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Storia popolare della filosofia - prova-cor

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Due sono i momenti di articolazione <strong>della</strong> realtà: quello dell’emanazione e quello dell’ascesi. Il primo è<br />

rigidamente necessario, il secondo è affidato alla libertà dell’uomo, coincide con la storia di ogni individuo e<br />

dell’umanità ed è dominato dalla possibilità e dalla contingenza. 570<br />

L’etica coincide con l’ascesi e riguarda il modo in cui l’uomo si eleva all’Uno e in questa elevazione reca<br />

con sé il mondo, che, così, appare sempre di più investito <strong>della</strong> luce dell’intelligibile. La manifestazione delle<br />

cose in una luce rivelatrice avviene in virtù di un atto spirituale. 571<br />

L’etica riguarda, in primo luogo, la vita dell’uomo nel mondo, il modo in cui gli uomini vivono nel tempo.<br />

Essa riguarda, quindi, la stessa vicenda temporale del ritorno dell’Uno a se stesso. Il tempo, in quanto<br />

dimensione del mondo, indica il per<strong>cor</strong>so del ritorno. L’Uno stesso si è fatto temporale, per potere, nel<br />

tempo, tornare a sé. Insieme, l’etica è la disciplina dell’anima e in virtù <strong>della</strong> quale è compiuta l’ascesi.<br />

Etica e politica sono connesse. L’uomo, dapprima, deve assumere consapevolezza del suo posto nel<br />

mondo, del ruolo che svolge anche nei confronti di tutti gli altri enti. Egli sa che le cose sono espressione di<br />

una razionalità profonda, che tocca a lui in massima parte svelare. Il significato delle cose si rivela a mano a<br />

mano che esse vengono a fare parte del mondo umano.<br />

In Plotino vi sono aspetti notevoli di rivalutazione <strong>della</strong> vita pubblica. Dobbiamo, tuttavia, tenere presente<br />

che siamo in un’epoca di esaltazione dell’individualità. Il soggetto dell’ascesi è sempre l’individuo; ma la<br />

città costituisce un momento imprescindibile nel processo dell’ascesi. L’individuo deve passare per<br />

570 Che nel sistema plotiniano l’accento sia posto sul processo ascendente è attestato dallo stesso ordine con cui sono<br />

stati disposti i vari trattati. In realtà, anche se nello studio del pensiero di Plotino tutti i motivi devono essere tenuti<br />

presenti per ogni tematica specifica, poiché, appunto, si tratta di una visione organica <strong>della</strong> realtà, risulta maggiormente<br />

rispondente allo spirito di questa <strong>filosofia</strong> una trattazione che muova dal mondo e dall’uomo e segua il processo di<br />

elevazione all’Uno. Tale criterio, ad esempio, è quello seguito dal Carbonara: “Il metodo che intendiamo seguire –<br />

avvertiva lo studioso – per la ricostruzione speculativa <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> di Plotino è quella ascendente. Considereremo<br />

prima il mondo <strong>della</strong> natura sensibile e poiché questo sembra condizionato nel suo sorgere, oltre che dalle forme<br />

dell’intelligibile, dalla presenza del nulla come semplice privazione e possibilità dell’essere, il vero inizio <strong>della</strong> nostra<br />

trattazione sarà segnato dai problemi riguardanti la materia, come privazione e non-essere. Indubbiamente noi vedremo<br />

già nel mondo dei sensi risplendere in un certo modo la luce dell’intelligibile, la cui continua presenza fa esistere tutto<br />

ciò che v’ha di positivo nel mondo. Seguendo nell’ascesa la stessa via per<strong>cor</strong>sa da questa luce nel discendere,<br />

giungeremo alla fine alla Prima Sorgente dell’Essere, passando via via dalla natura sensibile alla sfera delle ragioni<br />

seminali e dell’Anima, da questa al Cosmo Noetico e infine dalla Mente all’Uno. In verità l’Uno dal punto di vista<br />

ontologico è anche il Primo cosicché si può bene affermare che nell’universo la vita discende, giungendo fino ad<br />

esaurirsi nel nulla, sul cui oceano di tenebre galleggiano gli ultimi bagliori dell’essere” (La <strong>filosofia</strong> di Plotino, Roma<br />

1938, p. 9). Infatti, come osserva an<strong>cor</strong>a il Carbonara, “lo spirito <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> ploniniana non è, a considerare le cose<br />

con acutezza e con spirito di verità, quello <strong>della</strong> discesa” (op. cit., p. 10). La <strong>filosofia</strong> di Plotino vuole essere, in primo<br />

luogo, una dottrina <strong>della</strong> salvezza, l’indicazione <strong>della</strong> via attraverso la quale l’uomo può attuare interamente la sua<br />

natura che è quella dell’ente somigliante a Dio. Qui troviamo, cioè, la più radicale connessione di metafisica e di<br />

morale: la vita morale, consistente nella spiritualizzazione del mondo, si caratterizza come la stessa vicenda metafisica,<br />

che consiste nella circolarità del processo attraverso il quale la realtà si costituisce prima attraverso un allontanamento<br />

da Dio e, in un secondo momento, riper<strong>cor</strong>re, in senso contrario, lo stesso cammino e si ricongiunge all’Uno. Ciò che<br />

appare come importante è il modo in cui avviene questo ricongiungimento dell’universo all’Uno. Tutte le cose hanno<br />

senso in quanto esse sono inserite in questo processo di elevazione e di ritorno all’unità. Soltanto la luce<br />

dell’intelligibile, nella quale le cose via via tornano a immergersi, attribuisce valore e senso alle cose stesse. Perciò<br />

nell’intera vicenda universale emerge la presenza dell’uomo, che è il grande protagonista del ritorno all’unità del<br />

Principio. Emerge, in particolare, la consapevolezza dell’imperfezione, del limite e del “male” che accompagnano ogni<br />

vicenda del reale, e l’accento viene posto sui modi in cui questi elementi di negatività possono essere superati<br />

progressivamente. La storia dell’umanità acquista, in questo senso, una dimensione metafisica: essa è la stessa vicenda<br />

del ritorno dell’universo al Bene e, dunque, <strong>della</strong> eliminazione da esso dei motivi di male e di imperfezione.<br />

571 “Il plotinismo è, quindi, una dottrina e un metodo delle metamorfosi dell’io. L’universo non è altro che l’aspetto<br />

oggettivo delle diverse forme mentali. La vita noetica non è nel mondo né il mondo in essa, perché esse sono identiche.<br />

[…] Ogni essere è per se stesso una prospettiva dispiegata su parecchi livelli. E’ questa pluralità interna quella che ci dà<br />

la capacità di interiorizzarci sempre di più, fino a ritrovare ogni esistenza dall’interno. Ben lungi dall’irrigidire il<br />

platonismo, il neoplatonismo dà all’essere un’estrema plasticità, un’interiorità a dimensioni multiple. Non è una<br />

<strong>filosofia</strong> <strong>della</strong> natura, ma una <strong>filosofia</strong> dello spirito. Il punto di vista <strong>della</strong> purificazione le ridà il suo vero significato”<br />

(J. Trouillard, La purification plotinienne, Paris 1955, pp. 208-209). Le cose assumono la loro dimensione<br />

dall’interiorità, dal modo in cui sono pensate e dalla vita del soggetto: perciò esse hanno dimensioni molteplici, in<br />

relazione alla molteplicità degli atteggiamenti spirituali.

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