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D ALLA “ PASTORELLA” DI F. P ETRARCA AL “CERF BLANC”<br />

d) in forma di monocalamo (fistula) era usata in contesti rituali, con<br />

carattere negativo 71 ;<br />

e) nella sua forma più caratteristica ebbe una dimensione utilitaria; entrando<br />

nel mondo latino venne parzialmente occultata la simbologia<br />

che le era propria e si insinuò nel culto, nelle cerimonie di premiazione,<br />

negli spettacoli teatrali e circensi;<br />

f) nella struttura del policalamo, entrò nell’iconografia: fu collocata vicino<br />

alle arae sacrificali, nei monumenti funebri, nei cortei trionfali (come<br />

nel thiasos del Belvedere del Museo Vaticano); talvolta era posta anche<br />

accanto a strumenti accolti nella chiesa cristiana;<br />

g) alla documentazione iconografica si opponeva la testimonianza dei<br />

Padri della Chiesa, salvo qualche eccezione apertamente intransigenti<br />

sul suo utilizzo nel tempio cristiano 72 .<br />

Se Antonio Grifo nell’illustrare la prima carta dell’incunabolo queriniano<br />

si affidava alla sua memoria proponendo uno strumento di fantasia<br />

in qualche modo recuperato dall’antichità, altri descrittori di strumenti<br />

pure attivi in contesti analoghi lavoravano con maggior realismo: lo<br />

dimostrava Vidal (pittore di scuola veneziana), discepolo del ben noto<br />

liutista Vincenzo Capirola, che a Venezia, tra il 1515 e il 1520 (quindi<br />

nella stessa area e in tempi di poco successivi alla illustrazione dell’incunabolo<br />

queriniano) miniava magistralmente il Libro de Liuto de meser<br />

Capirola gentilhomo bressano 73 . Contrariamente a quanto avviene nel-<br />

71 Ibid., Daniele 3. 4-5.<br />

72 ROSA BAREZZANI, Syrinx, pp. 114-115.<br />

73 Il manoscritto è oggi conservato a Chicago, presso la Newberry Library con la segnatura<br />

Acq. No. 107501. L’edizione in Compositione di Meser Vincenzo Capirola. Lute-Book<br />

(circa 1517), edited by O. Gombosi, Neully-Sur-Seine 1955. A questa pubblicazione rimando<br />

per le notizie riguardanti l’origine e le vicende della famiglia Capirola e per quelle<br />

riguardanti gli spostamenti di Vincenzo (Brescia 1474-Brescia dopo 1548) che nel 1517<br />

pur trovandosi a Venezia si dichiarava appartenente alla prima quadra di Sant’Alessandro<br />

in Brescia. Alla medesima pubblicazione rinvio per il piano didattico del libro e per le<br />

prime indicazioni circa le caratteristiche della notazione. Il facsimile del manoscritto era<br />

realizzato nel 1981 senza colore e con una una breve introduzione di O. Cristoforetti. V.<br />

CATTANEO nel suo Vincenzo Capirola compositore liutista di Leno 1474-1548?, «Monumenta<br />

Musicae Brixiensis», Brescia 1980, ipotizza che il Capirola sia stato in Inghilterra alla<br />

corte di Enrico VIII nel 1515 dove più tardi sarebbe approdato un altro liutista bresciano<br />

– Zuan Pietro – che a quella data, nel palazzo Cigola di piazza Tebaldo Brusato, stava al-<br />

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