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Phadia S.r.l. Modello di organizzazione, gestione e controllo per la ...

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“Il pubblico ufficiale o l’incaricato <strong>di</strong> pubblico servizio che, abusando del<strong>la</strong> sua qualità odei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a unterzo, denaro o altra utilità, è punito con <strong>la</strong> reclusione da quattro a do<strong>di</strong>ci anni”.FattispecieIn generale, il reato <strong>di</strong> concussione si realizza quando un pubblico ufficiale esercita, neiconfronti <strong>di</strong> un privato o <strong>di</strong> altro pubblico ufficiale, una pressione psichica (sotto forma <strong>di</strong>costrizione o induzione) tale da determinare nel soggetto passivo uno stato <strong>di</strong> soggezione(c.d. metus publicae potestatis).Il reato si ra<strong>di</strong>ca sui principi <strong>di</strong> buon andamento e <strong>di</strong> imparzialità del<strong>la</strong> PubblicaAmministrazione, vale a <strong>di</strong>re nel<strong>la</strong> esigenza che <strong>la</strong> condotta del pubblico funzionario siacorretta e imparziale, e aliena da vantaggi <strong>per</strong>sonali, <strong>per</strong> realizzare interessi e finalità del<strong>la</strong>Pubblica Amministrazione, nonché <strong>per</strong> rispettare il principio del<strong>la</strong> libertà <strong>di</strong>autodeterminazione del privato.Quanto al soggetto attivo del reato, l’art. 4 del<strong>la</strong> legge 26 aprile 1990, n. 86, ha al<strong>la</strong>rgato ilnovero dei possibili autori del reato, affiancando al pubblico ufficiale l’incaricato <strong>di</strong> pubblicoservizio, in senso specu<strong>la</strong>re a quanto previsto <strong>per</strong> <strong>la</strong> corruzione. In via <strong>di</strong> interpretazioneapplicativa, il reato può essere commesso anche da un funzionario <strong>di</strong> fatto e dal componente<strong>di</strong> un organo collegiale.Gli elementi oggettivi che, sommandosi, possono dar luogo al reato sono: l’abuso del<strong>la</strong>qualità o del potere, <strong>la</strong> costrizione o induzione, <strong>la</strong> promessa o dazione al soggetto attivo o adun terzo <strong>di</strong> denaro o altra utilità.L’abuso del<strong>la</strong> qualità consiste in una strumentalizzazione, da parte dell’agente, del<strong>la</strong> propriaqualifica soggettiva, in cui sia implicita <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> un esercizio dei poteri al fine <strong>di</strong>costringere o indurre altri all’indebito; l’abuso dei poteri consiste in qualsiasistrumentalizzazione dei poteri <strong>di</strong> cui è investito il pubblico funzionario (anche me<strong>di</strong>anteomissione, ritardo, ostruzionismo) al fine <strong>di</strong> costringere altri all’indebito. Entrambi sonopossibili ove si abbia almeno una competenza <strong>di</strong> fatto nell’agente, rispetto al maleminacciato, derivantegli dal<strong>la</strong> sua qualità pubblicistica. La costrizione è intesa come minaccia<strong>di</strong> un male o come violenza fisica che elimina <strong>la</strong> residua libertà <strong>di</strong> scelta del privato;l’induzione è intesa come attività <strong>di</strong> <strong>per</strong>suasione, convinzione o sug<strong>gestione</strong> o atteggiamento- e secondo alcuni anche inganno o frode - comunque atti ad influire sul<strong>la</strong> vittima. Inentrambi i casi si <strong>di</strong>scute se occorra anche il c.d. “metus publicae potestatis”, cioè <strong>la</strong>consapevolezza nel soggetto passivo del carattere “indebito” del<strong>la</strong> conseguente dazione opromessa e <strong>la</strong> sua consapevole soggezione.La dazione o promessa <strong>di</strong> denaro o altra utilità - anche non <strong>di</strong> natura economica (fino alle“prestazioni sessuali”) - devono essere in rapporto causale con <strong>la</strong> condotta abusiva delfunzionario e quin<strong>di</strong> rispondere ad una pretesa indebita <strong>di</strong> questo. Quanto all’elementosoggettivo, il dolo è generico e consiste nel<strong>la</strong> coscienza e volontà <strong>di</strong> abusare del<strong>la</strong> qualità odei poteri connessi con <strong>la</strong> pubblica funzione, costringendo o inducendo altri all’indebito.Quanto al momento consumativo, il reato si consuma nel momento del<strong>la</strong> effettuazione del<strong>la</strong>promessa o, solo qualora sia imme<strong>di</strong>ata, del<strong>la</strong> dazione (<strong>la</strong> quale, se non imme<strong>di</strong>ata, è invecesolo un fatto successivo che appesantisce l’offesa subita dal privato), sempre che promessa odazione siano il risultato del<strong>la</strong> condotta costrittiva o induttiva del pubblico ufficiale.Considerazioni applicativeIl reato non appare ipotizzabile <strong>per</strong> <strong>la</strong> Società in considerazione del<strong>la</strong> sua qualità <strong>di</strong> soggetto<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto privato non incaricato <strong>di</strong> pubblico servizio.2.1.7 Art. 318 c.p.Corruzione <strong>per</strong> un atto d’ufficio67

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