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National Experiences - British Commission for Military History

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In t r o d u z I o n e • Av I A z I o n e e s u p e r I o r I t à t e c n o l o g I c A t r A n u o v I conflIttI e d I p l o m A z I A 23<br />

e, quindi, al peggioramento di crisi e tensioni» 19 . Nell’attuale momento delle relazioni<br />

internazionali, «passate dal congelato e congelante clima della guerra fredda a<br />

quello assai più complesso della pace violenta», «le Marine offrono ai governi mezzi<br />

senza eguali nel campo delle relazioni internazionali» 20 . Altri hanno però sostenuto<br />

che il potere aereo ha largamente sostituito il potere marittimo come strumento della<br />

politica estera, in particolare «della deterrenza e della compellenza, quindi della “diplomazia<br />

coercitiva”», e che «la politica “dei cacciabombardieri” ... ha parzialmente<br />

sostituito quella “delle cannoniere”» 21 .<br />

I vantaggi del potere aereo sono «la rapidità d’intervento, l’ampio raggio d’azione,<br />

…, la “verticalità”, che svincola gli attacchi aerei dai condizionamenti morfologici<br />

del terreno, la possibilità di graduazione della violenza a seconda delle esigenze<br />

della politica e delle reazioni dell’avversario, la sottrazione degli attacchi aerei<br />

all’influenza pervasiva dei media prima che siano effettuati … gli aerei garantiscono<br />

una potenza virtuale, senza schieramento di <strong>for</strong>ze sul terreno o nei mari viciniori al<br />

teatro di operazioni» 22 . Lo stesso autore appena citato rileva comunque che «la superiorità<br />

marittima, grazie alla sua ubiquità, mobilità, flessibilità e ora grazie anche<br />

alla capacità di colpire in profondità obiettivi terrestri con aerei, missili cruise imbarcati<br />

e azioni anfibie, costituisce indubbiamente uno strumento assai rilevante della<br />

diplomazia della violenza per interventi chirurgici su scala planetaria. In tale ruolo<br />

le <strong>for</strong>ze navali hanno caratteristiche competitive rispetto a quelle aeree» 23 . Una flotta<br />

navigante in acque internazionali può consentire ad esempio all’aviazione imbarcata<br />

di colpire i propri obiettivi senza dover ricorrere a basi in territori stranieri amici e<br />

senza richiedere ad altri Stati l’uso del loro spazio aereo 24 .<br />

Gli aerei, ed i missili, possono essere impiegati per eliminare “chirurgicamente”<br />

terroristi e dittatori “pazzi”, anche se nel caso di Osama Bin Laden l’operazione è<br />

stata portata a termine da un commando sbarcato a terra. Le operazioni d’interdizione<br />

aerea, imponendo no flight zones, condotte nei Balcani, in Iraq ed in Libia, costituiscono<br />

un complemento dei blocchi navali e sono più efficaci nei casi in cui si deb-<br />

19<br />

G. Giorgerini, L’Unione Europea e la strategia marittima, in Affari Esteri, a. XXVII, n. 107 (estate<br />

1995), p. 586.<br />

20<br />

P. P. Ramoino, in Rivista Marittima, a. CXXXI, novembre 1998, p. 245; cfr. Id., Fondamenti di strategia<br />

navale, Roma, 1999, cap. III, Esiste ancora un ruolo politico per le marine militari? e Guerre<br />

limitate e strategia marittima, in Rivista Marittima, a. CXXXI, maggio 1998, pp. 23-29.<br />

21<br />

C. M. Santoro, Potere aereo, deterrenza e compellenza e C. Jean, Osservazioni sul potere aereo, in<br />

C. M. Santoro (a cura di), Italo Balbo: aviazione e potere aereo, Roma, 1998, pp. 229-50 (243 e 248<br />

per le citazioni).<br />

22<br />

C. Jean, Guerra, Strategia e Sicurezza, Roma-Bari, 1997, pp. 148-49.<br />

23<br />

Ibi, p. 143.<br />

24<br />

Nel 1973 in occasione della guerra delloYom Kippur, comunque gli Stati Uniti, intervenendo in<br />

appoggio ad Israele, non chiesero agli alleati europei, tranne il Portogallo, l’uso dello spazio aereo e<br />

delle basi, <strong>for</strong>se temendo un rifiuto. L’impiego delle basi in Germania Occidentale, le uniche utilizzate<br />

oltre a quelle portoghesi, provocò il vivo risentimento del governo di Bonn, che non ne era stato<br />

in<strong>for</strong>mato.

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