versione pdf - Sardegna DigitalLibrary
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mento di colatura ed all’esuberanza vegetativa.<br />
Varietà e portinnesto dimostrano una elevatissima compatibilità<br />
ed entrambi manifestano affinità per l’azoto, con conseguente<br />
eccessiva vigoria (e colatura) che portano a produzioni<br />
assolutamente insoddisfacenti. Questo difetto non viene peraltro<br />
nemmeno limitato dall’empirico sistema di aumentare<br />
la carica di gemme per ceppo per ridurre la vigoria. In conclusione<br />
la combinazione d’innesto Vitis rupestris - Cannonau,<br />
sembra avere qualche possibilità solo su terreni difficili, poco<br />
fertili, con un ridotto contenuto di acqua e in pendenza dove<br />
la capacità di questo portinnesto di trovare e assorbire l’azoto<br />
riesce a evidenziarsi.<br />
420 A<br />
Il 420 A è un ibrido ottenuto in Francia da Millardet e de Grasset<br />
nel 1887 da un incrocio tra due specie di Vitis: la Vitis<br />
berlandieri e la Vitis riparia. È un portinnesto generalmente<br />
caratterizzato da una crescita lenta dell’apparato radicale (caratteristica<br />
che suggerisce di evitare un’eccessiva carica di<br />
uva nei primi anni). È tollerante al calcare e resiste bene in<br />
terreni dotati di pH elevato. Questo ibrido presenta una vigoria<br />
media, buona resistenza a calcare e siccità e una interessante<br />
adattabilità ai diversi tipi di terreno: da quelli di medio impasto<br />
a quelli argillosi e compatti di collina. Sviluppa più lentamente<br />
nei primi anni d’impianto ma induce, successivamente, un<br />
ottimo equilibrio vegeto-produttivo. È adatto a forme d’allevamento<br />
poco espanse ed a impianti fitti, ma risulta sensibile<br />
alla stanchezza del terreno. Sul Vermentino sembra garantire<br />
normalmente livelli produttivi simili a quelli della Vitis rupestris<br />
du Lot, anche se le piante innestate su questo ibrido<br />
producono un mosto meno zuccherino, ma più ricco di calcio.<br />
Interessante, in questa ottica, è il fatto che è il portinnesto<br />
che, in combinazione con questo vitigno, dimostra meno affinità<br />
per il potassio. La ridotta presenza di potassio nel mosto,<br />
unita alla concorrenza del calcio, contribuisce a spiegare la miglior<br />
finezza riscontrata da alcuni autori nei vini provenienti da<br />
ceppi innestati su 420A. Sulla Malvasia, le indagini effettuate<br />
nel sud dell’Isola hanno evidenziato una riduzione di vigoria<br />
e produzione indotta dal 420 A, mentre in Planargia è stata<br />
riscontrata una produttività simile a quella dei principali portinnesti<br />
a confronto: In entrambi gli ambienti tradizionali per la<br />
coltivazione di questo vitigno, il ricorso al 420 A ha determinato<br />
una riduzione del pH nel mosto ed un aumento dell’acidità<br />
fissa totale. Inoltre, il 420 A sembra conferire una maggiore affinità<br />
per l’assorbimento di calcio anziché di potassio, fatto che<br />
suggerisce l’uso di questo portinnesto per la produzione di vini<br />
dotati di elevata qualità. Il vitigno sardo sui cui il 420 A riesce<br />
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a conferire le caratteristiche più interessanti, sia sul piano vegetativo<br />
(riduzione della dimensione delle piante), sia sul piano<br />
produttivo ( + 15%), che su quello qualitativo (pH più basso<br />
e un contenuto in polifenoli più elevato), è il Cannonau. Come<br />
dimostrano diverse sperimentazioni effettuate nella <strong>Sardegna</strong><br />
meridionale, la forte riduzione della taglia, consente anche<br />
l’intensificazione della densità di impianto del vigneto (ottenibile<br />
con una riduzione della distanza sulla fila) e una notevole<br />
riduzione del numero di interventi di potatura verde. Questi<br />
risultati interessanti hanno però un “costo”: è necessario disporre<br />
di acqua e limitare l’uso del 420 A a terreni dotati di<br />
una buona fertilità. Per vigneti marginali non dotati di irrigazione<br />
(nemmeno di soccorso) è bene optare per altri portinnesti.<br />
Simili risultati (stesse produzioni dei portinnesti più utilizzati,<br />
ma maggior contenuto in zuccheri e in polifenoli) sulle uve e,<br />
quindi, nei vini) sono stati osservati anche in aree diverse della<br />
<strong>Sardegna</strong> e del Mediterraneo, confermando come il Cannonau<br />
sia un vitigno che mostra un alto assorbimento di azoto ed il<br />
420 A un portinnesto a bassa affinità per l’azoto.<br />
140 Ru<br />
Il 140 Ru è un ibrido ottenuto dall’incrocio di Vitis berlandieri<br />
per Vitis rupestris: tra le sue caratteristiche la resistenza all’aridità,<br />
al calcare attivo e il conferimento di una buona vigoria.<br />
Il vigore indotto alla marza, con un possibile prolungamento<br />
del ciclo vegetativo, ne giustificano l’adozione limitatamente<br />
in terreni particolarmente calcarei e siccitosi. È quindi consigliato<br />
in terreni poco fertili, siccitosi e in zone calde. Sul Vermentino<br />
il 140 Ru ha dimostrato di avere una buona affinità,<br />
e confrontato su terreno argillo-sabbioso, alcalino (pH 8,3),<br />
con un contenuto in calcare attivo vicino al 10% e una sufficiente<br />
dotazione di sostanza organica, questo portinnesto ha<br />
indotto un incremento produttivo di circa il 30% rispetto alla<br />
Vitis rupestris e al 420 A, senza alcun decremento del tenore<br />
in zuccheri della bacca. Tra le caratteristiche negative va sicuramente<br />
individuata l’elevata affinità per il potassio ed un pH<br />
del mosto più elevato. Sulla Malvasia di <strong>Sardegna</strong> (negli areali<br />
dei vini DOC ottenuti da questo vitigno è generalmente coltivato<br />
in terreni ricchi di calcare) il 140 Ru ha mostrato risposte<br />
agronomiche differenti in base alla modalità di gestione del<br />
suolo. Nel vigneto inerbito ha indotto produzioni basse, eccessivo<br />
rigoglio vegetativo, pH più alto, contenuto in potassio<br />
dell’uva elevato, ma utilizzando tecniche di gestione del suolo<br />
tradizionali, caratterizzate da lavorazione, le produzioni sono<br />
risultate simili a quelle degli altri portinnesti. Il Cannonau è<br />
un vitigno che risente positivamente dell’interazione con il 140<br />
Ru, tanto che questo può rappresentare una valida alternativa