Storia popolare della filosofia - prova-cor
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Platone ammette la realtà del non-essere. “Ma quando diciamo non-essere – avverte – non diciamo il<br />
contrario dell’essere ma solo il diverso”. 163<br />
Nella metafisica platonica l’idea suprema è al di là <strong>della</strong> stessa distinzione di essere e non-essere, è, cioè, il Bene,<br />
come principio di tutte le idee. 164<br />
Nella fase finale del suo pensiero, Platone elaborò la dottrina delle idee-numeri o numeri ideali. 165 Egli non<br />
crede che i numeri si generino per via di operazioni aritmetiche, ma pensa che essi partecipino di archetipi<br />
ideali. Così egli ammette: 1) i numeri ideali; 2) i numeri matematici; 3) le cose sensibili numerabili.<br />
Da Aristotele sappiamo che Platone limitava la serie delle idee-numeri alla prima decade. Tutti i numeri,<br />
ad eccezione dei primi dieci, deriverebbero dalla dualità infinita (che comprende le idee del grande e del piccolo,<br />
del più e del meno). Uno/molti, limite/infinito sono, dunque, i costituenti primari delle idee. Ogni idea e una e<br />
insieme partecipa di una molteplicità: essa è una modalità di limitazione dell’indefinita diade. 166 Il numero è una<br />
determinazione dell’infinità: e tale determinazione è possibile sulla base dell’unità. In tal modo il molteplice<br />
indefinito diventa uno (pur restando costituito da una molteplicità, che l’unità definisce e determina). 167<br />
Di fronte all’unità, che si identifica col limite, la natura dell’infinito viene definita come dualità o diade del<br />
più e del meno. Da questi due elementi o princìpi (l’unità e la dualità infinita) vengono a costituirsi i numeri<br />
ideali.<br />
L’anima cosmica comprende originariamente in sé tutti i rapporti di numero e di misura: perciò essa è<br />
archetipo di tutte le determinazioni numeriche. Il cosmo è ordinato in base a questo archetipo.<br />
Così l’armonia musicale e il sistema dei <strong>cor</strong>pi celesti rappresentano, secondo Platone, le primarie<br />
manifestazioni delle determinazioni numeriche. Su tali determinazioni si mo<strong>della</strong>no tutte le manifestazioni<br />
reali: così gli archetipi di ogni realtà <strong>cor</strong>porea e spirituale sono determinazioni numeriche, rapporti<br />
matematici. Il numero è fondamento dell’ordine dell’universo e, nello stesso tempo, di ogni scienza e <strong>della</strong> stessa virtù;<br />
perciò è anche via di salvazione e beatificazione dell’anima. 168<br />
Secondo questa fase matura <strong>della</strong> metafisica platonica, si avrebbe una triplice gerarchia di esseri: le ideenumeri,<br />
gli enti matematici, le cose sensibili. I princìpi generatori delle idee-numeri sarebbero l’Uno e la<br />
Diade indeterminata. 169<br />
Principio dell’ordine dell’universo è, dunque, l’anima cosmica. Questa comprende, come abbiamo visto,<br />
tutti i rapporti di numero e di misura. Essa è stata formata originariamente da Dio dall’unione dell’essenza<br />
indivisibile e di quella divisibile. In tal modo sono state stabilite le modalità archetipe <strong>della</strong> determinazione.<br />
Il mondo fisico risulta costituito dalla proporzione (rapporti armonici) tra i principali elementi materiali, che<br />
sono acqua, aria, fuoco e terra. Ogni elemento ha una sua costituzione geometrica: la terra ha forma cubica, il<br />
fuoco è mo<strong>della</strong>to sulla figura <strong>della</strong> piramide (tetraedro), l’aria su quella dell’ottaedro e l’acqua su quella<br />
dell’icosaedro. 170<br />
L’intero universo è racchiuso in una sfera. Fuori del cielo vi è la sfera iperurania, che è anche sede delle<br />
anime beate (Empireo).<br />
La Terra è collocata al centro dell’universo. 171 Essa è sostenuta dall’equilibrio dato dall’equidistanza da<br />
ogni parte del cielo.<br />
Anche l’uomo è costituito secondo un modello di armonia. L’anima è principio di determinazione: essa informa<br />
il <strong>cor</strong>po e in sé trova le idee, cioè i modelli/archetipi secondo cui la dualità indefinita (la materia) è<br />
determinata (le idee-numeri). La conoscenza è reminiscenza di questo sapere originario.<br />
163 Sof., 256-57.<br />
164 Rep., VI, 508: “E anche per le (idee) conoscibili di’ che dal Bene viene non solo l’essere conosciute ma viene<br />
anche l’essere e l’essenza, senza che il bene sia l’essenza anzi restando superiore all’essenza per dignità e potenza”.<br />
165 Nei dialoghi si possono rintracciare elementi e motivi preparatori di questa dottrina. Nel Fedone (96 e-97 b) si<br />
parla <strong>della</strong> necessità dell’esistenza di numeri-idee, come archetipi dei numeri matematici (la “dualità” come<br />
idea/archetipo del 2).<br />
166 “Ma gli antichi, che valevano più di noi e stavano più vicini agli dèi, ci hanno tramandato questo oracolo, che gli<br />
enti, dei quali si dice che sono eternamente (le idee) constano di uno e di molti, ed hanno in se stessi congenito il limite<br />
e l'infinito” (Fil., 16 c).<br />
167 “L’uno, dunque, essendo uno, è in qualche modo uno e molti, e tutto e parti, e finito e infinito di moltitudine”<br />
(Parm., 145 a). “Ma bisogna non applicare l’idea dell’infinito alla pluralità, prima d’averne riconosciuto il numero che<br />
sta di mezzo tra l’infinità e l’unità” (Fil., 16 c).<br />
168 Cfr. l’Epinomis.<br />
169 Aristotele, Met., 987 b.<br />
170 Nell’Epinomis a questi quattro elementi si aggiunge l’etere, con la forma del dodecaedro.<br />
171 In una seconda fase <strong>della</strong> sua concezione astronomica, Platone avrebbe posto il sole/fuoco al centro dell’universo.<br />
Tuttavia sembra che il fuoco centrale non debba identificarsi col sole.