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Storia popolare della filosofia - prova-cor

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gruppo. L’uomo-misura è sempre intersoggettivo, storico, sociale. E le “cose” sono i prodotti dell’attività<br />

umana: strutture del mondo, credenze, leggi, costumi, conoscenze, idee.<br />

Si potrebbe chiamare l’orientamento dei Sofisti come “esistenzialistico”, poiché, in quanto filosofi, essi<br />

riportavano ogni struttura reale all’esistenza umana e tale che acquistasse significato e valore proprio entro<br />

l’orizzonte <strong>della</strong> storia e <strong>della</strong> cultura. Protagora distingueva un “dis<strong>cor</strong>so migliore” e un “dis<strong>cor</strong>so<br />

peggiore”: il Sofista aveva il compito di favore il primo e di evitare il secondo; infatti quello era vantaggioso<br />

per la città ed era condiviso dalla maggioranza dei cittadini, l’altro era dannoso. E’ stato anche detto (da<br />

Jaeger) che il dis<strong>cor</strong>so peggiore è quello <strong>della</strong> tecnica e quello migliore il dis<strong>cor</strong>so <strong>della</strong> politica, nel senso che<br />

proprio sul piano politico l’uomo raggiunge ed esprime la sua umanità. I Sofisti lottavano per l’elevazione<br />

morale e politica dei cittadini, per la divulgazione <strong>della</strong> cultura politica.<br />

Jacopo Gegl agli inizi dell’Ottocento compì la prima importante ricostruzione dell’opera e del pensiero<br />

dei Sofisti (1823); seguirono una monografia dello Hebst (1832), le Questioni protagoree di Giovanni Frei<br />

(1845), uno studio del Vitringa, I Sofisti del Wecklein. Nel 1879 il Laas dedicava a Protagora uno studio nel<br />

primo volume di Idealismo e positivismo; venivano poi due studi del Natorp (!884, 1891) e altri saggi di<br />

studiosi tedeschi su riviste del tempo. L’ultimo e anche il migliore dei lavori del secolo XIX è lo Studio <strong>della</strong><br />

<strong>filosofia</strong> teoretica di Protagora di Aurelio Covotti (in “Annali <strong>della</strong> Scuola Normale di Pisa, Filosofia e<br />

filologia”, 1897). Il primo notevole lavoro sui Sofisti è quello del Gomperz, Sofistica e retorica (1912). Per<br />

Gomperz la Sofistica si risolve nella retorica, con la ricerca dell’effetto estetico, <strong>della</strong> tecnica oratoria, rivolta a<br />

commuovere e persuadere, a comporre dis<strong>cor</strong>si e a declamarli. Ma, come osserva il Buccellato, è più vicino<br />

alla verità supporre un nesso tra l’interesse retorico e quello più propriamente filosofico e scientifico, poiché<br />

i Sofisti discussero e impostarono su nuovi basi teoretiche i problemi del sapere del tempo, comprese le<br />

problematiche filosofiche (specialmente quelle dell’eleatismo e dell’eraclitismo). 89 Lo Joël, pur condividendo<br />

la tesi dei Sofisti maestri di retorica, ha rilevato l’interesse ampiamente culturale ed enciclopedico che<br />

consentiva ai rappresentanti di questo movimento di discutere le tematiche più diverse. In questo senso si<br />

profila l’interpretazione dei Sofisti come “maestri di sapere”, divulgatori delle stesse conoscenze scientifiche<br />

del tempo. 90 Sulla stessa linea si collocano le pagine dedicate dal Maier ai Sofisti nel suo S<strong>cor</strong>ate. I Sofisti<br />

sarebbero anche spinti da un progetto di rinnovamento culturale, basato sulla completa liberazione dal mito<br />

e sullo sviluppo di una visione critica dei problemi pratico-politici e culturali. 91<br />

Qualche elemento di novità presenta l’interpretazione dello Jaeger nella sua opera sulla “formazione<br />

dell’uomo greco”. L’elemento pratico-politico dominante nei Sofisti s’inserisce in una generale “finalità<br />

educativa quale cultura dello spirito includente una straordinaria molteplicità di mezzi e di metodi<br />

d’insegnamento”. Lo studioso colloca al centro dell’interesse dei Sofisti il dis<strong>cor</strong>so retorico-politico, capace di<br />

indirizzare le comunità a elaborare i migliori progetti di vita associata. Lo studioso ritiene che la posizione<br />

89 “Dis<strong>cor</strong>si orali e scritti che prendano a tema di esercitazioni argomenti di ogni campo <strong>della</strong> fisica (dall’astronomia<br />

a una teoria dei colori), la tematica dell’essere e del non-essere, teorie <strong>della</strong> sensazione e <strong>della</strong> conoscenza come<br />

momenti dell’apprendimento e <strong>della</strong> comunicabilità del sapere, esercitazioni retoriche che abbozzano o enunciano<br />

spiegazioni sull’origine e i limiti <strong>della</strong> parola come espressione del pensiero, che tendano a definire il significato di<br />

nozioni e valori come realtà e apparenza, che rivelano conoscenze di etica, sociologia, estetica, psicologia, ‘dis<strong>cor</strong>si’ ed<br />

‘esercitazioni’ di tal genere assai malagevolmente si lasciano ridurre al denominatore comune dell’interesse formale,<br />

estrinseco, di una tecnica; tanto più quando si considera che di gran parte di quelle materie i compositori di quei dis<strong>cor</strong>si<br />

possedevano tale qualità, oltre che quantità, di conoscenze da consentire loro di costituirle in téchnai, ossia in discipline<br />

distinte e organiche, che oltretutto esercitarono un’influenza duratura presso gli stessi Platone e Aristotele”M.<br />

Buccellato, Rassegna di studi sofistici, in “Rassegna di <strong>filosofia</strong>”, 1953, p. 116.<br />

90 Lo Jöel ri<strong>cor</strong>da che l’interesse dei Sofisti per la <strong>filosofia</strong> <strong>della</strong> natura è ampiamente documentato: Infatti ci sono<br />

tramandati scritti e dis<strong>cor</strong>si “sulla natura” di Protagora, Gorgia, Trasimaco, Prodico; che Ippia insegnò scienze e storia<br />

delle scienze; che Antifonte scrisse un’opera Sulla verità, in cui prendeva le difese dell’elatismo contro le tesi sostenute<br />

da Protagora nel suo scritto dallo stesso titolo, e che discusse tesi matematiche e fisiche; che Crizia materializzava<br />

l’anima nel sangue; che Gorgia è rappresentato nell’atto di osservare la sfera celeste (sul monumento sepolcrale del suo<br />

discepolo Isocrate) e che nell’Encomio di Elena manifestava interesse per le dottrine astronomiche e fisiche. [I<br />

Presocratici (?)]<br />

91 “Si voleva sostituire a quella <strong>filosofia</strong> dell’almanaccare, stantia, estranea al mondo e alla vita, inintelligibile e<br />

inaccessibile all’uomo normale, che trascinava allora la sua esistenza in silenziose associazioni scolastiche, una <strong>filosofia</strong><br />

per il mondo e per la vita” (H. Maier, S<strong>cor</strong>ate, tr. it., p. 224). Quei filosofi si proponevano, perciò, di far discendere<br />

l’influenza del dis<strong>cor</strong>so nella vita, movendo con la stessa forza del ragionamento le istituzioni politiche e sociali,<br />

cercando così di “promuovere una grande riforma etica degli ordinamenti politici e sociali esistenti”.

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