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Nota Introduttiva<br />

FABRIZIO PAGNONI<br />

DOTTORE IN SCIENZE STORICHE<br />

“Lo meglio saria non haver parcialità”<br />

Guelfi e ghibellini a Brescia nella cronaca di Pandolfo Nassino<br />

Uno dei temi caldi affrontati dalla storiografia dell’età del Rinascimento<br />

negli ultimi anni è l’analisi della complessità istituzionale e sociale dell’Italia<br />

tardo medievale e proto moderna attraverso i riverberi che questa<br />

stessa complessità lascia nelle pratiche di governo e nei linguaggi del<br />

potere. Un “potere” che gli storici di fine Novecento hanno (in maniera<br />

sostanzialmente unanime) individuato essere non più interpretabile come<br />

la forza promanante unicamente dal principe o dalla dominante di<br />

turno, ma al contrario come la risultante di una serie di complesse interazioni<br />

socio-politiche tra attori e soggetti posti su piani e livelli differenti<br />

e non sempre chiarissimi 1 . Tra questi attori, o “corpi”, che dialogano<br />

con altri corpi sociali e territoriali per la gestione e la suddivisione<br />

del potere in un equilibrio sempre instabile, troviamo la fazione, la<br />

pars. E quello della fazione è un argomento per la verità parecchio ostile,<br />

in quanto gli aggregati politici urbani ed extraurbani dell’Italia settentrionale,<br />

nel Quattro-Cinquecento, non sono quasi mai definiti in<br />

forma chiara, ma spesso presentano una strutturazione “carsica” rispetto<br />

all’apparato del potere giuridico e formale. La fazione, tra XV e<br />

XVI secolo, è una via di gestire relazioni politiche e sociali tutt’altro che<br />

debellata o sconfitta, tanto che (soprattutto nell’Italia padana e nella<br />

fascia emiliana) essa è spesso riuscita a legittimarsi agli occhi del Prin-<br />

1 Per un accenno più completo alla questione della evoluzione della storiografia sul tardo<br />

medioevo alla fine del XX secolo, oltreché sui rapporti tra storiografia ed altre scienze<br />

sociali (ad esempio la linguistica), sia consentito il rimando ad A. GAMBERINI, Lo stato visconteo.<br />

Linguaggi politici e dinamiche costituzionali, Milano 2005, pp. 11-25.

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