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Phadia S.r.l. Modello di organizzazione, gestione e controllo per la ...

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del<strong>la</strong> specie <strong>di</strong> quello verificatosi;b) il compito <strong>di</strong> vigi<strong>la</strong>re sul funzionamento e l’osservanza dei modelli nonché <strong>di</strong> curare illoro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell’ente dotato <strong>di</strong> autonomi poteri<strong>di</strong> iniziativa e <strong>controllo</strong>;c) le <strong>per</strong>sone che hanno commesso il reato hanno agito eludendo fraudolentemente isuddetti modelli <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong> e <strong>gestione</strong>;d) non vi sia stata omessa o insufficiente vigi<strong>la</strong>nza da parte dell’organismo <strong>di</strong> cui al<strong>la</strong>precedente lettera b).Si ha esclusione del<strong>la</strong> responsabilità ove le predette con<strong>di</strong>zioni ricorrano, nel loro complesso,al momento del<strong>la</strong> commissione del reato o illecito; tuttavia anche l’adozione e l’attuazione del“modello” avvenute in un momento successivo al<strong>la</strong> commissione del reato o illecito svolgonocomunque effetti positivi in or<strong>di</strong>ne alle sanzioni irrogabili all’ente (artt. 12, comma 3, 17,comma 1, lettera c), e 18, comma 1, del decreto n. 231).Nel caso, invece, <strong>di</strong> un reato commesso da soggetti sottoposti all’altrui <strong>di</strong>rezione o vigi<strong>la</strong>nza,<strong>la</strong> società risponde se <strong>la</strong> commissione del reato è stata resa possibile dal<strong>la</strong> vio<strong>la</strong>zione degliobblighi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione o vigi<strong>la</strong>nza al<strong>la</strong> cui osservanza <strong>la</strong> società è tenuta 49 . A tal proposito,tuttavia, l’articolo 7 del d.lgs. stabilisce che <strong>la</strong> vio<strong>la</strong>zione degli obblighi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione ovigi<strong>la</strong>nza è esclusa se <strong>la</strong> società, prima del<strong>la</strong> commissione del reato, ha adottato edefficacemente attuato un modello <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong>, <strong>gestione</strong> e <strong>controllo</strong> idoneo a prevenire ireati del<strong>la</strong> specie <strong>di</strong> quello verificatosi.Il Decreto in<strong>di</strong>vidua le esigenze a cui debbono rispondere i modelli <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong>,<strong>gestione</strong> e <strong>controllo</strong> in re<strong>la</strong>zione all’estensione dei poteri delegati e al rischio <strong>di</strong> commissionedei reati, dettando nel<strong>la</strong> sostanza lo schema <strong>di</strong> detti modelli, e cioè:a) in<strong>di</strong>viduare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati;b) prevedere specifici protocolli <strong>di</strong>retti a programmare <strong>la</strong> formazione e l’attuazione delledecisioni dell’ente in re<strong>la</strong>zione ai reati da prevenire;c) in<strong>di</strong>viduare modalità <strong>di</strong> <strong>gestione</strong> delle risorse finanziarie idonee ad impe<strong>di</strong>re <strong>la</strong>commissione dei reati;d) prevedere obblighi <strong>di</strong> informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigi<strong>la</strong>re sulfunzionamento e l’osservanza dei modelli;e) introdurre un sistema <strong>di</strong>sciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misurein<strong>di</strong>cate nel modello.Inoltre, esso stabilisce che il modello può essere efficacemente attuato solo a fronte <strong>di</strong>:a) una verifica <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ca del modello e l’eventuale mo<strong>di</strong>fica dello stesso quando sonosco<strong>per</strong>te significative vio<strong>la</strong>zioni delle prescrizioni ovvero quando intervengonomutamenti nell’<strong>organizzazione</strong> o nell’attività;b) un sistema <strong>di</strong>sciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure in<strong>di</strong>cate nelmodello.1.8 Co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> comportamento pre<strong>di</strong>sposti dalle associazioni rappresentative deglientiL’art. 6, comma 3, del d.lgs. 231/2001 prevede “I modelli <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong> e <strong>di</strong> <strong>gestione</strong>possono essere adottati, garantendo le esigenze <strong>di</strong> cui al comma 2, sul<strong>la</strong> base <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>comportamento redatti dalle associazioni rappresentative degli enti, comunicati al Ministero49 A tal proposito ve<strong>di</strong>, tra le altre, <strong>la</strong> decisione del Tribunale <strong>di</strong> Mi<strong>la</strong>no del 27 aprile 2004 secondo <strong>la</strong> quale“Perché possa configurarsi <strong>la</strong> responsabilità dell’ente <strong>per</strong> i reati commessi da soggetti sottoposti all’altrui<strong>di</strong>rezione e vigi<strong>la</strong>nza (art. 5, comma 1, lett. b)) è necessario che, ai sensi dell’art. 7 del d.lgs. n. 231 del 2001, <strong>la</strong>commissione del reato sia stata resa possibile dal<strong>la</strong> vio<strong>la</strong>zione degli obblighi <strong>di</strong> vigi<strong>la</strong>nza e <strong>controllo</strong> al<strong>la</strong> cuiosservanza <strong>la</strong> struttura è tenuta”17

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