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Storia popolare della filosofia - prova-cor

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egli fa consistere l’oggetto <strong>della</strong> metafisica nell’essere in quanto essere, cioè nel principio e fondamento di ogni<br />

ente determinato (considerando Dio stesso come ente, sia pure fornito di ogni perfezione). Dunque, da una<br />

parte l’oggetto <strong>della</strong> metafisica è l’essere immobile trascendente, tale che per la sua perfezione è al di là di<br />

ogni altro ente, ma tuttavia anch’esso determinato (sicché la metafisica risulta una scienza particolare,<br />

specificandosi come “teologia”). Dall’altra parte, la metafisica riguarda l’essere in quanto essere, che, cioè,<br />

non si identifica con nessun ente particolare e non contiene nessuna determinazione (sicché la metafisica si<br />

configura come scienza veramente universale).<br />

In Aristotele stesso si riscontra un tentativo di conciliare queste due accezioni del concetto relativo<br />

all’oggetto <strong>della</strong> metafisica: egli, infatti, osserva che l’ente trascendente (Dio) è da considerarsi come il<br />

fondamento di ogni altro ente (possedendo tutte le perfezioni e contenendo, perciò, tutte le realtà e<br />

determinazioni possibili). Ma, in definitiva, il filosofo si sofferma sul secondo concetto, cioè sulla metafisica<br />

come scienza universale dell’essere. 243<br />

Riguardo, poi, alla costruzione del dis<strong>cor</strong>so scientifico, Aristotele ha tracciato le regole specifiche nei suoi<br />

libri di logica.<br />

Ogni scienza (ogni dis<strong>cor</strong>so) rispetta alcune verità fondamentali ed evidenti (ad esempio, che è necessario<br />

che ogni singola cosa o si affermi o si neghi, che è impossibile che ogni cosa sia e non sia nello stesso tempo,<br />

e così via), cioè alcuni principi comuni. E, poiché si tratta di verità comuni a tutte le scienze, esse sono<br />

oggetto d’indagine <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong>. 244<br />

Il principio fondamentale, che deve essere tenuto presente da chiunque intenda indagare intorno a un<br />

qualsiasi campo <strong>della</strong> realtà, è il principio di non-contraddizione, che si esprime in questo modo: “E’<br />

impossibile che una stessa cosa convenga e non convenga insieme a una stessa cosa e sotto lo stesso<br />

rapporto”. 245 Si tratta di un principio evidente, che non ha bisogno di alcuna dimostrazione e che è anche “il<br />

principio di tutti gli altri assiomi”. Sul principio di non-contraddizione poggia ogni pensiero, dis<strong>cor</strong>so e<br />

ragionamento.<br />

Aristotele precisa quindi le forme logiche del pensiero scientifico. Dis<strong>cor</strong>so scientifico è quello in cui si<br />

enuncia il vero (o si rileva il falso), cioè è il dis<strong>cor</strong>so enunciativo (e non ogni dis<strong>cor</strong>so che sia generalmente<br />

significativo). Ad esempio, la preghiera non è un dis<strong>cor</strong>so enunciativo, in quanto è un dis<strong>cor</strong>so che non è né<br />

vero né falso. Una prima forma di dis<strong>cor</strong>so enunciativo è il giudizio affermativo; analogo è quello negativo. 246 Il<br />

giudizio è un dis<strong>cor</strong>so che afferma o nega alcunché di qualcosa (un predicato di un soggetto). Il giudizio è<br />

universale o particolare, o indefinito. 247<br />

Le modalità generali secondo cui qualcosa si predica di qualcosa sono dette da Aristotele categorie. Le<br />

categorie indicano le modalità generali dell’essere stesso, cioè i “generi sommi”, che non possono essere<br />

ulteriormente compresi in concetti più generali (ad esempio, la “sostanza”,la “qualità”. Ogni termine nel<br />

dis<strong>cor</strong>so esprime una modalità d’essere in rapporto a una categoria: cioè ogni termine esprime o la sostanza<br />

o la qualità o la quantità o la relazione o il dove o il quando o la situazione o l’abito o l’attività o la passività. 248 Le<br />

categorie esprimono, dunque, le modalità di determinazione dell’ente reale; esse indicano ciò che un<br />

dis<strong>cor</strong>so deve enunciare intorno a un qualche ente su cui s’intende raggiungere una conoscenza completa.<br />

Esse sono condizioni, insieme, <strong>della</strong> determinabilità dell’ente e <strong>della</strong> sua pensabilità e conoscibilità (e<br />

dell’espressione <strong>della</strong> conoscenza nel dis<strong>cor</strong>so).<br />

243 Questo concetto è espresso con grande chiarezza specialmente nel IV libro <strong>della</strong> Metafisica. “V’è una scienza che<br />

considera l’essere in quanto essere e le condizioni che gli sono intrinseche per se stesso. Essa non s’identifica con<br />

alcuna di quelle che hanno un oggetto particolare; perché nessuna delle altre guarda in universale all’essere in quanto<br />

essere, ma, ritagliandone una certa parte, di questa considerano gli accidenti, come, per esempio, fra le altre scienze, la<br />

matematica (IV, 1, 1003). Cfr. anche VI, 1, 1025 e, sulla distinzione tra metafisica e scienze particolari, XI, 4, 1064.<br />

244 E’ evidente che ad una sola scienza, cioè a quella del filosofo, appartiene anche l’indagine degli assiomi; poiché<br />

si applicano a tutti gli esseri in quanto esseri, e non a un genere particolare separatamente dagli altri” (Met., VI, 3,<br />

1005).<br />

245 Met., IV, 3, 1005.<br />

246 De int., 4-5.<br />

247 Anal. pr., I, 24.<br />

248 “Sostanza è per esempio uomo, cavallo; quantità: di due o tre cubiti; qualità: bianco, grammatico; relazione:<br />

doppio, mezzo, maggiore; dove (luogo): nel circo, in piazza; quando (tempo): ieri, l’anno s<strong>cor</strong>so; situazione: giace,<br />

siede; abito: è calzato, è ornato; attività: taglia, brucia; passività: è tagliato, è bruciato (Categ., 4, 1.

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