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I MULINI DI G OGLIONE. IL MULINO SUL C HIESE<br />
ni 24 . In essa viene riportato un capitolo degli Statuti delle Chiusure, il<br />
CXXXIX, da cui si apprende che il Comune di Brescia era diventato il<br />
nuovo proprietario 25 :<br />
Nulla seriola fiat ad molendinum de Goiono. Nulla seriola debeat fieri ad<br />
molendinum Communis Brixiae in terra de Goiono, sine licentia Domini<br />
Potestatis, seu Rectoris Communis Brixiae; quia homines accipiunt aquam<br />
in dicto molendino; et si aliqua ibi facta esset, destruatur; si videbitur Domino<br />
Potestati, seu Rectori Brixiae vel Dominis Iudicibus Clausorum.<br />
Effettivamente il passo, correttamente riportato dal Cantoni, è quello<br />
rinvenibile nell’edizione degli statuti del 1508 curata da Angelo Britannico<br />
26 . Negli statuti del 1473 stampati da Tommaso Ferrando il capitolo<br />
in questione compare ancora, ma con il numero 123 27 . Andando a ritroso<br />
nel tempo la proibizione di costruire canali è sempre presente, con<br />
piccole varianti 28 , fino ad arrivare agli statuti bresciani della fine del<br />
Duecento. L’ordine, corrispondente al capitolo CXXXII, si trova nel libro<br />
24 Il titolo per esteso è: «Relazione sul molino e sega di Goglione Sotto al ponte Naviglio<br />
della stazione in Goglione Sopra» che si trova in ACPrev., busta: «Molino. Sega. Macina<br />
ad olio. 1897-1909», fasc.: «Atti inerenti alla causa Cantoni dottor Giovanni, iniziata<br />
dal comune onde far chiudere la bocca animante la fucina a mallio. Anni 1899-1903».<br />
25 Col termine «Chiusure» veniva indicato quell’anello che circonda il centro urbano per<br />
un raggio di circa dieci miglia. Si trattava di entità amministrative a sé stanti con statuti<br />
particolari («Statuta clausorum») e con propri giudici detti «delle chiusure» o «dei chiosi»<br />
che, oltre ad occuparsi delle questioni concernenti le proprietà fondiarie, erano competenti<br />
e ordinari in tutte le cause che riguardavano il Naviglio e le sue seriole. Le Chiusure<br />
ricordate negli Statuti del secolo XIII sono così elencate: S. Polo, Mompiano, Borgo<br />
delle Pille, Costalunga, Urago del Mella, S. Zeno, Case de’ Porcelaghi, Verziano, Fornaci,<br />
Bottanga, Cloco, Carrobbi. Esenti dal dazio dell’imbottato: Casa de Esimo, S. Gervasio,<br />
Roncatelle, Fontanelle, Serpente, Folzano (cfr. F. ODORICI, Storie bresciane, Brescia 1978-<br />
1984, VIII, pp. 49 e 251; Storia di Brescia, III, p. 1093, n. 6).<br />
26 A. BRITANNICO, Statuta Brixie, 1508. Contiene: Statuta potestatis, civilia, criminalia,<br />
clausorum, bechariorum, taberniorum, de fornariis, de molinariis, de piscatoribus.<br />
27 Statuta Civitatis Brixiae. Thoma Ferrando auctore. 1473.<br />
28 Rispettivamente negli statuti di Francesco Foscari del 1429 (Statuta Brixiae. Anni 1429,<br />
codice manoscritto); di Gian Galeazzo Visconti del 1385 (ASBs, Archivio Storico Civico,<br />
reg. 1045); di Bernabò Visconti del 1355 (ASBs, ASC, reg. 1046) e gli Statuti del 1277<br />
(ASBs, ASC, reg. 1044/4). Solo a partire dagli statuti pubblicati dal Ferrando il capitolo<br />
si conclude con le parole «vel dominis iudicibus clausorum».<br />
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