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terizzate da una più incisiva presenza del paesaggio viticolo<br />

che arriva a rappresentare poco meno del 10% della copertura<br />

del suolo.<br />

Per quanto ancora marcata sia la connotazione naturale dei<br />

luoghi, il paesaggio agrario presenta le caratteristiche di un sistema<br />

colturale complesso con diffusa presenza di ampi seminativi<br />

(erbai a sostegno della pastorizia) e dove la componente<br />

delle colture legnose agrarie è ben rappresentata anche da<br />

altre specie - la vite rappresenta in media il 30% delle colture<br />

arboree - come l’olivo, il mandorlo e i fruttiferi.<br />

La complessità delle tessere a coltura rappresenta una qualità<br />

di sostenibilità del paesaggio che porta però anche i segni del<br />

rimboschimento con essenze estranee al paesaggio vegetale<br />

autoctono.<br />

L’orografia del territorio è varia - suggestiva la tipologia orografica<br />

dell’altopiano - e articolata; il suolo risulta governato<br />

da opere di sistemazioni come terrazzi o ciglionamenti.<br />

La presenza del paesaggio viticolo tradizionale è qui solo<br />

residuale a conferma di una recente modernizzazione degli<br />

impianti che presentano i caratteri della viticoltura moderna,<br />

dalla estensione di ampie superfici, alla ridotta diversità degli<br />

ecosistemi, alla ridotta presenza di biodiversità di specie e diversità<br />

genetica dei vitigni, elementi tutti che influenzano la<br />

qualità e funzionalità del paesaggio della vite.<br />

42<br />

I VIGNETI<br />

L’areale è fortemente caratterizzato da una viticoltura moderna<br />

dove le forme libere come l’alberello sono limitate pochi ettari.<br />

I vigneti sono gestiti mediante controspalliere potate a guyot<br />

o a cordone speronato e sono ormai pochi gli alberelli, spesso<br />

“modificati” a parete.<br />

I sesti di impianto prevedono generalmente spaziature tra i filari<br />

comprese tra i 2,2 metri e i 2,5 metri, mentre le distanze<br />

sulla fila variano da 0,8 a 1 metro.<br />

Queste scelte impiantistiche consentono un elevato grado di<br />

meccanizzazione: gestione del suolo, pre-potatura secca, cimature<br />

e sfogliature e raccolta sono operazioni che possono, e<br />

vengono, regolarmente eseguite mediante utilizzo di appositi<br />

macchinari. Tale aspetto è confermato dalla presenza di ampie<br />

capezzagne, necessarie per la movimentazione di questi macchinari<br />

portati o trainati.<br />

La gestione a guyot o a cordone speronato è la più comune e,<br />

generalmente, la scelta di un sistema di potatura lungo o corto<br />

è condizionato dalla fertilità basale delle varietà coltivate.<br />

Comunque non è raro ritrovare varietà che, nonostante si adattino<br />

benissimo alla potatura corta, sono gestite mediante tralci<br />

rinnovabili.<br />

In entrambi i casi la spalliera è molto semplice, costituita da un<br />

filo di banchina posizionato a circa 70 cm e due o tre palchi fili,<br />

raramente binati, che servono per contenere la vegetazione.

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