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M ATTEO A VOGADRO<br />
to, nella contesa antigambaresca è il già citato intervento contro l’occupazione<br />
delle località della bassa da parte dei Gambara, ed è molto<br />
probabile che la sua azione si sia limitata solo ad aspetti giuridici, lasciando<br />
quelli più prettamente militari al ramo feudale del casato.<br />
Questa fase di acuta conflitto culmina con il febbraio 1512. Dopo a<br />
presa della città da parte di Venezia e del partito guelfo, la casa dei Gambara<br />
(in quel momento guidati da Alda Pio da Carpi poiché Gianfrancesco<br />
era deceduto nel 1511) è messa a sacco dai valligiani arruolati da<br />
Luigi Avogadro e in seguito il palazzo completamente raso al suolo 152 ;<br />
il 19 dello stesso mese, dopo la riconquista ad opera di Gaston de Foix,<br />
Luigi è catturato 153 e in breve tempo giustiziato in maniera esemplare<br />
154 ; stessa sorte avranno, il 18 maggio, anche i suoi due figli maggiori,<br />
Pietro e Francesco 155 .<br />
Oltre alla drammaticità degli accadimenti in sé è interessante notare il<br />
riproporsi di eventi che paiono essere consueti della violenza nella prima<br />
età moderna. La scelta, qui, è quella di comparare gli accadimenti<br />
bresciani appena descritti con quelli, certamente più noti, avvenuti nel<br />
Friuli all’incirca nel medesimo contesto.<br />
Il 30 luglio 1509 centinaia di contadini assaltarono il castello friulano<br />
di Sterpo, feudo della famiglia Colloredo, saccheggiandolo e dandolo alle<br />
fiamme. Dell’episodio venne ritenuto responsabile Antonio Savorgnan,<br />
reo di aver aizzato le masnade rurali contro i propri signori, di<br />
avversa fazione rispetto alla sua, colpevoli di aver tramato (come peral-<br />
152 O. ROSSI, Annali, miscellanea codice Queriniano C.I. 3 e G. MARTINENGO, Memoriale, a<br />
cura di G. Labus, Della congiura dei bresciani per sottrarre la patria alla francese dominazione.<br />
Racconto inedito di Gian Giacomo Martinengo, dedicato al cav. Carlo Rosmini dal dott.<br />
Labus editore, Milano 1829.<br />
153 Il 19 febbraio del 1512, durante il primo giorno del sacco di Brescia, Luigi Avogadro<br />
fu catturato da duemila fanti francesi, mentre, seguito da cinquanta cavalieri, usciva da<br />
Porta San Nazaro per rifugiarsi in Valtrompia. SANUDO, Diarii, XIV, c. 516, riferito dal<br />
caporale veneziano Pasquale Vicentino.<br />
154 Il 21 febbraio, secondo quanto riportato da Alessandro da Longhena, quondam Pietro,<br />
i francesi procedettero alla decapitazione del conte, secondo le modalità francesi, cioè facendolo<br />
restare in piedi; fu poi fatto a brani ed esposto alle cinque porte di Brescia. SA-<br />
NUDO, Diarii, XIV, c. 519.<br />
155 Pietro e Francesco verranno giustiziati nel cortile del Castello Sforzesco a Milano. SA-<br />
NUDO, Diarii, XV, c. 259.<br />
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