I sentimenti e tutte le sue sfumature. Nobili sì e nobili no ... - Luigi Ladu

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interamente, ma le zampe posteriori del rospo che
rimanevano fuori.
Avevo paura: non sapevo come aiutarlo.
Per fortuna c‟era vicino un quadro piantato a fagioli;
presi un paletto di canna; percossi con quello la coda
del serpe che sputò sano e illeso il rospo.
Non fu solo il rospo che salvai, ma anche uccelli, si
sa, però, solo quelli di dimensioni adatti ad essere ingoiati,
gli altri, quali falchi ed altri rapaci erano questi
ad aggredire le serpi per divorarle o darle in pasto ai loro
piccoli.
La tattica per ammaliare questi uccelli era simile a
quella adottata per il rospo, però anziché distesa per
terra si rizzava eretta, appoggiata su uno stretto cerchio,
fatto con la coda, appoggiato per terra.
Gli uccelli scendevano velocemente con giri a vite,
emettendo versi striduli quasi in senso di minaccia e di
aggressione.
E parrebbe così se questi sventurati uccelli non andassero
a finire direttamente nelle fauci spalancate
dell‟infido rettile.
Però se c‟è una persona vicina che strilla e spaventa
l‟uccello che esce dal suo stato di trance, e forse spaventa
anche la biscia che perde la sua concentrazione
ipnotica, la preda vola via e si salva.
Il rospo o altri animaletti di quella grandezza, se il
rettile non viene disturbato, riesce a ingoiare interamente
la preda, arti compresi.
Ne diede la prova un uomo anziano del paese, il
quale portò, rientrando dalla campagna, una sorta