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Storia popolare della filosofia - prova-cor

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Il mito è la rappresentazione simbolica di aspetti <strong>della</strong> natura e del mondo umano e il racconto di eventi esemplari che<br />

costituiscono la base dello stesso sviluppo storico del mondo greco. Esso riguarda l’ordine dell’universo e il processo<br />

<strong>della</strong> sua formazione, dunque le figure che simboleggiano i caratteri e lo stesso destino <strong>della</strong> condizione umana, nonché<br />

le vicende che costituiscono la radice degli accadimenti di cui sono protagonisti i diversi popoli. Tutto, insomma, trova<br />

una spiegazione nel mito.<br />

La mitologia greca è una forma di riflessione, profonda e completa, intorno alla struttura e alla<br />

costituzione dell’universo, all’ordine dei fenomeni e alle leggi che li governano, al destino dell’uomo e al<br />

significato <strong>della</strong> vita. Gli aspetti costanti dell’universo e <strong>della</strong> vita, ciò che è permanente nella mutevole vicenda <strong>della</strong><br />

natura e <strong>della</strong> storia, la legge universale che governa tutte le cose: tutto ciò è oggetto di riflessione e confluisce in una<br />

visione sistematica e coerente che ha i caratteri <strong>della</strong> rigorosa concatenazione logica. Perciò la mitologia è considerata<br />

come la fondamentale matrice <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong>. 32<br />

Nella rappresentazione mitologica dell’universo non vi è distinzione netta tra mondo fisico e mondo<br />

umano: una stessa legge e uno stesso destino attraversano le due sfere, in un intreccio profondo di analogie e<br />

<strong>cor</strong>rispondenze. 33<br />

Vediamo alcuni concetti fondamentali che si riscontrano nella rappresentazione mitologica e che si<br />

riferiscono unitariamente sia all’ordine <strong>della</strong> natura che alla vita dell’uomo e alla costituzione <strong>della</strong> città<br />

(ordine politico).<br />

In primo luogo, lo schema <strong>della</strong> generazione è applicato alla stessa origine e formazione dell’universo. Omero<br />

tramanda la leggenda di Oceano progenitore di tutti gli dèi, dunque l’idea <strong>della</strong> derivazione del cosmo da un<br />

principio materiale unico, rappresentato dal caos acquoso. 34<br />

Esiodo pone tre potenze primarie nello sviluppo dell’ordine dell’universo: Caos, Terra, Eros. Il Caos<br />

rappresenta l’indeterminato, il miscuglio indefinito, la materia di ogni determinazione; la Terra rappresenta la<br />

materia generatrice; Eros, invece, la forza che presiede alla unione di elementi diversi (dunque una specie di<br />

forza aggregatrice). Tutte le altre forze, sostanze ed entità si sono prodotte da quelle tre potenze primordiali.<br />

“Da Caos vennero Erebo e la nera Notte”, cioè le potenze tenebrose; “da Notte poi vennero Etere e Giorno”,<br />

le potenze luminose. Le potenze tenebrose, dunque, si staccarono dal Caos; quelle luminose dalla Notte. La<br />

Terra prima generò da solòa Urano, il cielo stellato “che la coprisse tutta intera” e “dove gli dèi beati hanno<br />

una sede sicura per sempre”, e poi le Montagne grandi e il Mare infecondo. Così Urano sta sopra la Terra, e<br />

questa è sopra il Caos o “abisso dalle fauci spalancate£. Le potenze oscure e quelle luminose si succedono<br />

nello spazio tra Urano e Terra.<br />

Esiodo enumera, quindi, le potenze generate dalla Notte (senza il con<strong>cor</strong>so di un padre): Sestino, le Moire<br />

o Parche, Morte, Sonno e la schiera dei Sogni, e poi anche Invidia, Inganno, Vecchiaia, Contesa, Fatica, Fame,<br />

Dolore, Assassinio, e così via, le potenze che insidiano e minacciano la vita. Dall’unione di Urano e <strong>della</strong><br />

Terra, Esiodo fa nascere le stirpi delle divinità: per primi i Titani, sei maschi (Oceano, Coio, Crios, Iperione,<br />

Giapeto, Cronos) e sei femmine (Thea, Rhea, Temi, Mnemosine, Febe e Teti). Discendenti dei Titano sono,<br />

poi, altre divinità: Prometeo, Epimeteo, Atlante (figli di Giapeto); Leto o Latona (figlia di Coio); Helios,<br />

Srelene, Eos (figli di Iperone) e altri. Figli di Urano furono anche i Centauri o Ecatomchiri (giganti con cento<br />

mani e <strong>cor</strong>poratura forte: Briareo, Cottus, Byas, che rappresentano la potenza violenta delle acque) e i Ciclopi<br />

(Bronte, il tuono; Sterpe, il lampo: Arge, il fulmine). Urano aveva paura che questi figli lo detronizzassero e,<br />

appena nati, li nascose nelle profondità <strong>della</strong> Terra. Ma Gea, adirata, incitò i Titani a ribellarsi al loro padre e<br />

uno di essi, Cronos, evirò con una falce Urano. Dal seme che uscì dalla ferita di Urano nacquero le Erinni o<br />

Furie (Aletto, Tisifone, Megera), divinità <strong>della</strong> vendetta, e, inoltre, i Giganti (i più noti sono Alcioneo,<br />

Porfirione, Efialte, Eurito) e le ninfe Meliadi. I Titani, quindi, posero sul trono il loro fratello Cronos, il quale,<br />

a sua volta, ripiombò nel Tartaro i Centauri e i Ciclopi. Cronos, il più giovane dei Titani, sposò Rhea ed ebbe<br />

parecchi figli: Hestia, Demetra (o Cerere), Hera, Hades (o Plutone), Poseidone, Zeus. Ma, sapendo che uno<br />

32 Già Aristotele notava che l’“amante del mito” (philomythos) è in un certo modo un filosofo” (Metafisica, I, 2, 982<br />

b). Infatti anche il mito, come la <strong>filosofia</strong>, nasce dalla meraviglia. Come anche notava Platone (Teeteto, 155d): “E’<br />

proprio caratteristico del filosofo questo stato d’animo: <strong>della</strong> meraviglia; perché altro non è che questo il principio <strong>della</strong><br />

<strong>filosofia</strong>; e chi ha detto che Iride (la <strong>filosofia</strong>) è figlia di Taumante (la meraviglia) pare che non abbia stabilita male la<br />

genealogia”. E an<strong>cor</strong>a Aristotele: “La meraviglia è stata sempre, così ora come per l’innanzi, la causa per la quale gli<br />

uomini hanno cominciato a filosofare” (Metafisica, I, 2, 982 b).<br />

33 Perciò il Mondolfo ha potuto notare la proiezione di caratteri tipici <strong>della</strong> sfera umana (per esempio, l’ordine seguito<br />

nella danza, nello schieramento degli eserciti, ecc.) nella compagine naturale (il “cosmo” come totalità ordinata degli<br />

enti e <strong>cor</strong>so regolare dei fenomeni e degli eventi).<br />

34 Questa idea risale alla cultura preellenica (egeo-cretese) ed è, del resto, comune a tutte le antiche culture orientali<br />

(babilonese, egiziana, ebraica, fenicia, ecc.).

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