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cussione sulla struttura del paesaggio e sulla funzione ecologico-ambientale<br />

degli ecosistemi, la viticoltura di montagna dei<br />

rilievi interni della <strong>Sardegna</strong> rappresenta un’eccezione.<br />

Qui ci si imbatte in un paesaggio viticolo consolidato da secoli<br />

sul territorio, dove i vigneti, per lo più ancora frammentati,<br />

rappresentano circa il 15% della copertura del suolo e sono<br />

ben integrati in un contesto ambientale a forte connotazione<br />

naturale.<br />

Ne deriva un paesaggio molto complesso dove in ambiti spaziali<br />

circoscritti si ritrovano concentrate le coltivazioni, in cui<br />

elevata è la diversità delle specie e quella genetica dei coltivi.<br />

Di fatto un paesaggio della vite con una forte connotazione<br />

policolturale, tipica dei paesaggi agrari tradizionali.<br />

Spiccano i vigneti storici con i loro esemplari centenari in cui le<br />

architetture dei ceppi disegnano spazi dalle molteplici forme e<br />

rimandano alla suggestione di una viticoltura “arcaica”.<br />

Il perpetuarsi di alcune fra le più caratteristiche tecniche viticole<br />

tradizionali e il forte legame del territorio alla storia e<br />

cultura locale concorrono al mantenimento di uno dei paesaggi<br />

culturali della vite più significativi in Italia.<br />

I vigneti storici del Mandrolisai rappresentano uno dei soli<br />

123 paesaggi rurali storici raccolti in un Catalogo Nazionale,<br />

(Agnoletti, 2009).<br />

50<br />

I VIGNETI<br />

Sebbene l’alberello sia ancora la forma di allevamento più presente<br />

nell’areale, per gli impianti realizzati nell’ultima decade<br />

è stato preferito l’utilizzo di una controspalliera dove le viti<br />

vengono allevate con un cordone speronato bilaterale.<br />

I vigneti ad alberello sono caratterizzati da densità d’impianto<br />

maggiori (> 6000 piante per ceppo) dovute a sesti stretti; la<br />

distanza tra le file varia tra 1,70 e 1,90 metri, mentre quella tra<br />

ceppi tra 0,7 e 1,00 metro. L’alberello è costituito da un tronco<br />

principale che a 30-40 centimetri dal suolo si ramifica in 3 o 4<br />

branche portanti ciascuna uno sperone con due gemme.<br />

Nei nuovi impianti le distanze sulla fila non sono modificate; viceversa<br />

è la spaziatura tra i filari che è aumentata e che risulta<br />

compresa tra i 2,00 metri e i 2,25 metri.<br />

Il cordone speronato bilaterale è formato da un tronco che a<br />

circa 40-50 centimetri si biforca in due branche perenni orientate<br />

lungo la direzione del filare.<br />

Ciascuna branca porta due centri produttivi su cui si inserisce<br />

uno sperone con due gemme.<br />

Vigneto ad alberello.<br />

Paesaggio viticolo innevato.<br />

Il numero delle gemme per pianta non cambia tra le due forme<br />

di allevamento ma, in funzione della diversa distanza tra le file<br />

si modifica il numero di piante per ettaro e, conseguentemente,<br />

il numero di gemme per ettaro.

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