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106<br />

S EVERINO B ERTINI<br />

ti e Pietro Pedeni se ne accorse un anno e dieci mesi dopo quando il 14<br />

febbraio 1833 scrisse un’accorata lettera al Comune:<br />

Non deve essere ignoto egualmente in quale stato di deperimento si trovasse<br />

in quell’epoca l’Edificio sudetto, e se pure in forza de crollanti muri,<br />

mancanza di acqua, deperimento nel copertume, ruote infrante, rudesini e<br />

casotti tarli e marciuti che mi rese il mulino inanimato per più di otto mesi<br />

circa con sommo mio danno. Per ridurlo in buon stato ho dovuto incontrare<br />

una grandissima spesa e con ciò mi ha reso sproveduto di danari, di quel<br />

danaro che a me era stato disposto per suplire al prescritto tempo al pagamento<br />

dell’adeale caricante l’acquisto sudetto.<br />

L’adeale da versare, ovvero la cifra di «buon ingresso» che corrispondeva<br />

a tre canoni annui, ammontava alla cifra irraggiungibile di 813 lire<br />

da sommare al canone del nuovo anno che doveva ancora essere versato.<br />

Pietro Pedeni non si arrese e chiese alla deputazione la dilazione di tre<br />

mesi 117 . In ogni caso il suo destino era segnato e il 26 giugno 1833 attraverso<br />

il rogito del notaio Luigi Calcinardi di Salò gli immobili vennero<br />

trasferiti a titolo di livello, questa volta perpetuo, a Domenico Baldo<br />

di Gavardo. In questo rogito si legge che il canone annuo «dovrà pagarsi<br />

in perpetuo né si potrà minorarlo né variare la qualità e quantità a<br />

cagione degli infortuni celesti, incendi, innondazioni, di parziale diminuzione<br />

di fondo, di guerra guerreggiata o di qualunque altro disastro»<br />

previsto o meno; esso venne fissato in 271 lire austriache da pagarsi in<br />

due rate uguali (luglio-ottobre) 118 . Il livellario non poteva convertire il<br />

fabbricato ad altri usi e nemmeno sospendere l’andamento del medesimo;<br />

inoltre non poteva «pretendere dai Comunisti una tassa maggiore<br />

di nove stopelli per ogni somma di biada» che veniva macinata 119 . A carico<br />

del livellario erano le spese per le manutenzioni ordinarie alle bocche,<br />

alla seriola, alle chiuse, ai canali, mentre il Comune veniva esone-<br />

117 ACPrev., busta: «Cessioni livellarie. Atti di investitura enfiteutica. Affrancazione mulino<br />

da grano. 1832-1862”, fasc.: «Affrancazione del mulino da grano a tre ruote».<br />

118 Con la regia patente del 1 novembre 1823 la lira italiana venne sostituita dalla lira<br />

austriaca. Questa corrispondeva a 87 centesimi.<br />

119 Sono misure di capacità per gli aridi adottate nel bresciano. Lo stopello, o stoppello,<br />

equivaleva a 0,76 litri, la quarta a 12,16 litri, 12 quarte facevano una soma che corrispondeva<br />

a 145,92 litri (cfr. MARTINI, Manuale di metrologia, p. 101).

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