I sentimenti e tutte le sue sfumature. Nobili sì e nobili no ... - Luigi Ladu

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La banda dei Sette fratelli.
L‟operato dei sette fratelli si spostò da Nuragumini
dove erano ben noti e mal visti dai carabinieri e dalla
gente, ma pure questi con una sorpresa di redenzione.
Si unirono ad altre bande dello storico banditismo
della Sardegna.
Erano, però, malvisti anche da buona parte di questi
ultimi perché la maggior parte di loro avevano un proprio
codice morale da rispettare.
Per un distorto senso dell‟onore, per un bandito, rubare,
sequestrare persone per sopravvivere, non era disonore,
neppure ammazzare, se per giusta vendetta o
verso una spia, era disonore.
Era disonore farlo a danno di un povero, misero anziano
che possedeva meno di dieci pecore che portava
al pascolo lungo strade e viottoli pubblici.
In quest‟ultimo i banditi onesti, si fa per dire, avevano
ragione e possedevano un certo decoro.
Il loro codice imponeva un rigoroso rispetto.
Se sequestravano una donna, doveva essere facoltosa:
chi la sequestrava o custodiva, l‟abbiamo già detto nei
precedenti episodi, non doveva mancarle di rispetto o,
pena la morte, abusare di lei.
Gli omicidi erano previsti solo per vendetta contro
nemici di sangue o chi aveva offeso l‟onore personale
o dei propri familiari o fatto loro la spia, come già
detto.
I sette fratelli non rispettavano alcun articolo del codice
d‟onore.