I sentimenti e tutte le sue sfumature. Nobili sì e nobili no ... - Luigi Ladu

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Poi scomparivano misteriosamente per ricomparire
in altra località più lontana dove non erano mai stati.
Il loro gioco durò pochissimo tempo.
I galluresi, nemici dei ladri e dei delinquenti, inclini a
far piazza pulita degli ospiti poco graditi e rispettosi, in
poco tempo, tramite amici dell‟interno dell‟Isola, vennero
in piena conoscenza dei sette banditi.
Con una sorta di tamtam si trasmisero la notizia di
stazzo in stazzo, di villa in villa, di città in città; si organizzarono
e li presero sul fatto.
Erano ancora disarmati di fucile e senza altre armi da
fuoco, da quando li disarmarono altri banditi.
La loro attrezzatura era la seguente, poi diremo a cosa
servivano, per ciascuno di loro uno zainetto di cuoio
(sa tasca), che all‟occorrenza serviva capiente; per ognuno
una fune, pure di cuoio (sa soga), un coltello a
serramanico per persona, di solito (sa pattadesa); infine
un unico stiletto.
Sa tasca serviva per trasportare refurtiva.
Sa soga serviva per insogare, cioè per prendere al
laccio, le bestie vaccine.
Sa pattadesa serviva per scannare e scuoiare capi di
bestiame minuto e porcelli, agnelli e capretti.
Lo stiletto era usato per abbattere silenziosamente e
istantaneamente un capo vaccino, adulto o giovane.
I sette fratelli abilissimi insogatori: quattro
insogavano quasi contemporaneamente la stessa
bestia o due ogni insogata.
Con un gioco preciso delle soghe la facevano cadere,
due le immobilizzarono la testa, il terzo con