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al 420 A in terreni più difficili, a bassa fertilità e non irrigati.<br />

Le produzioni risultano compatibili con quelle del 420 A sui<br />

terreni difficili, ma sono leggermente più basse (e di qualità<br />

minore) su terreni in piano: in particolare il 140 Ru sembra<br />

evidenziare un’affinità per l’azoto simile a quella del 420 A,<br />

finendo con l’ottenere quasi le stesse prestazioni, in termini di<br />

resistenza al fenomeno della colatura. Di negativo, il fatto che<br />

le uve provenienti “da” 140 Ru si presentano con un contenuto<br />

in polifenoli più basso, caratteristica negativa costante sia al<br />

centro che al sud dell’Isola, in condizioni di terreno rispettivamente<br />

a pH neutro e alcalino.<br />

775 P<br />

Il 775 P è un ibrido ottenuto dal Paulsen incrociando Vitis berlandieri<br />

per Vitis rupestris. È spesso opinione comune che i<br />

tre ibridi ottenuti dal Paulsen siano sostanzialmente equivalenti.<br />

In realtà, il 775 P è il meno vigoroso e si adatta a terreni<br />

asciutti, purché non molto siccitosi, mediamente clorosanti,<br />

per quanto preferisca quelli di medio impasto, un po’ freschi.<br />

Tra i tre ibridi ottenuti dal Paulsen, in <strong>Sardegna</strong> Il 775 P è il<br />

meno diffuso. Nonostante questo, va detto che presenta delle<br />

peculiarità importanti. Quando utilizzato su Vermentino sui<br />

suoli argillo – sabbiosi a pH alcalino ha dimostrato di conferire<br />

produzioni comparabili con il 140 Ru, ma con una qualità<br />

dell’uva migliore, in virtù di un pH più basso, di un grado zuccherino<br />

più alto e di una affinità per il potassio decisamente<br />

minore. Queste stesse caratteristiche trovano conferma<br />

quando, negli stessi ambienti, viene utilizzato sulla Malvasia<br />

di <strong>Sardegna</strong>: oltre ad essere il portinnesto più produttivo, è<br />

quello che conferisce le migliori caratteristiche alle uve. Dati,<br />

questi, confermati anche da altre indagini preliminari svolte su<br />

vigneti della Planargia. Poco marcata appare la sua influenza<br />

nei confronti del primo vitigno a bacca nera coltivato in <strong>Sardegna</strong>:<br />

nessuno dei principali parametri di questo vitigno sembra<br />

essere influenzato positivamente da questo ibrido: pertanto,<br />

contrariamente a quanto precedentemente indicato per i due<br />

vitigni a bacca biacca , il 775 P non sembra essere un portinnesto<br />

da utilizzare per il Cannonau.<br />

779 P<br />

Anche il 779 P è stato ottenuto da Paulsen a Palermo alla fine<br />

dell’800, dall’incrocio della Vitis berlandieri per Vitis rupestris.<br />

Anche questo portinnesto, pur presentando caratteristiche e<br />

un’origine comuni con gli altri “Paulsen”, presenta delle peculiarità<br />

particolari. È simile al 1103P, ma possiede una vigoria<br />

più ridotta. È sempre caratterizzato da una buona resistenza<br />

alla siccità, al calcare ed alla compattezza del terreno, ma<br />

si adatta anche a terreni mediamente fertili. Su Vermentino,<br />

Malvasia e Cannonau questo portinnesto riduce la produttività<br />

(sino al 20% sul Vermentino rispetto ai più produttivi 775P e<br />

140 Ru) e presenta delle caratteristiche simili al 140 Ru, da cui<br />

si differenzia, nei due vitigni bianchi, per una maggiore affinità<br />

per il potassio.<br />

1103 P<br />

È stato selezionato da Paulsen a Palermo, è diffuso in gran<br />

parte delle zone viticole calde e siccitose. È un portinnesto<br />

dotato di elevata vigoria, per cui è opportuno utilizzarlo nei<br />

terreni non troppo fertili, anche se compatti e salmastri, e in<br />

combinazione con vitigni non troppo vigorosi. Tende a ritardare<br />

la maturazione delle uve, ma consente livelli di acidità dei mosti<br />

più elevati. È uno dei portinnesti più utilizzati sia per la sua<br />

versatilità che per la affinità di innesto con tutte le principali<br />

varietà di vite, sia da tavola che da vino. Questa capacità di<br />

adattamento e questa versatilità sono sicuramente presenti<br />

nel 1103 P quando è usato con il Vermentino: indagini svolte<br />

nella <strong>Sardegna</strong> meridionale hanno rilevato produzioni minori<br />

del 20% rispetto a 775 P e 140 Ru, e un’affinità verso il potassio<br />

tendenzialmente più bassa rispetto soprattutto al 140<br />

Ru. Sulla Malvasia di <strong>Sardegna</strong> è risultato il portinnesto più<br />

produttivo (sia nel sud dell’Isola che in Planargia) e ha rivelato<br />

un’affinità per il potassio decisamente inferiore rispetto all’altro<br />

portinnesto di pari produttività: il 775 P. Sul Cannonau il<br />

1103 P ha indotto livello e qualità della produzione sostanzialmente<br />

simile a quella ottenibile con il 140 Ru, ma le uve sono<br />

risultate generalmente più ricche in polifenoli.<br />

PORTINNESTI MINORI<br />

Su questi portinnesti non si dispone di dati scientifici poliennali<br />

provenienti dalle sperimentazioni, ma si riportano i risultati<br />

preliminari di alcune indagini avviate in Planargia e nell’area<br />

di Dorgali dove il 110 R è stato confrontato con i il 420 A, il 140<br />

Ru e il 1103 P.<br />

Kober 5BB<br />

È un portinnesto ottenuto da un incrocio interspecifico di Vitis<br />

berlandieri per Vitis riparia. Selezionato in Austria all’inizio del<br />

‘900, si è ampiamente diffuso per la plasticità di adattamento<br />

ai diversi tipi di terreno e per la buona affinità d’innesto. Vigoroso,<br />

viene preferibilmente utilizzato nei terreni freschi di<br />

pianura o di media collina, pesanti ed argillosi purché non eccessivamente<br />

siccitosi. Ideale per forme d’allevamento espan-<br />

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