Materiali e Tecnologie per la realizzazione di sostituti - FedOA ...
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APPENDICI<br />
APPENDICI - 235<br />
I) SEPARAZIONE DI FASE<br />
La <strong>realizzazione</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi in grado <strong>di</strong> presentare specifici requisiti <strong>di</strong> porosità<br />
strutturale come membrane <strong>per</strong> emo<strong>di</strong>alisi ed emofiltrazione, filtri <strong>per</strong><br />
leucodeplezione <strong>di</strong> emocomponenti, sistemi <strong>di</strong> immobilizzazione enzimatica e<br />
proteica, sistemi a ri<strong>la</strong>scio <strong>di</strong> farmaci e fattori <strong>di</strong> crescita, scaffolds <strong>per</strong> l’ingegneria<br />
dei tessuti, fibre cave risulta un aspetto molto importante ai fini dell’applicazione<br />
in campo biome<strong>di</strong>co.<br />
Le tecniche <strong>di</strong> separazione ed inversione <strong>di</strong> fase consentono <strong>di</strong> convertire una<br />
soluzione polimerica omogenea in un sistema bifase in cui <strong>la</strong> fase ricca in<br />
polimero forma <strong>la</strong> matrice del<strong>la</strong> membrana, mentre <strong>la</strong> fase povera in polimero da<br />
luogo ai pori. Il fenomeno può essere realizzato inducendo una certa instabilità<br />
termo<strong>di</strong>namica <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong> un cambiamento <strong>di</strong> composizione o <strong>di</strong> tem<strong>per</strong>atura.<br />
I.a) TECNICHE DI OTTENIMENTO DELLE STRUTTURE POROSE<br />
È possibile <strong>di</strong>stinguere <strong>di</strong>versi processi che sfruttano i meccanismi <strong>di</strong> inversione<br />
<strong>di</strong> fase:<br />
1. Precipitazione <strong>per</strong> immersione in un controsolvente (NIPS): tale tecnica e<br />
consiste nell’immersione (<strong>di</strong>pping) del<strong>la</strong> soluzione polimerica, preformata in uno<br />
stampo (es.<strong>di</strong>sco <strong>di</strong> petri), in un bagno <strong>di</strong> coagu<strong>la</strong>zione contenente un non<br />
solvente <strong>per</strong> il polimero (controsolvente) o una soluzione <strong>di</strong> esso. Il polimero<br />
precipita <strong>per</strong> effetto dell’ingresso del non solvente e del<strong>la</strong> contemporanea uscita<br />
del solvente dal<strong>la</strong> matrice polimerica (Loeb e Sourirajan).<br />
2. Precipitazione in fase vapore: il non solvente, stavolta in fase vapore,<br />
penetra nel<strong>la</strong> soluzione polimerica. La soluzione viene saturata rapidamente <strong>per</strong><br />
evitare l’evaporazione del solvente, altamente vo<strong>la</strong>tile, dal<strong>la</strong> soluzione in modo da<br />
evitare <strong>la</strong> formazione <strong>di</strong> struttura ad elevata densità.<br />
3. Precipitazione <strong>per</strong> evaporazione control<strong>la</strong>ta: il polimero viene <strong>di</strong>sciolto in<br />
una misce<strong>la</strong> contenente un solvente ed un non solvente. Il primo ad evaporare<br />
sarà il solvente a seguito del<strong>la</strong> minore vo<strong>la</strong>tilità del non solvente. Ne segue <strong>la</strong><br />
precipitazione del polimero a seguito del cambiamento <strong>di</strong> composizione del<strong>la</strong><br />
soluzione.<br />
4. Precipitazione <strong>per</strong> via termica: il polimero viene <strong>di</strong>sciolto ad alta<br />
tem<strong>per</strong>atura in una soluzione <strong>di</strong> solvente-non solvente e successivamente si