Tabella 1. Strategie di gestione del vigneto o dello spazio rurale AREA E VIGNETO 1.1 Ceppi (SCHELETRO/CHIOMA) 1.2 Strutture dell’impianto 2 Siepi interne: ESTENSIONE 3 Siepi interne: QUALITà 4 Usi del suolo consociati 5 Alberi architettonici 6 Interfilare e area sottochioma AREA VICINO AL VIGNETO 7 Architetture e manufatti rurali 8 Elementi minori del paesaggio ALTRE STRATEGIE 9 Comunicazione e partecipazione 10 Pianificazione e gestione territoriale MIGLIORAMENTO BENEFICI → adozione di una regolare potatura e eliminazione delle difformità tra i ceppi → mantenimento delle forme tradizionali dell’alberello nella loro diversità negli impianti storici che presentano ancora una buona attitudine produttiva → mantenimento dei ceppi in buono stato sanitario → sostituzione del materiale impiantistico obsoleto o danneggiato → impiego di materiali a maggiore sostenibilità ambientale (legno trattato, essenze locali, ecc..) → sostituzione dei frangivento di materiali inerti con frangivento vivi di essenze autoctone o morti di essenze vegetali native (esempio fusti di canna) → eliminazione di materiali di risulta usati per la protezione dei ceppi dai danni meccanici → contenimento del numero dei fili metallici per il sostegno della chioma → contenimento del numero di pali di ferro e cemento → contenimento della pacciamatura plastica → mantenimento/introduzione nelle aree a vigneto di formazioni arbustive nelle loro strutture lineari o poligonali → adattamento del disegno della superficie vitata al vincolo di presenze di habitat naturali o seminaturali, eventualmente anche rinunciando alla regolarità del disegno dell’appezzamento → protezione, rivegetazione, ripristino degli habitat naturali → manutenzione dei fossi e canali, rivegetazione delle zone ripariali eventualmente presenti all’interno del podere → impiego di essenze tipiche della flora mediterranea e in generale di essenze native e sostituzione di specie alloctone → diversificazione delle specie nell’impianto di siepi lungo la loro estensione ( z ) → mantenimento, laddove compatibile con la gestione del vigneto, della biodiversità coltivata (piante da frutto, colture ortive intercalari, se proprie di un sistema viticolo tradizionale) → eliminazione degli esemplari di piante ad frutto che possono rappresentare ospiti di organismi patogeni per la vite per la loro specificità o il loro stato di declino → mantenimento dei ceppi degli alberi eliminati in quanto costituiscono preziosi habitat per la nidificazione → mantenimento degli esemplari arborei architettonici e valorizzazione della loro presenza con opportuna segnalazione o integrazione nella fruizione degli spazi aziendali → introduzione di essenze native di copertura del suolo → contenimento delle essenze da fiore (al di sotto del 20%) → recupero e riuso delle architetture rurali storiche per le attività dell’azienda → impiego dei materiali locali e tradizionali negli interventi di restauro conservativo → valorizzazione con opportuna segnalazione di reperti storici della civiltà contadina o reperti archeologici → recupero degli elementi minori del paesaggio presenti all’interno del podere (fontanili, cancellate, edicole, cippi, ecc…) → mantenimento/manutenzione di recinzioni realizzate con materiali locali (pietra, materiali vegetali) → recupero dei muretti a secco → valorizzazione di elementi naturali di particolare valenza paesaggistica come particolari formazioni rocciose o caratteristiche formazioni vegetali naturali → rivegetazione delle capezzagne o degli spazi non idonei alla coltivazione per salinità, ristagno idrico o presenza di residui della coltura → realizzazione dei bacini naturali di invaso delle acque secondo criteri di sostenibilità (forme e vegetazione) → “comunicazione” del