versione pdf - Sardegna DigitalLibrary
versione pdf - Sardegna DigitalLibrary
versione pdf - Sardegna DigitalLibrary
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
QUALE PAESAGGIO PER LA VITE?<br />
La viticoltura rappresenta una delle attività agricole più rappresentative<br />
dell’area del Mediterraneo e i vigneti sono elementi<br />
dominanti del suo paesaggio.<br />
La vite in realtà caratterizza tanto il paesaggio coltivato, quanto<br />
quello naturale in cui la si ritrova frequentemente nella forma<br />
selvatica (Vitis vinifera var. sativa e var. sylvestris).<br />
Data la sua elevata plasticità e rusticità, che la rendono adattabile<br />
alle più svariate condizioni pedoclimatiche e resistente<br />
anche alle condizioni ambientali estreme, il paesaggio della<br />
vite domesticata si presenta sotto molteplici forme.<br />
Il paesaggio coltivato rappresenta, infatti, proprio l’ambito in<br />
cui si incontrano la naturalità dei luoghi e l’operosità dell’uomo,<br />
lo spazio che deriva dalla complessa interazione fra fattori<br />
ambientali come il suolo, il clima, la geomorfologia, la biodiversità<br />
e fattori antropici come la cultura, l’economia, la struttura<br />
sociale.<br />
In molte parti d’Italia negli ultimi sessant’anni il paesaggio della<br />
vite è stato interessato da un drastico cambiamento, sicuramente<br />
più marcato negli spazi fertili delle pianure e nelle aree<br />
a maggiore vocazione agricola, che ha imposto una viticoltura<br />
altamente produttiva, basata sull’uso di pochi genotipi, sulla<br />
standardizzazione e semplificazione delle tecniche colturali e<br />
un’elevata richiesta di input produttivi come meccanizzazione,<br />
agrofarmaci, fertilizzanti e irrigazione.<br />
Alla omologazione dei modelli viticoli è corrisposta una perdita<br />
di diversità di ambienti, di risorse genetiche e di identità culturali.<br />
Il paesaggio delle elevate produzioni, dell’alta densità di<br />
impianto, delle alte cariche di gemme - il paesaggio del “molto”<br />
di fatto è un paesaggio poco tipico e con ridotte funzioni<br />
perché semplificato e orientato principalmente alla funzione<br />
produttiva. Inoltre, nelle zone di collina e montagna, soprattutto<br />
interne e più vicine alle aree naturali - spesso marginali per<br />
l’orografia del terreno e il carattere estremo del clima - molti<br />
paesaggi della vite sono scomparsi a causa dell’abbandono<br />
dell’agricoltura a vantaggio del bosco e dell’incolto creando<br />
il presupposto per fenomeni di erosione, dissesto e di degra-<br />
do del suolo. Altre forze di trasformazione del paesaggio viticolo<br />
sono state nel tempo rappresentate dalle misure della<br />
Politica Agricola Comunitaria, nel passato orientata verso una<br />
massimizzazione delle produzioni, oggi sensibilmente rivolta al<br />
contenimento delle eccedenze, ma anche alla rivitalizzazione<br />
dell’economia delle aree rurali, all’aumento della competitività<br />
delle aziende agricole anche attraverso la diversificazione di<br />
produzioni e di attività.<br />
Il meccanismo degli incentivi agli impianti, agli espianti e, in<br />
tempi più recenti, al mantenimento dell’impianto con la distruzione<br />
della produzione - la cosiddetta vendemmia verde - hanno<br />
influito marcatamente sul paesaggio della vite.<br />
Si sono trasformati poco e nulla solo i paesaggi tradizionali,<br />
ciò quelli che per definizione si evolvono molto lentamente e<br />
resistono alle pressioni di cambiamento (determinate in primo<br />
luogo da fattori economici e socio-culturali) e che rappresentano<br />
sistemi produttivi multifunzionali presenti con una moltitudine<br />
di forme ben integrati nell’ambiente naturale e rispettosi<br />
delle sue risorse.<br />
La multifunzionalità rappresenta quel carattere attribuibile<br />
all’ agricoltura quando oltre alla funzione produttiva è in grado<br />
di svolgere una funzione ecologico-ambientale come il consolidamento<br />
dei versanti, raccordo con le aree naturali, mantenimento<br />
di habitat per la fauna, conservazione della fertilità del<br />
suolo, mantenimento di una ricca biodiversità ecc... ma anche<br />
storico-culturale, sociale o etica. In questo senso il concetto di<br />
“paesaggio di qualità” non può prescindere da quello di “buon<br />
paesaggio”, quello ciò che accentra in sé molteplici significati<br />
e funzioni.<br />
L’obiettivo di un paesaggio polifunzionale è intimamente legato<br />
alla adozione di modelli viticoli sostenibili che siano in<br />
grado di fornire prodotti di qualità nel rispetto dell’ambiente e<br />
delle sue risorse senza rinunciare all’innovazione tecnologica.<br />
105