I sentimenti e tutte le sue sfumature. Nobili sì e nobili no ... - Luigi Ladu

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di comandarla a distanza.
La parte esperimentale fu sbalorditiva.
Riuscì a convogliare l‟intero sciame anche a distanza
di otto chilometri.
Quel rospo che all‟inizio della poesia avevo pronosticato,
quand‟era ancora girino in una vasca dell‟orto,
che forse sarebbe stato sempre inutile e non bello, più
tardi si rivelò il mio tenore batrace.
Diventò un rospo urlatore, forse un parente lontano
sardo del più noto rospo ululone del Parco nazionale
delle foreste casentinesi.
Il nostro, però dotato di un canto tenorile e prolungati
gorgheggi in apnea, dolcissimi e potenti.
Con i quali mi allietò sere e notti d‟incanto col suo
bronzeo ed armonico canto.
Coricato nel mio lettino di ferro battuto nella mia casa
antica, attraverso il balconcino stretto che dava nel
vigneto prospiciente la parete posteriore della casa
stessa.
Mentre m‟addolciva il sonno, che scivolava in sogno,
le meliche farfalline (i grilli delle vigne) facevano il
contrappunto col loro polifonico falsetto.
Nel sogno venivano a galla antiche fole nostrane:
“La fiaba del principe rospo e di la Fata ranocchia nella
fontana suonatrice e ballerina.
Un‟altra realtà, pur reale e vissuta, ma più raccapric-
ciante concluse anche questa a lieto fine come succede
nelle fiabe.
Forse non tutti sanno che alcuni serpenti, tra cui la
biscia, molto comune nelle nostre zone e di casa nel