2.1 Obiettivi del <strong>Modello</strong> e metodologia seguita <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua pre<strong>di</strong>sposizioneIl presente documento, in attuazione dell’art. 6 del Decreto, <strong>di</strong>sciplina il modello <strong>di</strong><strong>organizzazione</strong>, <strong>gestione</strong> e <strong>controllo</strong> <strong>di</strong> <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong> S.r.l. (<strong>di</strong> seguito “<strong>Pha<strong>di</strong>a</strong> ” o <strong>la</strong> “Società”)finalizzato ad evitare <strong>la</strong> commissione <strong>di</strong> reati <strong>di</strong> cui al Decreto e leggi collegate da parte deisuoi soggetti apicali e sottoposti (<strong>di</strong> seguito, <strong>per</strong> brevità, il “<strong>Modello</strong>”).L’adozione <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong> e <strong>gestione</strong> ai sensi del Decreto, oltre arappresentare un motivo <strong>di</strong> esenzione dal<strong>la</strong> responsabilità del<strong>la</strong> Società con riferimento al<strong>la</strong>commissione <strong>di</strong> alcune tipologie <strong>di</strong> reato, è un atto <strong>di</strong> responsabilità sociale <strong>di</strong> <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong> da cuiscaturiscono benefici <strong>per</strong> una molteplicità <strong>di</strong> soggetti: soci, manager, <strong>di</strong>pendenti, cre<strong>di</strong>tori etutti gli altri soggetti i cui interessi sono legati al<strong>la</strong> vita dell’impresa.La presenza <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> <strong>controllo</strong> dell’agire impren<strong>di</strong>toriale, unitamente al<strong>la</strong> fissazione e<strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> principi etici, migliorando gli standard <strong>di</strong> comportamento adottati dal<strong>la</strong>Società, aumentano infatti <strong>la</strong> fiducia e l’ottima reputazione <strong>di</strong> cui le stesse godono neiconfronti dei soggetti terzi e, soprattutto, assolvono una funzione normativa in quantorego<strong>la</strong>no comportamenti e decisioni <strong>di</strong> coloro che quoti<strong>di</strong>anamente sono chiamati ad o<strong>per</strong>arein favore del<strong>la</strong> Società, in conformità ai suddetti principi etici e standard <strong>di</strong> comportamento.In tale contesto, <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong> ha, quin<strong>di</strong>, inteso avviare una serie <strong>di</strong> attività volte a rendere ilproprio modello organizzativo conforme ai requisiti previsti dal Decreto e coerente con ilcontesto normativo e rego<strong>la</strong>mentare <strong>di</strong> riferimento, con i principi già ra<strong>di</strong>cati nel<strong>la</strong> propriacultura <strong>di</strong> governance e con le in<strong>di</strong>cazioni contenute nelle linee guida <strong>di</strong> categoria emanatedalle associazioni maggiormente rappresentative.Con riferimento agli attuali standard <strong>di</strong> comportamento adottati dal<strong>la</strong> Società, è opportunosegna<strong>la</strong>re che le regole che <strong>la</strong> stessa ha adottato <strong>per</strong> <strong>di</strong>sciplinare il suo o<strong>per</strong>ato, nonché iprincipi cui deve uniformarsi l’agire <strong>di</strong> tutti coloro che o<strong>per</strong>ano nel suo interesse sonocontenuti, tra l’altro, nel<strong>la</strong> seguente documentazione:− statuto sociale;− co<strong>di</strong>ce etico.In partico<strong>la</strong>re, il processo <strong>di</strong> attività funzionali allo stu<strong>di</strong>o, e<strong>la</strong>borazione e redazione, da parte<strong>di</strong> <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong>, <strong>di</strong> un proprio modello <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong>, <strong>gestione</strong> e <strong>controllo</strong> idoneo al<strong>per</strong>seguimento delle finalità <strong>di</strong> cui al Decreto, è stato strutturato in quattro fasi:− fase 1: identificazione delle aree <strong>di</strong> rischio;− fase 2 : rilevazione del<strong>la</strong> situazione esistente (as-is);− fase 3: gap analysis e piano <strong>di</strong> azione (action p<strong>la</strong>n);− fase 4: <strong>di</strong>segno del modello <strong>di</strong> <strong>organizzazione</strong>, <strong>gestione</strong> e <strong>controllo</strong>.Qui <strong>di</strong> seguito sono sinteticamente descritti gli obiettivi e le attività svolte nel corso <strong>di</strong>ciascuna fase del progetto.2.1.1. Identificazione delle aree <strong>di</strong> rischio.L’art. 6, comma 2, lett. a) del Decreto in<strong>di</strong>ca, tra i requisiti del modello, l’in<strong>di</strong>viduazione deiprocessi e delle attività nel cui ambito possono essere commessi i reati rilevanti ai fini del<strong>la</strong>responsabilità amministrativa degli enti. Si tratta, in altri termini, <strong>di</strong> quelle attività e processiaziendali che comunemente vengono definiti “sensibili” (c.d. “aree <strong>di</strong> rischio”).In questo contesto si collocano gli obiettivi del<strong>la</strong> fase 1, che sono:− l’identificazione degli ambiti aziendali oggetto dell’intervento e l’in<strong>di</strong>viduazionepreliminare dei processi e delle attività sensibili, nonché22
