con la loro<br />

attività. Invece ciò di cui non può parlare non si può dire né che è e né che non è. Perciò sono infondati tutti i dis<strong>cor</strong>si<br />

sull’essere e sul non-essere. L’ontologia non è possibile e legittima in quanto scienza. L’impossibilità di ricondurre<br />

l’essere al dis<strong>cor</strong>so rappresenta il grande limite (tragico) dell’uomo. 101<br />

egli, senza distinguere se come essere inteso in senso generale o in senso individuale o piuttosto tutte e due a un tempo,<br />

vuole sollevare al disopra degli oggetti” (Gesch. Phil., pp. 704-707).<br />

100 Cfr. Protagora, 317 b sgg.: “- Io quindi ho seguito il metodo contrario a quello di costoro, e ammetto di essere<br />

sofista e di educare gli uomini […]. E sì che son molti anni che mi dedico a quest’arte […] O giovinetto, ti sarà dunque<br />

possibile, se diventerai mio discepolo, ritornare a casa migliore […]. Gli altri <strong>cor</strong>rompono i giovani; questi, infatti, che<br />

sono sfuggiti alle scienze tecniche essi li riconducono, sebbene non vogliano, e li gettano in potere delle scienze<br />

tecniche, mediante l’insegnamento del calcolo, dell’astronomia, <strong>della</strong> geometria e <strong>della</strong> teoria musicale (e<br />

contemporaneamente gettò il suo sguardo su Ippia); invece chi si presenterà alla mia scuola avrà un insegnamento che<br />

non riguarda argomento diverso da quello per cui è venuto. Questa scienza consiste in una capacità di bene consigliarsi<br />

intorno ai beni familiari, allo scopo di amministrare nel modo migliore la propria casa, e intorno agli affari <strong>della</strong> città,<br />

allo scopo di essere assai efficace nell’azione e nella parola. - – Io credo che tu parli <strong>della</strong> scienza politica e che<br />

prometta di rendere gli uomini buoni cittadini. - – Questa appunto, dicevo, è la professione che m’impegno di<br />

professare. - - Col farti proclamare pubblicamente davanti a tutti gli Elleni, col darti il nome di sofista, ti rivelasti<br />

maestro di educazione e di virtù e fosti il primo a pretendere di ottenere un compenso per questo insegnamento – “. Da<br />

questo passo emerge chiaramente come, per Protagora, la vera formazione dell’uomo consistesse nell’educazione<br />

politica e come ad essa si subordinasse l’acquisizione delle competenze professionali specifiche. In primo luogo<br />

bisognava essere buoni cittadini e le abilità tecniche non avevano una funzione efficace senza una chiara visione del<br />

modello di società politica in cui inserirsi e operare. In questo senso lo Jaeger ha potuto interpretare il “dis<strong>cor</strong>so<br />

peggiore” come quello relativo all’acquisizione delle tecniche e come “dis<strong>cor</strong>so migliore” quello relativo alla<br />

formazione politica del buon cittadino. A quali eccessi conduca una tecnica priva di consapevolezza politica è mostrato<br />

dalla situazione attuale, nella quale si ravvisa, appunto, un dominio generale <strong>della</strong> tecnica come semplice pianificazione<br />

dei mezzi in rapporto a scopi che finiscono per configurarsi come aspetti e forme di quel dominio.<br />

101 La nascita di Gorgia di Leontini (Lentini) si colloca intorno al 480. Secondo Diogene Laerzio, fu discepolo di<br />

Empedocle. Il primo avvenimento cronologicamente sicuro <strong>della</strong> sua vita si riferisce all’ambasceria che egli guidò ad<br />

Atene per chiedere aiuti a favore <strong>della</strong> sua città contro Siracusa (Diodoro, XII 50 1 e Pausania, VI, 17 8). L’aiuto non<br />

mancò ma la protesta <strong>della</strong> piccola Leontini contro Siracusa che diveniva sempre più potente fallì. Quindi lo troviamo<br />

qua e là nelle diverse città del mondo greco, a esercitare la sua professione di maestro di retorica: in Tessaglia presso gli<br />

Alevadi (Menone, 70 a-b), in Beozia e ad Argo, frequentemente a Delfi e ad Olimpia, dove in occasione delle feste<br />

pronunciava applauditi dis<strong>cor</strong>si (Filostrato, Pausania VI, 17, 8). Tras<strong>cor</strong>se gli ultimi anni <strong>della</strong> sua vita in Tessaglia,<br />

presso Giasone tiranno di Fere. Morì a 109 anni. Ebbe numerosi scolari: Menone, Aristippo l’Alevade, Isocrate,<br />

Eumolpo, Crizia, Alcibiade, Tucidide, Pròsseno, Polo di Agrigento, Sicimnio, Protarco, Alcidamante di Elea. Sulla<br />

successione cronologica delle opere i critici sono dis<strong>cor</strong>di: 1) Encomio di Elena; 2) Apologia di Palamede: il Maas la<br />

considera posteriore alla precedente. Lo Schupp ritiene che i dis<strong>cor</strong>si sono posteriori allo scritto sull’essere del 444; Del

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