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A NCORA NOVITÀ STORICO- ARTISTICHE DA C ALVISANO<br />
zione “di scambio” e di transito” di alcuni artisti “foresti”, come il veronese<br />
Zebellana e il milanese Bussolo tra la fine del XV secolo e l’inizio del<br />
successivo (Giuseppe Fusari), e interessanti aggiornamenti sulla cultura<br />
manierista cremonese della seconda metà del Cinquecento emergono<br />
dallo studio del ciclo cristologico della disciplina, forse l’opera più bella<br />
che si conservi nella cittadina bresciana (Giulio Bora).<br />
A seguire, Fiorella Frisoni ha tracciato brevemente alcune prospettive di<br />
ricerca per approfondire la conoscenza del patrimonio artistico di Calvisano.<br />
Dopo aver ricordato le esaltanti presenze di Romanino e Moretto,<br />
e le significative presenze di alcuni dei migliori esponenti dell’arte<br />
bresciana attivi fra la fine del Cinquecento e l’inizio dei Seicento (Gandino,<br />
Giugno, Cossali) e di alcuni “foresti”, come il raro veronese Pietro<br />
Rotari (1707-1762), già in Santa Maria della Rosa e ora nella “Sala delle<br />
tele”, e due pale delle più belle opere del grande intelvese Carlo Innocenzo<br />
Carloni (1686-1775), ha sottolineato come a Calvisano anche nelle<br />
età manieristica, barocca e rocaille vi siano ulteriori piste di indagine da<br />
percorrere: in Santa Maria della Rosa la serie delle telette tardocinquecentesche<br />
con i Misteri del Rosario nell’ancona della Madonna del Rosario,<br />
gli altari marmorei settecenteschi, gli affreschi, pure settecenteschi,<br />
forse dell’inizio del secolo, e alcune tele minori, rimaste in sede. Tra<br />
queste, la studiosa ha posto in rilievo una piccola tela, già indicata come<br />
avente per soggetto la domenicana Beata Cristina, e che invece rappresenta<br />
una santa carmelitana, che reca in mano un cuore fiammante.<br />
Si tratta invece a suo parere della raffigurazione di santa Maria Maddalena<br />
de’ Pazzi, chiaramente ispirata ad una stampa di Francesco Curti.<br />
Questa riproduce a sua volta fedelmente un dipinto del nipote del Guercino,<br />
Cesare Gennari, recentemente ricomparso e attualmente conservato<br />
presso il Museo Civico di Cento, che potrebbe coincidere con la pala<br />
dello stesso soggetto che si trovava un tempo al Carmine di Brescia.<br />
Tra l’amplissimo spettro di studio che questa cittadina offre, si è scelto,<br />
quale esempio della traccia di approfondimento che Calvisano offre,<br />
ponendosi come polo culturale della Bassa Orientale, di affidare ad Angelo<br />
Loda un’ampia illustrazione della personalità di un pittore, il clarense<br />
Giuseppe Tortelli (1662-1718), ancora poco conosciuto ai non<br />
specialisti di studi storico-artistici, ma da giudicare esponente di punta<br />
del “barocchetto” bresciano. Le grandi tele domenicane di Calvisano,<br />
oggi ricoverate nella Sala delle tele sopra menzionata, rappresentanti<br />
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