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ASPETTI CRITICI<br />
DEI TRATTAMENTI FUNGICIDI<br />
L’attività curativa dei fungicidi, detta anche retroattività, non è<br />
legata solo alla loro capacità di penetrazione nei tessuti, ma<br />
anche al loro meccanismo d’azione.<br />
È molto importante sottolineare che l’efficacia curativa di un<br />
trattamento è limitata alle prime fasi del ciclo d’infezione. Per<br />
questo motivo, rispetto all’impostazione della difesa su base<br />
preventiva, l’approccio curativo comporta maggiori rischi, soprattutto<br />
in quelle zone o in quelle annate con andamenti meteorologici<br />
che da un lato favoriscono lo sviluppo epidemico<br />
delle malattie e dall’altro impediscono l’esecuzione tempestiva<br />
dei trattamenti.<br />
Di conseguenza, la tendenza attuale è orientata verso un uso<br />
prettamente preventivo dei fungicidi, anche di quelli in grado<br />
di svolgere un’azione curativa.<br />
Un’altra problematica importante è il rischio di selezionare<br />
ceppi dei patogeni resistenti ai p.a. Ad eccezione dei fungicidi<br />
di copertura tradizionali tutti gli altri sono a rischio resistenza.<br />
Com’è noto, per limitare tale rischio questi fungicidi devono<br />
essere utilizzati in miscela e/o in alternanza con p.a. a diverso<br />
meccanismo d’azione, possibilmente con i p.a. di copertura<br />
tradizionali.<br />
Sarebbe rischioso alternare o miscelare esclusivamente prodotti<br />
a rischio, anche se con meccanismi d’azione differenti,<br />
perché in questo caso potrebbero selezionarsi ceppi con resistenza<br />
ad ognuno di essi. Inoltre, p.a. con lo stesso meccanismo<br />
d’azione non devono essere applicati più di 2, 3, max<br />
4 volte (a seconda del p.a.) nel corso della stessa stagione<br />
vegetativa.<br />
Di solito le miscele sono già commercializzate come tali, mentre<br />
l’alternanza deve essere stabilita dal viticoltore scegliendo<br />
p.a. che non presentino resistenza incrociata (Tab. 2).<br />
Inoltre, la selezione di ceppi resistenti è favorita dall’impiego<br />
curativo dei fungicidi. Con ciò non ci si riferisce tanto al blocco<br />
delle infezioni in fase di sviluppo, quanto all’uso in presenza di<br />
sintomi diffusi.<br />
L’uso preventivo dei prodotti curativi appare quindi ancor più<br />
giustificato: non solo per scongiurare un’azione tardiva e quindi<br />
inefficace, ma anche per limitare i fenomeni di resistenza.<br />
Le caratteristiche tecniche dei vari fungicidi ci consentono di<br />
stabilire il periodo migliore per utilizzarli, tenendo in considerazione<br />
anche la gestione della resistenza.<br />
Le indicazioni seguenti si riferiscono ai trattamenti antiperonosporici<br />
e antioidici.<br />
All’inizio della stagione vegetativa possono essere collocati i<br />
p.a. di copertura tradizionali, che sono ancora importantissimi<br />
in funzione antiresistenza. In periodi molto piovosi potrebbero<br />
essere utilizzati anche i nuovi p.a. mesostemici, resistenti al<br />
dilavamento, ma ciò preclude il loro uso in una fase successiva.<br />
Al contrario, l’assorbimento dei prodotti endoterapici (citotropici,<br />
sistemici e locosistemici) può essere scarso per le<br />
basse temperature e la traslocazione limitata, e quindi “poco<br />
utile”, su una vegetazione ancora poco sviluppata.<br />
Viceversa, tali p.a. si collocano molto bene nel periodo di più<br />
intensa crescita vegetativa, soprattutto i sistemici veri e propri<br />
in quanto possono proteggere al meglio la nuova vegetazione.<br />
Dall’allegagione alla chiusura del grappolo, quando il germoglio<br />
rallenta la sua crescita, l’assorbimento dei prodotti endoterapici<br />
risulta problematico e scarso sulle foglie vecchie<br />
ed in particolare sugli acini in accrescimento, che potrebbero<br />
rimanere privi di protezione.<br />
Questo è il periodo migliore per posizionare i p.a. mesostemici<br />
molto adatti alla protezione del grappolo che ha uno strato<br />
ceroso consistente.<br />
Dalla fase di chiusura in poi il grappolo non è più recettivo alle<br />
infezioni di peronospora ed oidio e non sono possibili nuove<br />
infezioni se non sulle femminelle. Se è necessario effettuare<br />
ulteriori trattamenti è bene passare a prodotti di copertura tradizionali<br />
come il rame o lo zolfo.<br />
Estendere i trattamenti oltre la fase di invaiatura può rivelarsi<br />
inutile. Una difesa efficace deve scongiurare l’instaurarsi di<br />
focolai d’inoculo in vigneto all’inizio della stagione. Il periodo<br />
che va da germogli di 10 cm alla fioritura è il momento più critico,<br />
quello che deve essere gestito con maggiore attenzione.<br />
A causa della natura policiclica delle epidemie di peronospora<br />
ed oidio, che consente la realizzazione di numerosi cicli secondari,<br />
tali malattie sono difficilmente contenibili una volta che<br />
si sono stabilite nel vigneto.<br />
Arrivare all’invaiatura con la necessità di dover salvaguardare<br />
le femminelle per la presenza diffusa di sintomi, significa aver<br />
protetto in modo insufficiente la vegetazione nelle prime fasi e<br />
a quel punto di solito è troppo tardi.<br />
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