Al fine <strong>di</strong> assicurare l’idoneità del <strong>Modello</strong> a prevenire i reati considerati dal Decreto, sonostate tenute in considerazione anche le seguenti linee-guida, e<strong>la</strong>borate da precedenties<strong>per</strong>ienze estere 52 ed ispiratrici anche del legis<strong>la</strong>tore italiano:− l’<strong>organizzazione</strong> deve stabilire standard e procedure <strong>di</strong> <strong>controllo</strong>, rivolte al <strong>per</strong>sonale (ead altri mandatari), che siano ragionevolmente atte a ridurre <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> condotteillegali;−−−−−ad una o più <strong>per</strong>sone <strong>di</strong> alto livello appartenenti al<strong>la</strong> <strong>organizzazione</strong> deve essereassegnata <strong>la</strong> responsabilità <strong>di</strong> sorvegliare <strong>la</strong> conformità agli standard e proceduredefiniti;l’<strong>organizzazione</strong> deve esercitare sufficiente attenzione e non deve delegare rilevantipoteri <strong>di</strong>screzionali a <strong>per</strong>sone <strong>di</strong> cui conosceva – o avrebbe potuto conoscere, me<strong>di</strong>antel’esercizio del<strong>la</strong> or<strong>di</strong>naria <strong>di</strong>ligenza – <strong>la</strong> propensione a svolgere attività illegali;l’<strong>organizzazione</strong> deve fare passi concreti volti a comunicare in maniera efficacestandard e procedure a tutto il <strong>per</strong>sonale (e altri mandatari), ad esempio prevedendo <strong>la</strong>partecipazione a programmi <strong>di</strong> formazione o <strong>di</strong>stribuendo pubblicazioni che spieganoin termini pratici cosa è richiesto;l’<strong>organizzazione</strong> deve adottare misure ragionevoli, volte ad ottenere l’effettivaaderenza agli standard, ad esempio utilizzando sistemi <strong>di</strong> monitoraggio e <strong>di</strong> au<strong>di</strong>tingragionevolmente adatti a scoprire condotte in deroga dei <strong>di</strong>pendenti (e altri mandatari),ed introducendo e pubblicizzando un sistema <strong>di</strong> segna<strong>la</strong>zioni che consenta al <strong>per</strong>sonale(e agli altri mandatari) <strong>di</strong> riferire casi <strong>di</strong> vio<strong>la</strong>zione <strong>di</strong> norme (da parte <strong>di</strong> altriall’interno dell’<strong>organizzazione</strong>), senza timore <strong>di</strong> ritorsioni;gli standard devono essere resi esecutivi in maniera coerente me<strong>di</strong>ante appropriatimeccanismi <strong>di</strong>sciplinari, che comprendano, se del caso, anche <strong>la</strong> punizione <strong>di</strong> <strong>per</strong>soneresponsabili <strong>di</strong> non aver sco<strong>per</strong>to una vio<strong>la</strong>zione <strong>per</strong> omessa o insufficiente vigi<strong>la</strong>nza.L’adeguata punizione delle <strong>per</strong>sone responsabili <strong>di</strong> una vio<strong>la</strong>zione è una componentenecessaria dell’efficacia esecutiva; tuttavia, <strong>la</strong> congruità del<strong>la</strong> punizione dovrà fareriferimento allo specifico caso esaminato;− dopo avere sco<strong>per</strong>to una vio<strong>la</strong>zione, l’<strong>organizzazione</strong> deve compiere tutti i passiragionevolmente necessari <strong>per</strong> dare una risposta appropriata al<strong>la</strong> vio<strong>la</strong>zione stessa e <strong>per</strong>prevenire l’avverarsi <strong>di</strong> vio<strong>la</strong>zioni simi<strong>la</strong>ri in futuro; ciò comprende qualunquenecessaria mo<strong>di</strong>fica al modello, allo scopo <strong>di</strong> prevenire e scoprire le vio<strong>la</strong>zioni <strong>di</strong>leggi.Il <strong>Modello</strong> consta <strong>di</strong> (i) una Parte Generale, illustrativa del contesto normativo <strong>di</strong> riferimento,degli obiettivi, delle linee <strong>di</strong> struttura e delle modalità <strong>di</strong> implementazione dello stesso; e <strong>di</strong>(ii) una Parte Speciale, re<strong>la</strong>tiva alle tipologie <strong>di</strong> reato specificamente sanzionate dal Decreto.Il <strong>Modello</strong> identifica le aree in cui più alto è il rischio <strong>di</strong> commissione <strong>di</strong> reati, ed introducesistemi <strong>di</strong> proce<strong>di</strong>mentalizzazione e <strong>controllo</strong> delle attività, da svolgersi anche in viapreventiva.L’in<strong>di</strong>viduazione delle aree a rischio e <strong>la</strong> proce<strong>di</strong>mentalizzazione delle attività consente (i) <strong>di</strong>sensibilizzare <strong>di</strong>pendenti e management sulle aree ed i rispettivi aspetti del<strong>la</strong> <strong>gestione</strong>aziendale che richiedono maggiore attenzione; (ii) <strong>di</strong> esplicitare <strong>la</strong> ferma condanna <strong>di</strong> tutte lecondotte che integrino <strong>la</strong> fattispecie <strong>di</strong> reato; (iii) <strong>di</strong> sottoporre tali aree ad un sistema52 Come riportato nelle linee guida pre<strong>di</strong>sposte da Confindustria, versione aggiornata del 31 marzo 2008, , ilriferimento internazionale comunemente accettato come modello <strong>di</strong> riferimento in tema <strong>di</strong> governance e <strong>controllo</strong>interno è il “CoSO Report”, prodotto in USA nel 1992 dal<strong>la</strong> Coo<strong>per</strong>s & Lybrand (ora PricewaterhouseCoo<strong>per</strong>s) suincarico del Committee of Sponsoring Organizations of the Treadway Commission (con l’Institute of InternalAu<strong>di</strong>tors e l’AICPA fra le Sponsoring Organizations) che lo ha adottato e proposto quale modello <strong>di</strong> riferimento<strong>per</strong> il sistema <strong>di</strong> <strong>controllo</strong> delle imprese. Ad esso si sono ispirate le rego<strong>la</strong>mentazioni nazionali <strong>di</strong> tutti i principalipaesi (Regno Unito, Canada, ecc.). Pur senza essere <strong>di</strong>rettamente menzionato è evidente il riferimento concettualeal Co.SO Report in alcune norme italiane fra cui <strong>la</strong> Guida O<strong>per</strong>ativa Collegio Sindacale (ottobre 2000), leCirco<strong>la</strong>ri dell’ISVAP e del<strong>la</strong> Banca d’Italia.26
