versione pdf - Sardegna DigitalLibrary
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Un altro obiettivo della ricerca ha riguardato la selezione genetica e sanitaria delle principali varietà. Sono state condotte<br />
osservazioni su oltre 16.000 ceppi di 11 varietà in 10 territori della <strong>Sardegna</strong>, selezionati 5000 biotipi e, tra questi, individuati<br />
500 con caratteristiche sanitarie ed agronomiche superiori alla media della popolazione, che sono stati conservati nei campi<br />
sperimentali.<br />
Ulteriori ricerche sono state condotte sull’identificazione, il ripristino e la valorizzazione di sistemi di paesaggio viticolo polifunzionali<br />
della <strong>Sardegna</strong>, definendo una metodologia di studio su scala territoriale ed aziendale e misurando un set di caratteri<br />
riconoscibili, come indicatori di paesaggio, di biodiversità, sostenibilità e tradizionalità che hanno fornito indicazioni per la valorizzazione<br />
della funzione ecologico-ambientale, storico-culturale e paesaggistica degli ecosistemi viticoli.<br />
Molta attenzione è stata posta alle analisi delle uve e dei vini, condotte nei laboratori aziendali e in quelli delle Istituzioni<br />
pubbliche, con strumentazioni avanzate che hanno permesso di studiare anche le frazioni aromatiche, polifenoliche, acidiche<br />
e di valutare nuove metodiche di analisi più efficaci e rapide. Le analisi strumentali sono state completate con la valutazione<br />
sensoriale dei vini ottenuti dalla sperimentazione, effettuata da un panel formato dagli enologi delle aziende realizzatrici del<br />
progetto. Il panel ha completato l’attività costituendo un gruppo congiunto con esperti valutatori delle Agenzie regionali Agris e<br />
Laore per la definizione dei profili sensoriali dei principali vini dell’Isola.<br />
Un punto centrale delle ricerche del progetto è stato il collaudo di tecniche enologiche e lo studio dell’evoluzione del vino,<br />
con la verifica, su varietà locali, delle tecniche di criomacerazione, salasso e aggiunta di tannini, la valutazione di nuovi lieviti<br />
(basso produttori di alcool che aumentano il contenuto di glicerolo), lo studio dell’appassimento controllato e l’applicazione di<br />
tecniche di affinamento su diversi contenitori o sulle fecce. Sono stati ottenuti circa 100 vini con distinte tesi sperimentali applicate<br />
in campo ed in cantina, e tra questi, sono stati identificati e scelti come prototipi, 15 nuovi vini. I protocolli sperimentali<br />
con cui sono stati ottenuti saranno valorizzati dalle aziende in nuove etichette o utilizzati per il miglioramento delle produzioni<br />
esistenti.<br />
Il vino è stato studiato anche per i suoi rapporti con salute umana, per la sua attività antiradicalica e antiossidativa e, a<br />
tale scopo, è stato condotto uno studio sui residui dei fitofarmaci, che consente di affermare che i vini delle cantine che hanno<br />
realizzato il progetto, ottenuti con i protocolli di coltivazione consigliati, sono privi di residui.<br />
Questo mi richiama il ricordo commosso del professor Paolo Cabras che, purtroppo, ci ha lasciato prematuramente ma che<br />
ha indiscutibilmente portato il suo illuminato contributo a questo progetto.<br />
Numerose sono state le ricerche condotte sulle tecniche colturali e sullo studio degli ambienti viticoli la cui sintesi è riportata<br />
nel testo presentato come uno dei prodotti del progetto dal titolo: “Modelli viticoli e tecniche di gestione del vigneto in <strong>Sardegna</strong><br />
- Le linee guida per la coltivazione emerse dai risultati del progetto SQFVS”.<br />
Infine, un altro importante obiettivo perseguito dal Consorzio è stato quello di favorire la crescita tecnica delle<br />
aziende e del personale. In primo luogo è stato promosso un rapporto costante tra gli enologi delle cantine, riuniti<br />
in un Comitato tecnico, che hanno discusso ed uniformato protocolli, analisi e tecniche enologiche. Parallelamente,<br />
è stata svolta un’attività diretta di formazione frontale ed in campo, curata da esperti regionali, nazionali ed<br />
internazionali su aspetti enologici, agronomici, analitici, economici con corsi, lezioni, workshop, congressi, esercitazioni.<br />
Non di minore importanza è stato il rapporto tra tecnici aziendali, Agenzie regionali, ricercatori degli enti di ricerca e delle università<br />
che oggi scambiano quotidianamente le proprie esperienze.<br />
Si può affermare che sono stati numerosi e di sicuro interesse i risultati trasferibili e gli spunti per ulteriori approfondimenti:<br />
così per esempio la caratterizzazione pedologica e climatica delle aree vitate costituisce una premessa per una zonazione viticola<br />
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