paesaggio tipico dell’azienda attraverso l’identificazione nelle etichette, nella denominazione dei prodotti enologici → promozione della partecipazione della popolazione locale alla percezione del paesaggio viticolo proprio dei luoghi → sensibilizzazione degli amministratori locali al valore del paesaggio viticolo come risorsa del territorio → promozione nelle diverse aree a vocazione vitivinicola di azioni coordinate di gestione che considerino il paesaggio della vite uno spazio produttivo, ma anche un ecosistema strategico per la qualità ambientale e una risorsa economica per il territorio → adesione a livello aziendale, consortile o associativo alle reti europee di enti che promuovono la valorizzazione del paesaggio rurale (CIVILSCAPE, RECEP/ENELC) ↔ migliore qualità visiva, ↔ migliore equilibrio morfo-funzionale delle piante, ↔ conservazione di un paesaggio culturale ↔ migliore qualità visiva, ↔ vaumento della biodiversità all’interno del vigneto, ↔ stabilità delle specie per il miglior adattamento all’ambiente, ↔ migliore sostenibilità del modello viticolo, ↔ minori problemi di smaltimento di rifiuti speciali a fine ciclo ↔ aumento della diversità delle specie all’interno del vigneto e promozione di più complesse relazioni flora-fauna, ↔ creazione di habitat per l’entomofauna utile, ↔ miglioramento delle funzioni ecologico-ambientali del vigneto, ↔ mantenimento della rete di connettività ecologica, ↔ creazione di zone buffer per contenere l’effetto deriva dei trattamenti, ↔ riduzione dei fenomeni erosivi, migliore stabilità del vigneto ↔ migliore sviluppo e maggiore longevità delle siepi per l’ottimale rapporto genotipo-ambiente, ↔ incremento della biodiversità negli spazi limitrofi al vigneto, ↔ miglioramento dell’efficienza dei frangivento, ↔ miglioramento del contesto paesaggistico dell’azienda ↔ miglioramento degli equilibri biologici, ↔ incremento della biodiversità animale negli spazi limitrofi al vigneto, ↔ migliore salvaguardia della qualità e integrità dell’ uva, ↔ mantenimento della tradizione agricola e di paesaggi culturali ↔ creazione di segni identitari per i poderi e le produzioni, ↔ valorizzazione della storia del luogo, ↔ mantenimento della diversità biologica ↔ aumento della biodiversità e delle funzioni ecologiche del vigneto, ↔ prevenzione dell’erosione, ↔ stabilità delle coperture ↔ miglioramento del contesto paesaggistico dell’azienda, ↔ possibilità di diversificare le attività aziendali (fornitura di servizi), ↔ integrazione dell’attività produttiva con il turismo ↔ miglioramento del contesto paesaggistico dell’azienda, ↔ mantenimento dell’identità culturale, ↔ valorizzazione dei caratteri di peculiarità degli ambienti viticoli, ↔ recupero delle pratiche agricole tradizionali, ↔ recupero dei mestieri e dei prodotti tradizionali ↔ formazione della coscienza del paesaggio viticolo come bene comune ↔ maggiore competitività dell’azienda vitivinicola, ↔ rilancio delle produzioni, ↔ rivitalizzazione dell’economia delle aree rurali attraverso la promozione del loro paesaggio ( z ) Le specie legnose più frequentemente riscontare nelle formazioni a siepe dei vigneti dei macroterritori di riferimento in <strong>Sardegna</strong> sono: Artemisa arborescens L., Asparagus acutifolius L., Cistus spp., Cupressus sempervirens L., Eucaliptus spp., Genista corsica (Loisel) DC., Juniperus spp., Lonicera implexa (Aiton), Olea europea L. var sylvestris, Opuntia ficus-indica, Pistacia lentiscus L., Pistacia terebinthus L., Quercus ilex L., Rahmnus alaternus, Smilax aspera L. 115
116 LE SCELTE PER L’IMPIANTO DI UN VIGNETO Gianni Lovicu, Agenzia AGRIS <strong>Sardegna</strong>; Luca Mercenaro, Università di Sassari; Renzo Peretto, Agenzia LAORE <strong>Sardegna</strong>