Materiali e Tecnologie per la realizzazione di sostituti - FedOA ...
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SCAFFOLDS TRIDIMENSIONALI - 49<br />
ii. Controllo del processo e del prodotto realizzato:<br />
La tecnica deve <strong>per</strong>mettere <strong>la</strong> <strong>realizzazione</strong> <strong>di</strong> scaffolds tri<strong>di</strong>mensionali <strong>di</strong><br />
geometria opportuna in modo da consentire l’impianto nel<strong>la</strong> zona <strong>di</strong> interesse<br />
anche nel caso <strong>di</strong> tessuti danneggiati caratterizzati da geometrie complesse<br />
<strong>di</strong>fficilmente riproducibili[ 58 ].<br />
Un controllo efficace del<strong>la</strong> geometria dello scaffold consente <strong>la</strong> pre<strong>di</strong>zione del<br />
suo comportamento in vivo (verifiche <strong>di</strong> resistenza, degradazione in vivo<br />
me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> model<strong>la</strong>zioni attraverso meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ingegneria assistita dal<br />
calco<strong>la</strong>tore (CAE) )[ 59 ].<br />
iii. Ripetibilità e riproducibilità:<br />
La tecnica impiegata deve consentire, a parità <strong>di</strong> parametri <strong>di</strong> processo e <strong>di</strong><br />
modalità <strong>di</strong> esecuzione, <strong>di</strong> ottenere prodotti equivalenti con minime variazioni<br />
delle forme e delle proprietà fisiche [ 59 ].<br />
Le tecniche <strong>di</strong> preparazione <strong>di</strong> scaffold più <strong>di</strong>ffuse sono:<br />
a. <strong>Tecnologie</strong> tessili (membrane bi<strong>di</strong>mensionali e tri<strong>di</strong>mensionali);<br />
b. Phase separation e phase inversion;<br />
c. Solvent casting /particu<strong>la</strong>te leaching;<br />
d. Gas foaming;<br />
e. Pseudo-sinterizzazione <strong>di</strong> microparticelle;<br />
f. Elettrospinning;<br />
g. Combinazioni <strong>di</strong> tecniche precedenti (es. gas foaming/salt leaching, etc.).<br />
Ciascuna <strong>di</strong> tali tecniche, sebbene sia stata applicata con successo come<br />
testimoniano parecchi <strong>la</strong>vori riportati in letteratura negli ultimi anni, presenta<br />
limiti intrinseci che ne limitano il campo <strong>di</strong> applicazione ad alcune sole<br />
applicazioni specifiche (es. mancata rimozione <strong>di</strong> solventi tossici durante <strong>la</strong><br />
preparazione può incidere negativamente sul ciclo <strong>di</strong> vita cellu<strong>la</strong>re) [ 59 ].<br />
Nel seguito si riporta una descrizione delle tecniche più <strong>di</strong>ffuse con partico<strong>la</strong>re<br />
riferimento alle tecniche impiegate <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>realizzazione</strong> <strong>di</strong> scaffold in questo<br />
<strong>la</strong>voro <strong>di</strong> tesi con partico<strong>la</strong>re accento ai principi teorici sulle quali esse si basano.<br />
a. <strong>Tecnologie</strong> tessili<br />
Le prime tecnologie impiegate, storicamente, <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>realizzazione</strong> <strong>di</strong> substrati<br />
tissutali risultano essere quelle tessili. Attraverso tali tecnologie è possibile creare<br />
dei sistemi <strong>di</strong> maglie altamente porose grazie all’intreccio <strong>di</strong> due o più fi<strong>la</strong>menti (o<br />
fibre) polimerici secondo <strong>di</strong>verse modalità (maglia singo<strong>la</strong>, a fili intrecciati,<br />
multiasse etc). In sistemi <strong>di</strong> questo tipo <strong>la</strong> porosità risulta costituita, in parte, dallo<br />
spazio interno a ciascun anello del<strong>la</strong> maglia, in parte, dagli interstizi tra i singoli