Materiali e Tecnologie per la realizzazione di sostituti - FedOA ...
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2.2 TAPPE EVOLUTIVE<br />
L’INGEGNERIA DEI TESSUTI - 29<br />
Negli ultimi decenni, a partire dal<strong>la</strong> seconda metà del secolo scorso, <strong>la</strong> cura <strong>di</strong><br />
anomalie congenite e <strong>di</strong> traumi caratterizzanti tessuti dell’organismo umano è<br />
stata realizzata attraverso l’impiego <strong>di</strong> tessuti donatori i quali una volta impiantati<br />
fossero in grado <strong>di</strong> ripristinare <strong>la</strong> funzione del tessuto compromesso.<br />
In partico<strong>la</strong>re, nell’ambito delle tecniche <strong>di</strong> sostituzione ed integrazione <strong>di</strong><br />
porzioni <strong>di</strong> tessuto osseo mancanti o danneggiate, sono state introdotte svariate<br />
metodologie alcune delle quali, pur essendo obsolete in re<strong>la</strong>zione alle attuali<br />
conoscenze scientifiche, costituiscono, ancora oggi, una risorsa importante <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />
cura <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti scheletrici derivanti da malformazioni o traumi in quanto rego<strong>la</strong>te<br />
da procedure rigidamente standar<strong>di</strong>zzate che ne assicurano <strong>la</strong> riuscita con piccoli<br />
margini <strong>di</strong> insuccesso [ 1 ].<br />
A seconda dell’applicazione a cui si fa riferimento, delle motivazioni che<br />
inducono al<strong>la</strong> sostituzione del tessuto nonché in re<strong>la</strong>zione all’entità dell’intervento<br />
possono essere adottate <strong>di</strong>verse soluzioni:<br />
1. Innesto <strong>di</strong> protesi artificiali <strong>di</strong> materiale inorganico :<br />
Tale tecnica si fonda essenzialmente sull’impiego <strong>di</strong> materiali metallici e ceramici,<br />
<strong>di</strong> <strong>la</strong>rgo utilizzo nel settore del<strong>la</strong> biome<strong>di</strong>ca<br />
negli ultimi decenni del secolo scorso, <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />
<strong>realizzazione</strong> <strong>di</strong> sistemi protesici (es. protesi<br />
d’anca) che, una volta impiantati, siano in<br />
grado <strong>di</strong> sostituire in maniera completa e<br />
definitiva il tessuto naturale simu<strong>la</strong>ndone il<br />
comportamento meccanico senza <strong>per</strong>ò<br />
determinare alcuna alterazione dell’ambiente<br />
artico<strong>la</strong>re in cui è introdotto. Tale soluzione<br />
presenta in realtà numerosi problemi:<br />
• limitata durata e affidabilità <strong>di</strong> alcuni<br />
materiali una volta impiantati nel<br />
paziente;<br />
Figura 10: Confronto tra <strong>la</strong> risposta<br />
meccanica a trazione dell’osso e quel<strong>la</strong><br />
<strong>di</strong> un metallo e <strong>di</strong> un vetro [ 16 ]<br />
• ridotta biocompatibilità del materiale, quin<strong>di</strong> elevata probabilità <strong>di</strong><br />
infezioni <strong>di</strong> varia natura e alto rischio <strong>di</strong> rigetto;<br />
• <strong>di</strong>fferenze, in alcuni casi significative, del<strong>la</strong> risposta meccanica dei metalli<br />
rispetto al tessuto sostituito (soprattutto nel confronto dei moduli<br />
e<strong>la</strong>stici) come si può evincere dal <strong>di</strong>agramma puramente qualitativo a<br />
<strong>la</strong>to (Fig.10):