costante <strong>di</strong> monitoraggio e <strong>controllo</strong>, funzionale ad un intervento imme<strong>di</strong>ato in caso <strong>di</strong>commissione <strong>di</strong> reati.2.4 Verifiche <strong>per</strong>io<strong>di</strong>che ed aggiornamentoIl presente <strong>Modello</strong> è sottoposto al costante monitoraggio dell’Organismo <strong>di</strong> <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong> (comedefinito ed identificato nel successivo paragrafo 3.1), il quale anche attraverso l’accertamentodelle vio<strong>la</strong>zioni, ne verifica <strong>la</strong> funzionalità, mettendone in evidenza eventuali <strong>la</strong>cune esegna<strong>la</strong>ndo le opportunità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica.L’Organismo ha il compito <strong>di</strong> monitorare costantemente il <strong>Modello</strong>, anche attraversol’accertamento delle vio<strong>la</strong>zioni, verificandone <strong>la</strong> funzionalità, mettendone in evidenzaeventuali <strong>la</strong>cune e segna<strong>la</strong>ndo le opportunità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica. L’Organismo <strong>di</strong> <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong>:−−−presenta <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ca (su base almeno semestrale) 53 al Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione <strong>di</strong><strong>Pha<strong>di</strong>a</strong> una re<strong>la</strong>zione sullo stato <strong>di</strong> attuazione ed efficacia del <strong>Modello</strong> presso <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong> incui sono in<strong>di</strong>cati gli strumenti utilizzati <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione dello stesso, le eventualivio<strong>la</strong>zioni, <strong>la</strong> tipologia e <strong>la</strong> frequenza dei reati commessi, nonché le condotte chehanno portato all’integrazione delle fattispecie;formu<strong>la</strong>, sul<strong>la</strong> base <strong>di</strong> quanto sopra, proposte <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica del <strong>Modello</strong>, da sottoporreall’approvazione del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione <strong>di</strong> <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong>;verifica l’attuazione e l’efficacia del <strong>Modello</strong> presso <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong> a seguito delle mo<strong>di</strong>fichead esso apportate.2.5 Rapporti con il Co<strong>di</strong>ce EticoIl <strong>Modello</strong> costituisce un documento giuri<strong>di</strong>camente <strong>di</strong>stinto ed autonomo rispetto al Co<strong>di</strong>ceEtico, adottato da <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong> con delibera del consiglio <strong>di</strong> amministrazione. Tale Co<strong>di</strong>ce Eticocostituisce parte integrante del sistema <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong>, <strong>gestione</strong> e <strong>controllo</strong> nonché <strong>di</strong>prevenzione adottato da <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong>.In partico<strong>la</strong>re:−−il Co<strong>di</strong>ce Etico rappresenta uno strumento adottato da <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong>, che contiene l’insiemedei <strong>di</strong>ritti, dei doveri e delle responsabilità dell’ente nei confronti <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti, clienti,fornitori, Pubblica Amministrazione, mercato finanziario (in generale, quin<strong>di</strong>, conriferimento a soggetti portatori <strong>di</strong> interesse nei confronti del<strong>la</strong> società); il Co<strong>di</strong>ce Eticomira quin<strong>di</strong> a raccomandare, promuovere o vietare determinati comportamenti,in<strong>di</strong>pendentemente ed anche al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> quanto previsto dal Decreto o dal<strong>la</strong> normativavigente;il presente <strong>Modello</strong> è strumento adottato sul<strong>la</strong> base delle precise in<strong>di</strong>cazioni normativecontenute nel Decreto, orientato al<strong>la</strong> riduzione del rischio <strong>di</strong> commissione dei reaticontemp<strong>la</strong>ti dal Decreto da parte <strong>di</strong> soggetti apicali del<strong>la</strong> Società e delle altre Societàdel Gruppo e dei loro sottoposti.2.6 DefinizioniNel presente <strong>Modello</strong>, in aggiunta alle ulteriori espressioni definite <strong>di</strong> volta in volta nel testoe non riportate nel presente paragrafo, le seguenti espressioni avranno il significato qui <strong>di</strong>seguito in<strong>di</strong>cato:53 Cfr. Circo<strong>la</strong>re <strong>di</strong> Confindustria n. 18237 del 12 Gennaio 2005.27
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