− l’identificazione dei responsabili dei processi/attività sensibili, ovvero le risorse con unaconoscenza approfon<strong>di</strong>ta dei processi/attività sensibili e dei meccanismi <strong>di</strong> <strong>controllo</strong>attualmente in essere (<strong>di</strong> seguito, “<strong>per</strong>sone chiave”).Propedeutica all’in<strong>di</strong>viduazione delle attività sensibili è stata l’analisi, prevalentementedocumentale, del<strong>la</strong> struttura societaria ed organizzativa <strong>di</strong> <strong>Pha<strong>di</strong>a</strong>, svolta al fine <strong>di</strong> megliocomprendere l’attività del<strong>la</strong> Società e <strong>di</strong> identificare gli ambiti aziendali oggettodell’intervento.La raccolta del<strong>la</strong> documentazione rilevante e l’analisi del<strong>la</strong> stessa da un punto <strong>di</strong> vista siatecnico-organizzativo sia legale ha <strong>per</strong>messo l’in<strong>di</strong>viduazione dei processi/attività sensibili euna preliminare identificazione delle funzioni responsabili <strong>di</strong> tali processi/attività.Qui <strong>di</strong> seguito sono elencate le attività svolte nel<strong>la</strong> fase 1:− inventario completo <strong>di</strong> tutti i processi e sottoprocessi aziendali;− raccolta delle informazioni/documentazione preliminare;−−in<strong>di</strong>viduazione delle <strong>per</strong>sone chiave <strong>per</strong> il supporto o<strong>per</strong>ativo nell’in<strong>di</strong>viduazione dellearee/attività a rischio;definizione del <strong>per</strong>imetro <strong>di</strong> intervento in<strong>di</strong>viduando preliminarmente le aree che hannoriferimento, <strong>di</strong>retto o in<strong>di</strong>retto, con le attività sensibili in<strong>di</strong>viduate, collegate allefattispecie <strong>di</strong> reato (e <strong>di</strong> illecito amministrativo) rilevanti ai fini del<strong>la</strong> responsabilitàamministrativa degli enti.2.1.2 Rilevazione del<strong>la</strong> situazione esistente (as-is).Obiettivo del<strong>la</strong> fase 2 è stata l’effettuazione dell’analisi e del<strong>la</strong> valutazione, attraverso leinterviste alle <strong>per</strong>sone chiave, delle attività sensibili precedentemente in<strong>di</strong>viduate, conpartico<strong>la</strong>re enfasi sui controlli.Nello specifico, <strong>per</strong> ogni processo/attività sensibile in<strong>di</strong>viduato nel<strong>la</strong> fase 1, sono stateanalizzate le sue fasi principali, le funzioni e i ruoli/responsabilità dei soggetti interni edesterni coinvolti nonché gli elementi <strong>di</strong> <strong>controllo</strong> esistenti, al fine <strong>di</strong> verificare in qualiaree/settori <strong>di</strong> attività e secondo quali modalità si potessero astrattamente realizzare lefattispecie <strong>di</strong> reato (e <strong>di</strong> illecito amministrativo) rilevanti ai fini del<strong>la</strong> responsabilitàamministrativa degli enti.In questa fase è stata realizzata, quin<strong>di</strong>, una mappa delle attività che, in considerazione deglispecifici contenuti, sono potenzialmente esposte al<strong>la</strong> commissione dei reati (e degli illecitiamministrativi) rilevanti ai fini del<strong>la</strong> responsabilità amministrativa degli enti.L’analisi è stata compiuta attraverso interviste <strong>per</strong>sonali con le <strong>per</strong>sone chiave che hannoavuto anche lo scopo <strong>di</strong> stabilire <strong>per</strong> ogni attività sensibile i processi <strong>di</strong> <strong>gestione</strong> e glistrumenti <strong>di</strong> <strong>controllo</strong>, con partico<strong>la</strong>re attenzione agli elementi <strong>di</strong> compliance e ai controllipreventivi esistenti a presi<strong>di</strong>o delle stesse.Nel<strong>la</strong> rilevazione del sistema <strong>di</strong> <strong>controllo</strong> esistente sono stati presi come riferimento iseguenti principi <strong>di</strong> <strong>controllo</strong>:− esistenza <strong>di</strong> procedure formalizzate;− tracciabilità e verificabilità ex post delle transazioni tramite adeguati supportidocumentali/informativi;− segregazione dei compiti;− esistenza <strong>di</strong> deleghe formalizzate coerenti con le responsabilità organizzative assegnate.La fase 2 è stata caratterizzata dall’esecuzione <strong>di</strong> interviste strutturate con le <strong>per</strong>sone chiave,nonché con il <strong>per</strong>sonale da loro in<strong>di</strong>cato, al fine <strong>di</strong> raccogliere, <strong>per</strong> i processi/attività sensibiliin<strong>di</strong>viduati nel<strong>la</strong> fase precedente, le informazioni necessarie a comprendere:– i processi elementari/attività svolte;23
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al Modello ex d.lgs. 231 del 2001 a
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