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52<br />

M ARIA T ERESA R OSA B AREZZANI<br />

chi dell’amante sgorgano più copiose le lacrime nel mese di aprile, nella<br />

ricorrenza dell’innamoramento. Nella canzone CXXXV Qual più diversa e<br />

nova alla loro descrizione funge da preambolo la citazione di tre cose altrettanto<br />

stupefacenti: la fenice, più volte richiamata nel Canzoniere, la<br />

pietra-calamita e la «fera angelica innocente» ossia il mitico catoblepa<br />

(‘che guarda in basso’), animale fantastico di indole tranquilla, dimorante<br />

presso le sorgenti del Nilo e dotato della proprietà di uccidere chiunque<br />

lo guardasse 110 . Fontane e fonti prodigiose, alle quali possiamo aggiungere<br />

la sorgente di Ippocrene non apertamente citata da Petrarca, ma richiamata<br />

da Antonio Grifo nell’illustrazione del sonetto sopra citato.<br />

Altrettanto prodigiosa è la fontana che costituisce l’argomento del poema<br />

narrativo di Machaut, il Dit de la Fonteinne Amoureuse 111 , ambiguamente<br />

sospeso tra sogno e realtà, i cui protagonisti possono essere identificati nel<br />

duca di Berry e in Machaut suo amico e confidente. Al centro di un magnifico<br />

giardino, la fontana amorosa dona la proprietà di amare fortemente<br />

a chi ne beve l’acqua; ai due protagonisti, entrambi già coinvolti<br />

nel sentimento, induce il sonno e, con questo, consolanti sogni amorosi.<br />

Gli argomenti che si possono trattare sono molti e non c’è che da scegliere:<br />

la nascita protetta dalle figure beneauguranti che circondano sia<br />

Laura (Il dì che costei nacque, dalla canzone CCCXXV Tacer non posso),<br />

sia Pietro da Lusignano (La Prise d’Alexandrie) 112 . Altre riflessioni possono<br />

essere suggerite dall’Amore come instrumentum regni così come è ricordato<br />

dai due poeti:<br />

Ego monstrabo tibi amatorium sine medicamento, sine herba, sine ullius<br />

venefice carmine. Si vis amari, ama 113 .<br />

che Petrarca riporta nell’Orazione tenuta in Parigi il 13 gennaio 1361 in<br />

presenza del re Giovanni II dopo la liberazione dalla prigionia 114 .<br />

110 PLINIO, Nat. Hist., VIII, 32, 77.<br />

111 Si veda alla p. 23 e alla nota 105.<br />

112 La Prise d’Alexandrie, lungo poema (8886 versi in strofe di octosyllabes) elaborato fra il<br />

1370 e il 1372 e dedicato alla memoria del re di Cipro, Pietro da Lusignano. L. DE MAS LA-<br />

TRIE, La Prise d’Alexandrie ou chronique du roi Pierre Ier, Geneva 1877; Rist. Osnabrück 1968.<br />

113 SENECA, Ad Lucil., IX, 6. Il corsivo è mio.<br />

114 Rimando alla nota 104.

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