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Tabella 1. Posizione indicativa del punto del tralcio con la massima attività assimilativa. Da Silvestroni et al., 1994, modificato.<br />
Con la cimatura la pianta reagisce ringiovanendo la chioma,<br />
mediante l’emissione di nuovi germogli laterali (femminelle).<br />
In questo senso è molto importante il rispetto dei tempi di<br />
esecuzione della pratica, per consentire alle nuove femminelle<br />
di accrescersi e di raggiungere la dimensione ottimale in<br />
coincidenza con il momento dell’invaiatura. In questa fase gli<br />
zuccheri elaborati, prodotti dalle foglie, ma anche dalle femminelle<br />
che partono dalle gemme di corona o da quelle inserite<br />
lungo il tralcio, vengono indirizzati verso il grappolo.<br />
Tenuto conto di questi aspetti, è importante ribadire che la cimatura<br />
determina effetti diversi, anche opposti, a seconda del<br />
momento fenologico nel quale viene effettuata.<br />
Un intervento molto precoce, effettuato in prefioritura,<br />
facilita l’allegagione, perché interviene sulla competizione tra<br />
fiori e apici vegetativi, a vantaggio dei primi. Questa constatazione<br />
suggerisce di adottare la cimatura per quei vitigni che<br />
sono soggetti a colatura per vigoria eccessiva.<br />
La cimatura eseguita successivamente, durante la fioritura,<br />
determina una scarsa riduzione della superficie fogliare, in<br />
quanto la parte apicale che viene asportata è minima.<br />
Questo intervento aumenta l’età media delle foglie (per eliminazione<br />
della parte più giovane del germoglio) e promuove<br />
lo sviluppo delle gemme pronte, che porteranno un generale<br />
ringiovanimento della chioma stessa nelle successive fasi.<br />
In questo momento fenologico i grappoli sono molto piccoli e<br />
non hanno ancora bisogno di un elevato apporto di zuccheri,<br />
per cui la contemporanea richiesta di nutrienti da parte del-<br />
136<br />
Periodo dell’anno<br />
(indicativo)<br />
L’EPOCA DI ESECUZIONE<br />
DELLA CIMATURA<br />
Fase fenologica<br />
(indicativa)<br />
Lunghezza germoglio<br />
in nodi (indicativa)<br />
Giugno prefioritura 15 8 m° - 10 m°<br />
Agosto invaiatura 40 20 m° - 25 m°<br />
Settembre - Ottobre vendemmia oltre 40 oltre 30 m°<br />
Posizione<br />
delle foglie con<br />
la massima attività<br />
assimilativa (nodo)<br />
le femminelle in accrescimento non comporta effetti negativi<br />
sulla produzione della pianta. Successivamente, al momento<br />
dell’invaiatura, le femminelle saranno pienamente sviluppate<br />
ed in grado di contribuire alla richiesta di zuccheri da parte dei<br />
grappoli. Una buona capacità produttiva, in termini quali-quantitativi,<br />
è legata soprattutto ad un adeguato rapporto tra area<br />
fogliare fotosinteticamente attiva ed uva ottenuta. Il rapporto<br />
ottimale deve essere pari almeno ad 1, ovvero si deve assicurare<br />
almeno 1 m 2 di chioma esposta alla radiazione solare per<br />
ogni kg di uva prodotta. In questo senso la cimatura precoce in<br />
fioritura è in grado di riequilibrare la dinamica di sviluppo della<br />
chioma, assicurando questo rapporto tra foglie e uva prodotta.<br />
La cimatura attuata in periodo intermedio, durante l’invaiatura<br />
degli acini, va eseguita con una certa accortezza,<br />
per evitare di eccedere nell’entità della riduzione dei germogli,<br />
col rischio di un eccessivo ricaccio di giovani femminelle che<br />
entrerebbero in competizione, per gli zuccheri elaborati, con il<br />
grappolo, proprio nel momento del suo massimo sviluppo. Questo<br />
determinerebbe effetti fortemente negativi sulla capacità<br />
produttiva delle piante, provocando ritardi nella maturazione<br />
ed una riduzione della qualità della produzione conseguita.<br />
La cimatura tardiva, eseguita nel periodo prossimo alla<br />
vendemmia, non svolge un’azione rilevante dato che la richiesta<br />
di zuccheri da parte delle bacche è, in questo periodo,<br />
minima.<br />
Lo scopo dell’operazione è essenzialmente quello di scoprire il<br />
grappolo, facilitando la penetrazione degli agro farmaci, e nel