National Experiences - British Commission for Military History
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186 ai r p o w e r in 20 t H Ce n t u ry do C t r i n e s a n d em p l o y m e n t - nat i o n a l ex p e r i e n C e s<br />
di mezzi per attaccare con continuità e in massa, di giorno e di notte, i centri demografici<br />
e militari, nel secondo caso con specifico riferimento ai punti nodali della<br />
rete stradale e ferroviaria della Toscana, mentre alla caccia era affidato il compito di<br />
ricercare e distruggere le <strong>for</strong>ze aeree avversarie.<br />
L’analisi di queste intenzioni evidenzia da un lato l’importanza ancora una volta<br />
attribuita a un’offensiva di controaviazione preventiva, dall’altro la fiducia nelle<br />
possibilità di un impiego “contro valore” dei bombardieri, partendo dall’assunto di<br />
un dominio dell’aria già acquisito e da mantenere con l’impiego della caccia. Tanto<br />
l’una quanto l’altra impostazione erano dettate dalle caratteristiche dello strumento<br />
a disposizione, in termini sia quantitativi sia qualitativi, il che è una ulteriore dimostrazione<br />
del legame esistente, sempre e ovunque, tra tecnologia e dottrina.<br />
Lo stato di approntamento dei reparti di volo della Regia Aeronautica e le condizioni<br />
dei materiali in dotazione condizionarono anche lo sviluppo delle attività addestrative<br />
programmate per il 1929, che proposero comunque degli scenari diversi da<br />
quelli fino ad allora considerati. L’esercitazione con i quadri organizzata tra marzo e<br />
aprile ipotizzava una guerra con la Francia, con l’apertura delle ostilità preceduta da<br />
un breve periodo di crescente tensione. In un tale quadro erano previste massicce e<br />
ripetute incursioni diurne e notturne sulle basi dell’aviazione avversaria e a seguire<br />
il bombardamento dei nodi stradali e ferroviari della regione compresa tra Lione, la<br />
valle del Rodano e la frontiera, secondo la linea di tendenza che si era manifestata<br />
l’anno precedente, mentre rimaneva esclusa qualunque <strong>for</strong>ma di collaborazione con<br />
le <strong>for</strong>ze di superficie, portando agli estremi limiti il concetto di autonomia dell’azione<br />
dell’aeronautica e dandogli la connotazione di un dogma indiscusso e indiscutibile.<br />
Nella realtà i vertici della <strong>for</strong>za armata erano consapevoli che i reparti da bombardamento,<br />
malamente equipaggiati e sotto organico, avrebbero trovato serie difficoltà a<br />
colpire obiettivi quali Lione, Tolone e Marsiglia, dando a questa azione la necessaria<br />
continuità, mentre l’area di Parigi, di vitale importanza in termini non solo politici<br />
ma anche industriali, rimaneva comunque al di fuori della loro portata.<br />
In antitesi con uno dei presupposti di queste esercitazioni con i quadri, le manovre<br />
che si svolsero sulla costa toscana tra il 29 agosto e il 2 settembre del 1929<br />
ebbero come tema la cooperazione con le altre <strong>for</strong>ze armate, quasi a simboleggiare il<br />
contrasto tra due visioni opposte e la difficoltà a realizzarne una sintesi appropriata.<br />
L’ipotesi da sviluppare era il contrasto a un’operazione di sbarco che una <strong>for</strong>za navale<br />
preventivamente concentrata a Portoferraio, nell’isola d’Elba, avrebbe effettuato<br />
sulla costa toscana, nella zona di Massoncello. La Regia Aeronautica era chiamata<br />
a intervenire schierando tra La Spezia e Orbetello una brigata aerea di <strong>for</strong>mazione,<br />
composta da reparti da caccia, da bombardamento notturno e da bombardamento<br />
marittimo. 3 Nonostante i limiti inerenti alla struttura di questa grande unità, che non<br />
aveva reparti da bombardamento diurno equipaggiati con macchine più agili e più<br />
veloci degli idrovolanti del bombardamento marittimo, e una certa schematizzazione<br />
3 Gianluca Gangi, op. cit.