I sentimenti e tutte le sue sfumature. Nobili sì e nobili no ... - Luigi Ladu

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Non andavano d‟accordo con nessuno.
Vi erano alla macchia banditi pazienti e altri dalla
pazienza corta, dall‟impeto poco docile.
Questi ultimi, pur non giustificando la loro appartenenza
a una banda di fuorilegge, non sopportavano azioni
meschine.
Tali azioni furono perpetrate dai Sette fratelli, rubando
a danno dei poveri: cinque galline da una vecchia
che aveva solo quelle per nutrirsi e reati simili, come
su accennato.
Non fu tanto l‟infame reato meschino a scandalizzare
gli altri banditi, quanto l‟offesa d‟aver sparso la voce
che gli autori di tali furti erano i banditi locali.
Questa infamia fu la reazione dei banditi del posto
che, per certi aspetti, erano anche rispettati e ben voluti
per la loro fama di banditi onesti, se non molestati.
Questi si riunirono, numerosi e armati , disarmarono i
Sette fratelli, li immobilizzarono e impressero loro un
bel tatuaggio sulle loro fronti.
Il tatuaggio, se così si può definire, era disegnato con
un sottile marchio a fuoco.
Nel tatuaggio fu scritto: Ladri di galline e agnelli appartenenti
a poveracci.
Li mandarono via disarmati con l‟avvertimento di
non farsi più vedere, diversamente il prossimo tatuaggio
sarà solo un punto scritto sulla fronte di ciascuno di
loro con una pallottola d‟arma da fuoco.
Partirono e non si rivide più nessuno di loro da quelle
parti e tutto intorno nel raggio dove i banditi galantuomini
operavano.