FattispecieL’art. 34 (Falso in prospetto), comma 2, del<strong>la</strong> legge 262/2005 ha abrogato l’art. 2623 delco<strong>di</strong>ce civile, che puniva il reato in esame 77.La fattispecie criminosa è, attualmente, prevista e sanzionata dall’articolo 173-bis (Falso inprospetto) del T.U. del<strong>la</strong> finanza.Si precisa, con riferimento ai reati presupposto del<strong>la</strong> responsabilità amministrativa ex d.lgs.231/2001, che l’art. 25-ter del citato decreto richiama, attualmente, <strong>la</strong> norma civilisticaabrogata, mentre non fa riferimento alcuno al reato introdotto dal<strong>la</strong> legge 262/2005. Le novitàlegis<strong>la</strong>tive sembrerebbero, quin<strong>di</strong>, comportare il venir meno del<strong>la</strong> responsabilitàamministrativa del<strong>la</strong> società ai sensi dell’art. 25-ter con riferimento al reato <strong>di</strong> falso inprospetto.Si ritiene in ogni caso opportuno, sia pure in <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> un esplicito richiamo normativo in talsenso, sottoporre a partico<strong>la</strong>re attenzione <strong>la</strong> pre<strong>di</strong>sposizione dei prospetti e dei documentirichiamati dall’art. 173-bis del T.U. del<strong>la</strong> finanza 78.Tale condotta criminosa consiste nell’esporre, nei prospetti richiesti ai fini del<strong>la</strong>sollecitazione all’investimento o dell’ammissione al<strong>la</strong> quotazione nei mercati rego<strong>la</strong>mentati,ovvero nei documenti da pubblicare in occasione delle offerte pubbliche <strong>di</strong> acquisto o <strong>di</strong>scambio, false informazioni idonee ad indurre in errore od occultare dati o notizie con <strong>la</strong>medesima intenzione.Si precisa che:− deve sussistere l’intenzione <strong>di</strong> ingannare i destinatari del prospetto;− <strong>la</strong> condotta deve essere idonea ad indurre in errore i destinatari del prospetto;− <strong>la</strong> condotta deve essere rivolta a conseguire <strong>per</strong> sé o <strong>per</strong> altri un ingiusto profitto.Considerazioni applicativeIl reato fa riferimento alle società che chiedono l’ammissione al<strong>la</strong> quotazione nei mercatirego<strong>la</strong>mentati; esso sarebbe configurabile <strong>per</strong> <strong>la</strong> Società solo ove <strong>la</strong> società deliberasse <strong>di</strong>procedere a quotazione. Allo stato, <strong>per</strong>tanto, il reato non è ipotizzabile <strong>per</strong> <strong>la</strong> Società.3.2.4 Art. 2624 del cod. civ.Falsità nelle re<strong>la</strong>zioni o nelle comunicazioni delle società <strong>di</strong> revisioneI responsabili del<strong>la</strong> revisione i quali, al fine <strong>di</strong> conseguire <strong>per</strong> sé o <strong>per</strong> altri un ingiustoprofitto, nelle re<strong>la</strong>zioni o in alte comunicazioni, con <strong>la</strong> consapevolezza del<strong>la</strong> falsità el’intenzione <strong>di</strong> ingannare i destinatari delle comunicazioni, attestano il falso od occultanoinformazioni concernenti <strong>la</strong> situazione economica, patrimoniale o finanziaria del<strong>la</strong> società,ente o soggetto sottoposto a revisione, in modo idoneo ad indurre in errore i destinatari77 L’abrogato art. 2623 c.c., in vigore prima del<strong>la</strong> mo<strong>di</strong>fica <strong>di</strong>sposta dal<strong>la</strong> legge n. 262/2005, era il seguente:“Falso in prospetto - Chiunque, allo scopo <strong>di</strong> conseguire <strong>per</strong> sé o <strong>per</strong> altri un ingiusto profitto, nei prospettirichiesti ai fini del<strong>la</strong> sollecitazione all'investimento o dell'ammissione al<strong>la</strong> quotazione nei mercati rego<strong>la</strong>mentati,ovvero nei documenti da pubblicare in occasione delle offerte pubbliche <strong>di</strong> acquisto o <strong>di</strong> scambio, con <strong>la</strong>consapevolezza del<strong>la</strong> falsità e l'intenzione <strong>di</strong> ingannare i destinatari del prospetto, espone false informazioni odocculta dati o notizie in modo idoneo ad indurre in errore i suddetti destinatari è punito, se <strong>la</strong> condotta non haloro cagionato un danno patrimoniale, con l'arresto fino ad un anno.Se <strong>la</strong> condotta <strong>di</strong> cui al primo comma ha cagionato un danno patrimoniale ai destinatari del prospetto, <strong>la</strong> pena èdal<strong>la</strong> reclusione da uno a tre anni”.78 E’ opportuno, altresì, ricordare che il prospetto <strong>di</strong> sollecitazione, rivolto al pubblico in generale, inconsiderazione del<strong>la</strong> sua precipua rilevanza esterna è stato c<strong>la</strong>ssificato dal<strong>la</strong> giurisprudenza come “comunicazionesociale” <strong>di</strong> cui all’art. 2621 c.c. (si veda Cass. 9 aprile 1991, n. 226 in Banca, borsa, titoli <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, 1992, II p.129) e che, <strong>per</strong>tanto, un comportamento illecito re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> redazione <strong>di</strong> tale documento potrebbe integrare i reatiprevisti in tema <strong>di</strong> false comunicazioni sociali, <strong>la</strong>ddove non sia applicabile <strong>la</strong> norma contenuta nel citato art. 173-bis del T.U. del<strong>la</strong> finanza.98
