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Figura 1. Cimatura alla dodicesima foglia.<br />
138<br />
LA MODALITà DI ESECUZIONE<br />
DELLA CIMATURA<br />
La cimatura è un’operazione che se eseguita manualmente richiede<br />
un rilevante impegno in termini di tempi di esecuzione<br />
e, quindi, di costo della manodopera. Perciò l’operazione viene<br />
eseguita prevalentemente con cimatrici meccaniche. Queste<br />
macchine sono classificate sulla base della tipologia degli organi<br />
di taglio e sulla base della geometria del taglio, rispetto<br />
al profilo della chioma.<br />
Sulla base degli organi di taglio si distinguono:<br />
• sistemi rettilinei alternativi, con dente fisso e lama in movimento:<br />
si tratta di un sistema robusto ed efficace, che riporta la<br />
stessa tecnologia utilizzata dalle macchine taglia fieno.<br />
Fra i principali difetti: lentezza nel lavoro e rilevante riscaldamento<br />
ed usura delle parti meccaniche, in movimento<br />
alternativo;<br />
• sistemi rettilinei alternativi, con due lame in movimento:<br />
sistema che, rispetto al precedente, ha due organi in<br />
movimento alternativo e non solo uno. La precisione del<br />
taglio è maggiore anche così come la velocità di lavoro.<br />
Risulta molto elevata anche l’usura delle parti ed il riscaldamento<br />
per attrito;<br />
• coltelli rotanti a forbice:<br />
sistema di nuova generazione, che non prevede movimenti<br />
alternativi ma solo rotativi, con lame rotanti e lama fissa.<br />
È rapido, efficace ed effettua tagli eccellenti;<br />
• coltelli corti rotanti ad alta velocità:<br />
il taglio dei germogli viene effettuato per impatto da parte<br />
di coltelli che ruotano ad alta velocità, ma senza un contro<br />
coltello fermo. Questo sistema è efficace soltanto nel<br />
caso di germogli non completamente lignificati.<br />
Sulla base della geometria del taglio della parete si distinguono:<br />
• taglio laterale;<br />
• taglio laterale più taglio superiore;<br />
• taglio di entrambe le pareti più superiore (a tunnel).<br />
IL DIRADAMENTO DEI GRAPPOLI<br />
Il diradamento di grappoli è volto a ridurre la quantità di uva<br />
presente nella pianta, al fine di migliorare la qualità della restante<br />
produzione.<br />
Considerato l’impatto sostanziale sull’entità della produzione,<br />
quest’operazione dovrebbe avere carattere straordinario,<br />
o comunque di rifinitura, per completare efficacemente un<br />
percorso qualitativo già iniziato con la potatura invernale, che<br />
costituisce la premessa per ottenere una parete vegetativa ordinata,<br />
non affastellata e con un numero idoneo di grappoli<br />
ben esposti, in grado di maturare in modo omogeneo.<br />
Anche in presenza di un equilibrio vegeto-produttivo e di produzioni<br />
di qualità, capita talvolta che in un vigneto la produzione<br />
sia comunque superiore alle aspettative e, purtroppo, con<br />
una qualità non ottimale. Le cause possono essere molteplici,<br />
per esempio, un andamento climatico stagionale che determina<br />
un considerevole aumento del peso dei grappoli (dapprima<br />
favorendo l’allegagione e in seguito stimolando l’accrescimento<br />
degli acini).<br />
Il diradamento sulle giovani piante in allevamento (secondo<br />
o terzo anno d’impianto) assume evidentemente una finalità<br />
diversa rispetto a quanto precedentemente accennato. Infatti,<br />
la necessità di avere una gran massa fogliare elaborante per<br />
un rapido e robusto completamento della struttura, richiede<br />
l’adozione di una potatura ricca, che pone, conseguentemente,<br />
l’esigenza di un intervento di diradamento, con il duplice scopo<br />
di garantire almeno un minimo livello qualitativo della produzione,<br />
nonché una buona lignificazione e una valida ripresa<br />
vegetativa della vite.<br />
Per molti viticoltori l’idea di “eliminare una parte della produzione”<br />
è un’ipotesi insostenibile, ma oramai la gran parte<br />
delle aziende sta utilizzando questa tecnica colturale, perché<br />
il vantaggio di ottenere un’uva di migliore qualità supera la<br />
“preoccupazione” di avere meno produzione.<br />
Ai fini di ottenere il maggior beneficio in termini di qualità e<br />
quantità prodotta, occorre stabilire la corretta percentuale di<br />
grappoli da asportare, considerando che il livello qualitativo<br />
dell’uva residua non cresce in maniera direttamente proporzionale<br />
alla quantità di grappoli eliminata. L’entità del dirada-