I sentimenti e tutte le sue sfumature. Nobili sì e nobili no ... - Luigi Ladu

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Non c‟era solo in lui una certa stranezza, ma anche
in Gavina, nel suo lavoro si notava una certa confusione,
come si capirà bene più avanti.
Poiché il suo lavoro consisteva in una cernita dei semi
di fave; quelli bianchi servivano per la cena, i neri
per la semina e per il bestiame.
Le sue mani si muovevano con un visibile tremito
nervoso e nel cestino dei grani bianchi ve n‟erano più o
meno quanto i neri e viceversa.
Si potrebbe pensare che tutto ciò dipendesse dal caldo
soffocante visto che la cui fronte grondava di sudore
e la sua mano andava rallentando il suo vaglio.
Bastiano, a sua volta, rallentava il ritmo della sua operazione
artistica mal riuscita.
La zucchetta color d‟oro quasi pensando che fosse
inopportuno scivolò dalle ginocchia e cadde in terra.
Il distratto incisore non si curò nemmeno di tenerla.
Stava succedendo tra i due qualcosa di strano che andava
oltre i sentimenti di amicizia, di altruismo, di riconoscenza,
di gratitudine da una parte e dall‟altra.
Una sorta d‟inquietudine li pervase entrambi, quasi
come se l‟uno si vergognasse di fronte l‟altra.
I loro sguardi si cercavano e si sfuggivano simultaneamente,
un po‟ per attrazione e un po‟ per pudore.
Era una scena commovente.
Gli occhi del Muto, mentre quelli di Gavina
sembravano socchiusi, ma vedevano senza guardare gli
occhi dell‟altro, che fissava i suoi, il suo seno candido
e vergine che traspariva dal corsetto carminio.
Cosa strana, a un gemito di Bastiano corrispose un