delle comunicazioni sul<strong>la</strong> predetta situazione, sono puniti, se <strong>la</strong> condotta non ha lorocagionato un danno patrimoniale, con l’arresto fino a un anno. Se <strong>la</strong> condotta <strong>di</strong> cui alprimo comma ha cagionato un danno patrimoniale ai destinatari delle comunicazioni, <strong>la</strong>pena è del<strong>la</strong> reclusione da uno a quattro anni.FattispecieSi tratta <strong>di</strong> un reato proprio, <strong>per</strong> <strong>la</strong> cui commissione è richiesta <strong>la</strong> qualifica <strong>di</strong> “responsabiledel<strong>la</strong> revisione”.La società <strong>di</strong> revisione è chiamata a verificare (art. 155 T.U.F.):a) che nel corso dell’esercizio siano rego<strong>la</strong>ri <strong>la</strong> tenuta del<strong>la</strong> contabilità sociale e <strong>la</strong> correttarilevazione dei fatti <strong>di</strong> <strong>gestione</strong> nelle scritture contabili;b) che il bi<strong>la</strong>ncio <strong>di</strong> esercizio e il bi<strong>la</strong>ncio consolidato corrispondano alle risultanze dellescritture contabili e degli accertamenti eseguiti e che siano conformi alle norme che li<strong>di</strong>sciplinano.Per l’esercizio dei suoi compiti, <strong>la</strong> società <strong>di</strong> revisione contabile ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ottenere dagliamministratori del<strong>la</strong> società sottoposta a <strong>controllo</strong> documenti e notizie utili al<strong>la</strong> revisione epuò procedere ad accertamenti, ispezioni e controlli.Il reato può essere posto in essere me<strong>di</strong>ante due condotte, alternative ed equivalenti:a) me<strong>di</strong>ante l’attestazione del falso (ad es. i revisori attestano, contrariamente, al vero, che<strong>la</strong> contabilità è stata tenuta in maniera rego<strong>la</strong>re, che il bi<strong>la</strong>ncio corrisponde alle scritturecontabili, che c’è conformità tra le norme dettate <strong>per</strong> <strong>la</strong> redazione del bi<strong>la</strong>ncio e i critericoncretamente seguiti nel<strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione, ecc), ovverob) me<strong>di</strong>ante l’occultamento <strong>di</strong> informazioni concernenti <strong>la</strong> situazione economica,patrimoniale o finanziaria del<strong>la</strong> società sottoposta a revisione (ad es. non sono resi noti idati re<strong>la</strong>tivi allo stato economico, patrimoniale e finanziario del<strong>la</strong> società sottoposta a<strong>controllo</strong>).In entrambi i casi <strong>la</strong> condotta deve essere idonea ad indurre in errore i destinatari dellecomunicazioni sul<strong>la</strong> situazione economica, patrimoniale o finanziaria del<strong>la</strong> società soggetta arevisione.La condotta è sanzionata sia ove abbia cagionato un danno patrimoniale ai destinatari del<strong>la</strong>comunicazione (delitto, punito con <strong>la</strong> reclusione da uno a quattro anni); sia ove tale dannonon sia stato cagionato (contravvenzione, punita con l’arresto fino ad un anno).Il bene giuri<strong>di</strong>co tute<strong>la</strong>to è dunque l’interesse patrimoniale dei destinatari delle re<strong>la</strong>zioni ocomunicazioni.Quanto all’elemento soggettivo del reato, sono richiesti da un <strong>la</strong>to <strong>la</strong> generica consapevolezzadel<strong>la</strong> falsità e <strong>di</strong> ingannare i destinatari delle comunicazioni (dolo generico); dall’altrol’intenzione <strong>di</strong> conseguire <strong>per</strong> sé o <strong>per</strong> altri un ingiusto profitto (dolo specifico).La sanzione pecuniaria a carico del<strong>la</strong> società varia da cento a centotrenta quote <strong>per</strong> <strong>la</strong>fattispecie contravvenzionale e da duecento a quattrocento quote nell’ipotesi <strong>di</strong> delitto.Considerazioni applicativeSecondo il dettato legis<strong>la</strong>tivo, soggetto attivo del reato sono esclusivamente i soggettio<strong>per</strong>anti all’interno delle società <strong>di</strong> revisione. Tuttavia, poiché il revisore attinge al<strong>la</strong>documentazione redatta da soggetti interni al<strong>la</strong> società, il settore preposto, all’interno del<strong>la</strong>Società, ai rapporti con i revisori si presenta quale area critica, ai fini del<strong>la</strong> prevenzione delreato.Occasioni <strong>di</strong> reato1) Redazione del bi<strong>la</strong>ncio;99
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