Materiali e Tecnologie per la realizzazione di sostituti - FedOA ...
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ρ (g/cm 3 ) ∆T g (°C) ∆T m (°C)<br />
PLA 1.21 – 1.25 [ 45 , 60 ] [ 150 , 162 ]<br />
PGA 1.50 – 1.707 [ 35 , 45 ] [ 220 , 233 ]<br />
PCL 1.11 – 1.146 [ -60 , -65 ] [ 58 , 65 ]<br />
Tabel<strong>la</strong> 6: Proprietà fisiche principali [ 68 ]<br />
SCAFFOLDS TRIDIMENSIONALI - 43<br />
Dalle tabelle riportate si possono osservare notevoli <strong>di</strong>fferenze tra le proprietà del<br />
PCL e quelle degli altri due polimeri, PLA e PGA, tra loro piuttosto simili; Ciò<br />
spiega il motivo <strong>per</strong> il quale è più facile realizzare copolimeri a base <strong>di</strong> PLA/PGA<br />
tra loro molto simili piuttosto che combinazioni con il PCL [ 67 ][ 68 ].<br />
L’aspetto <strong>di</strong> maggiore interesse nel<strong>la</strong> definizione <strong>di</strong> materiali atti a realizzare<br />
substrati <strong>per</strong> <strong>la</strong> tissue regeneration è certamente l’analisi dei tempi <strong>di</strong> degradazione<br />
dei polimeri impiegati[ 69 ].<br />
Da un punto <strong>di</strong> vista chimico tutti i biopolimeri citati appartengono al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse dei<br />
poliesteri alifatici. All’interno del<strong>la</strong> loro formu<strong>la</strong>zione chimica, essi presentano<br />
atomi <strong>di</strong> ossigeno o <strong>di</strong> azoto lungo <strong>la</strong> catena principale i quali sono interessati<br />
generalmente da processi <strong>di</strong> idrolisi il che fa auspicare <strong>la</strong> possibile degradazione<br />
in vivo <strong>di</strong> tali polimeri.<br />
A supporto <strong>di</strong> tali considerazioni alcuni stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato che, a seguito del<br />
processo <strong>di</strong> degradazione in vivo, tali materiali secernono vari prodotti non tossici<br />
facilmente eliminati dall’organismo [ 67 ].<br />
A fronte <strong>di</strong> tali caratteristiche <strong>di</strong> degradazione <strong>la</strong> <strong>realizzazione</strong> <strong>di</strong> scaffolds <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />
tissue regeneration si è affermata attraverso due strategie principali <strong>di</strong> produzione<br />
(fig.18).<br />
La <strong>di</strong>fferenza sostanziale tra le due strategie risiede nel <strong>di</strong>fferente ruolo che lo<br />
scaffold riveste durante le fasi <strong>di</strong> formazione e crescita del nuovo tessuto.<br />
Nel primo caso le proprietà meccaniche intrinseche dello scaffold model<strong>la</strong>no <strong>la</strong><br />
proliferazione e <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenziazione cellu<strong>la</strong>re solo nel<strong>la</strong> fase <strong>di</strong> crescita in vitro.<br />
L’azione <strong>di</strong> sostegno offerta dallo scaffold viene impiegata fino al<strong>la</strong> maturazione<br />
drl tessuto; A questo punto il polimero degrada e lo spazio <strong>la</strong>sciato libero viene<br />
riempito dal<strong>la</strong> crescita del tessuto durante le fasi <strong>di</strong> ricrescita in vivo.<br />
Nel secondo caso lo scaffold deve essere in grado <strong>di</strong> supportare il complesso<br />
polimero/cellule/tessuto dal momento dell’impianto delle cellule fino al<br />
rimodel<strong>la</strong>mento del tessuto da parte dell’organismo in vivo senza degradare.<br />
In partico<strong>la</strong>re tali caratteristiche sono richieste nel<strong>la</strong> rigenerazione <strong>di</strong> tutti quei<br />
tessuti soggetti a forze e tensioni molto intense (ad es. ossa e tessuto musco<strong>la</strong>re);<br />
in tal caso infatti è fondamentale che lo scaffold fornisca un supporto meccanico