I sentimenti e tutte le sue sfumature. Nobili sì e nobili no ... - Luigi Ladu

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Vi era uno stanzone, dove tenevano la biancheria e
altri capi ammucchiati che una volta la settimana venivano
sistemati in appostiti cassoni per essere trasportati al
lavatoio.
I turni di servizio del personale addetto a tali lavori,
oltre alla sorveglianza dei carcerati erano previsti nella
notte tra il mercoledì e il giovedì.
Chi faceva la notte, il giovedì era di riposo, smontava e
se ne andava a casa sua.
L‟amico durante la notte riempì i cassoni facendo in
modo di riempirne uno a metà dove mise un abito e una
camicia usati, grossomodo della taglia adatta per Jubanne.
Il ritiro dei cassoni coincideva con l‟uscita dei carcerati
all‟aria aperta.
Secondo le istruzioni dell‟amico, durante l‟uscita, Jubanne
sgattaiolò, entrò nello stanzone, quindi s‟infilò nel
cassone semivuoto, si coprì d‟altra roba .
Giunse il camion con la gru. Entrò nello stanzone, caricò
e partì.
Il carcere era in una colonia penale distante dal centro
abitato più vicino dove era la lavanderia distante 25 Km.
all‟incirca.
Usciti dalla colonia penale, Jubanne se ne rese conto
dalla sosta e dal rumore del cancello, indossò l‟abito e
la camicia.
Aspettò che trascorressero quattro o cinque minuti,
sentì che il mezzo attraversava una curva acuta.
Dall‟ombra e dal fresco capì che attraversavano una
foresta fitta.