31.05.2013 Views

versione pdf - Sardegna DigitalLibrary

versione pdf - Sardegna DigitalLibrary

versione pdf - Sardegna DigitalLibrary

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

zona di Lu nibareddu, penetrando nell’entroterra sino alla base<br />

dell’abitato di Badesi. L’area è storicamente vocata alla coltivazione<br />

della vite e i primi vigneti risalgono almeno all’inizio del<br />

‘900. Lo sfruttamento agricolo della piana è, con molta probabilità,<br />

all’origine dei lavori di rettifica e contenimento fluviale,<br />

nonchè delle opere di stabilizzazione delle dune litorali (metà<br />

anni ’50) (foto aerea sottostante, CGR 1954).<br />

Un’origine diversa hanno le coltri alluvionali che si estendono<br />

a nord tra il Coghinas e i ruscelli che scendono dai rilievi paleozoici<br />

disposti ad anfiteatro intorno alla piana. Le acque hanno<br />

ridepositato i detriti e le sabbie in terrazzi alluvionali naturali.<br />

22<br />

IL SUOLO<br />

I suoli del Sulcis investigati si possono distinguere a grandi<br />

linee, in due complessi morfogeneticamente diversi, pur essendo<br />

entrambi marcati dalla forte componente della vicinanza<br />

al mare.<br />

Il primo complesso, si evolve alla base del dolce rilievo carbonatico<br />

di Monte sa Perda, dove i tipici detriti e le rosse argille<br />

residuali dell’altura si combinano con le sabbie eoliche più o<br />

meno cementate che si inoltrano nelle vallecole sino a circa<br />

60 m sul livello attuale del mare. Questo processo ha creato<br />

suoli con una struttura abbastanza stabile e fertile, nonostante<br />

la forte impronta delle sabbie silicee e quindi con una miglior<br />

predisposizione all’uso viticolo.<br />

Il secondo complesso si estende nella pianura, con suoli molto<br />

differenziati per estensione e tipologia anche a scala aziendale,<br />

che rispecchiano l'intrico di litotipi del substrato tipico delle<br />

zone deltizio-lagunari di retro spiaggia, che si alterna a suoli di<br />

origine alluvionale sia recenti che di età più antica a matrice<br />

sabbiosa, ciottolosa o più argillosa. A testimonianza di climi<br />

decisamente più caldi e umidi di quelli attuali, alcuni suoli più<br />

Dopo un periodo di espianti dei vecchi vigneti, negli anni ‘80-<br />

’95 (foto aerea sottostante, AIMA 1992) alcune porzioni di sabbie<br />

pleistoceniche sono state interessate da intensa attività<br />

estrattiva, finalizzata alla costruzione di manufatti edili o infrastrutturali.<br />

Successivamente i piani di cava delle stesse aree<br />

sono stati poi impiantati (o reimpiantati) con nuovi vigneti, in<br />

un nuovo ambiente artificiosamente creato per questo uso.<br />

Tutta l’area è interessata dall’influenza dei venti dominati di<br />

Maestrale e Ponente, che oltre a generare i campi dunali, condizionano<br />

fortemente il clima locale.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!