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“LO MEGLIO SARIA NON HAVER PARCIALITÀ”<br />

pi di potere: l’essere guelfi o ghibellini significa mobilitarsi e lottare per<br />

facilitare l’avvento di qual Signor si volia in città. Da qui trae origine e<br />

forza il commento amaro di Pandolfo, che invece sottolinea il carattere<br />

intrinsecamente funesto di qualsiasi dominazione (seppure quella veneziana<br />

rappresenti, per ovvi motivi, il meno peggio) e, nell’articolare<br />

la sua “invocazione” alla fine delle lotte, dà proprio l’impressione di interpretare<br />

le fazioni come una necessaria conseguenza dell’inserimento<br />

della città in un contesto politico più ampio.<br />

È, questo, un uso della terminologia di fazione simile a quello del già<br />

menzionato Caroldo, che spesso «riconduce le aggregazioni fazionarie<br />

locali alla dicotomia guelfi-ghibellini» 76 , tendendo magari a trascurare<br />

altri aspetti sottesi alla strutturazione delle fazioni (istituzioni, caratterizzazione<br />

cetuale), ma evidenziando come, in genere, l’appartenenza<br />

politica di una famiglia e di una parte locale affondi le proprie radici in<br />

una tradizione storica che difficilmente muta nel tempo.<br />

Non è neppure questo appena indicato l’unico senso in cui Pandolfo risolve<br />

il significato di parzialità. In una digressione inserita nel racconto<br />

della vita e delle opere del conte Luigi Martinengo della Motella (e cronologicamente<br />

risalente almeno al 1527, data della morte del conte), il<br />

cronista annota: «Sapiati che casa Martinenga et Nassina manteneva<br />

parte gelfa contra gibilini et maxime contra di Gambareschi, et quelli de<br />

Citadella, quali una buona parte sono inimici di Signori Venetiani» 77 . I<br />

piani si complicano: non c’è solo la contrapposizione tra guelfi e ghibellini,<br />

intesa nel senso di cui si è detto, a segnare le divisioni in città,<br />

ma trapelano contrapposizioni di piano differente. I guelfi sono schierati<br />

contro ai ghibellini e massimamente contro ai Gambareschi e a<br />

quelli di Cittadella: è noto che il ghibellinismo bresciano avesse la sua<br />

roccaforte in questa quadra cittadina e che i Gambara fossero tra i più<br />

convinti alleati di Luigi XII, ma il rimando ai Gambareschi qui sembra<br />

chiamare in gioco qualcosa di più, e cioè le rivalità tutte interne alla città,<br />

tra gruppi di interesse catalizzati attorno ai Gambara, da una parte,<br />

ed i Martinengo dall’altra. Che i Gambara avessero un grande potere<br />

76 L. ARCANGELI, Aggregazioni fazionarie e identità cittadina, in EAD., Gentiluomini di Lombardia.<br />

Ricerche sull’aristocrazia padana nel Rinascimento, Milano 2003, p. 368.<br />

77<br />

NASSINO, Registro, c. 84r.<br />

135

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