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zione di numerose operazioni colturali.<br />

Quando si imposta una controspalliera è importante tenere in<br />

considerazione due aspetti generali: l’altezza dell’impalcatura<br />

e la possibilità di orientare facilmente i germogli.<br />

La scelta dell’altezza dell’impalcatura condiziona di fatto la<br />

distanza della produzione dal suolo. Questo aspetto influenza<br />

fortemente la temperatura intorno al grappolo poiché quelli<br />

più vicini al suolo ricevono più calore durante le ore diurne.<br />

La decisione sull’altezza a cui impostare una controspalliera<br />

non può essere presa esclusivamente sulla base degli effetti<br />

delle temperature sulla qualità dell’ uva, ma deve considerare<br />

anche altri aspetti di tipo agronomico (come la vigoria del portinnesto<br />

e della varietà) e di tipo ergonomico (miglioramento<br />

delle condizioni di lavoro dell’operatore). Inoltre, nelle zone<br />

suscettibili a gelate primaverili tardive, una maggiore altezza<br />

della vegetazione limita gli effetti dannosi della gelata stessa.<br />

Poiché è fondamentale il condizionamento verso l’alto dei germogli,<br />

è importante conoscere le caratteristiche delle diverse<br />

varietà: alcune, come il Carignano, hanno un portamento dei<br />

germogli assurgente, ossia naturalmente questi crescono verso<br />

l’alto; viceversa ci sono varietà (dette “ritombanti”) dove i<br />

germogli tendono a ricadere verso il basso.<br />

La potatura di produzione, oltre a garantire il mantenimento<br />

della forma prescelta, ha un duplice importantissimo ruolo:<br />

programmare il livello produttivo desiderato e mantenere l’equilibrio<br />

vegeto-produttivo nel tempo. Conoscendo il numero<br />

di grappoli che ogni gemma è in grado di generare (fattore<br />

questo legato alla varietà e quindi alla genetica della pianta),<br />

e conoscendo il peso medio del grappolo (fattore strettamente<br />

dipendente dalla variabilità stagionale e dalle tecniche colturali),<br />

il viticoltore può programmare la produzione del vigneto<br />

già in fase di potatura secca.<br />

Con la potatura secca si deve necessariamente perseguire anche<br />

il regolare sviluppo dell’apparato fogliare, che deve essere<br />

ben esposto alla luce e capace di fotosintetizzare, che garantirà<br />

la corretta maturazione della produzione. Solo in pochissime<br />

situazioni agronomiche il livello produttivo prescelto e l’apparato<br />

fogliare idoneo a sostenere tale carico produttivo vengono<br />

raggiunti con la stessa strategia di potatura.<br />

Sperimentalmente è stata dimostrata l’esistenza di un rappor-<br />

128<br />

LA POTATURA DI PRODUZIONE<br />

to stretto tra numero di foglie esposte e qualità della produzione:<br />

la funzione della parete vegetale è quella di produrre con<br />

la fotosintesi i carboidrati che vengono veicolati nei grappoli.<br />

La corretta maturazione dei frutti dipenderà quindi da quante<br />

foglie “lavorano” per quel grappolo. È quindi necessario che<br />

nella pianta esista un equilibrio tra grappoli e numero di foglie,<br />

stimato in un metro quadrato di foglie esterne per chilogrammo<br />

d’uva.<br />

Infine, un piccolo accenno al periodo in cui eseguire la potatura<br />

secca: da dopo la caduta delle foglie a poco prima del<br />

germogliamento, ricordandosi che gli interventi molto precoci<br />

(eseguiti in post vendemmia), ma soprattutto quelli effettuati<br />

in prossimità del risveglio vegetativo causano un ritardo nel<br />

germogliamento, da qualche giorno anche ad una settimana.<br />

POTATURA DI ALLEVAMENTO E<br />

DI MANTENIMENTO DEL GUYOT<br />

La potatura a Guyot, conosciuta da tempi remoti, è una potatura<br />

mista, che prevede, tradizionalmente, un tralcio lungo, con<br />

un numero variabile di gemme, generalmente da 6 a 12, identificato<br />

come capo a frutto, ed uno sperone di rinnovo (Foto A1).<br />

Questo sistema di potatura viene tutt’oggi utilizzato per tutte<br />

quelle varietà caratterizzate da una limitata fertilità della gemma<br />

basale e/o dalla incapacità a garantire la sicura emissione<br />

di germogli dalle gemme basali o da quelle di corona.<br />

La potatura a Guyot mostra dei limiti operativi non trascurabili,<br />

tanto più gravosi quanto maggiori sono le dimensioni aziendali.<br />

La presenza del capo a frutto infatti, oltre ad impedire l’utilizzo<br />

di macchine prepotatrici, obbliga il viticoltore a gestire<br />

manualmente il capo a frutto che deve essere indirizzato in posizione<br />

orizzontale su un lato, ed assicurato al filo di banchina.<br />

Pertanto, la gestione manuale ed il maggior tempo richiesto<br />

per la potatura determina un aggravio dei costi rispetto a sistemi<br />

di potatura corta. Infine, con questo sistema di potatura<br />

è frequente il ricorso a tagli di branche principali o addirittura<br />

a tagli eseguiti sull’astone principale.<br />

Queste ferite, che sono scarsamente cicatrizzabili (Foto A2),<br />

possono essere causa sia di svariate malattie del legno, che<br />

portano nel giro di qualche anno alla morte della vite, sia di<br />

dissecamenti di interi vasi conduttori, che riducono la funzionalità<br />

del tessuto conduttore, influenzando negativamente la<br />

maturità delle uve e la conseguente redditività dell’impianto.

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